• scritto da Riccardo Piazzai
  • categoria Progetti

Bjarke Ingels Group: i progetti dello studio di Copenhagen

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Bjarke Ingels, giovane architetto danese con studio a Copenhagen, ma progettualmente attivo in tutto il mondo, sta realizzando un ampia gamma di opere volte a diffondere una nuova visione delle emozioni che l’architettura dovrebbe trasmettere. In senso generale, la ricerca che sta dietro il pensiero del suo studio si identifica nel mescolare “bene morale”, e quindi valori sociali, ecologici e sostenibili, con il piacere,

riconoscendo in essi il fine ultimo dell’uomo. In questi termini si può dire che tratta il tema della sostenibilità in modo originale, ammettendo lui stesso che progettare sostenibile non significa rinunciare, bensì vivere al meglio.

L’ESEMPIO DI COPENHAGEN

La città di Copenhagen, secondo Ingles, è un valido esempio di come la sostenibilità non richieda un sacrificio o una rinuncia ma, al contrario, sia strumento per aumentare la qualità della vita.
Si pensi solo al fatto che il 40% della popolazione cittadina utilizza la bicicletta come mezzo di mobilità principale, vedendo l’automobile come un’ intrusa all’interno della città. Questa scelta all’interno della comunità è vista come una qualità culturale e non vi è affatto polemica tra i cittadini.
Altra peculiarità dell’alta qualità ecologica della capitale danese è la grande pulizia dell’acqua del porto, e le strategie di gestione dei rifiuti, che vede la produzione di energia con lo smaltimento di gran parte di questi.

LE SPERIMENTAZIONI PROGETTUALI

Zira island

Un particolare progetto, recentemente approvato dalla commissione, vede la proposta dello studio BIG di un masterplan per la sistemazione di un’intera isola in Azerbaijan.

L’isola in questione si chiama Zira e le peculiarità più importanti dal punto di vista progettuale risultano essere la totale assenza di vegetazione e di risorse, in quanto l’isola è completamente deserta. L’idea è quella di voler riportare sull’isola le sette montagne più importanti dell’Azerbaijan, reinterpretandole come strutture architettoniche e urbane. Queste, disposte perimetralmente sull’isola, faranno da cornice ad una zona di verde centrale. L’isola è pensata come un unico ecosistema in grado di generare le proprie risorse autonomamente e in maniera del tutto sostenibile. Sfruttando l’energia del vento è stato possibile far funzionare le centrali di desalinizzazione, e utilizzando le proprietà termiche dell’acqua si è riuscito a controllare il riscaldamento o il raffreddamento degli edifici. Infine tutto l’eccesso di acqua dolce viene filtrata organicamente dal paesaggio.
In questo progetto Ingles riesce a creare natura con un intervento di trasformazione urbana, al contrario della norma dove le trasformazioni vengono fatte a spese della natura. Gli edifici, oltre a disegnare montagne, si comportano come montagne. Riparano dal vento, accumulano energia e racimolano acqua. La prima Isola dell’Asia minore ad avere zero emissioni.

The Mountain Dwelling

Altro progetto di particolare interesse è il Mountain Dwelling di Copenhagen, dove è stato realizzato un complesso di alloggi e un grande parcheggio per una superficie totale di 33000 mq. Il complesso è stato costruito in un lotto confinante con un altro progetto di Ingles, che prevedeva un enorme condominio dalle facciate distorte, per creare una vista migliore rispetto a due edifici che si guardano l’un l’altro. Con una premessa del genere anche il nuovo progetto doveva avere lo stesso gioco delle facciate per ottimizzare la vista. Ma l’idea principale che a monte del progetto è quella di pensare ad un edificio simile ad una montagna, cercando di conferirgli la giusta pendenza necessaria ad orientare tutti gli alloggi a sud.

Tramite il terrazzamento modulare di ogni alloggio si è creato un sistema di attici con giardino che mescolano la vita periferica di una casa monofamiliare con una vista metropolitana ed una densità molto alta. Il sistema di areazione del parcheggio è stato ottenuto con la ventilazione naturale, tramite la perforazione della facciata. I buchi realizzati su quest’ultima assumono un diametro di diverse dimensioni così da disegnare sulla facciata l’immagine di una montagna: l’Everest. Inoltre è stato realizzato un sistema di raccolta delle acque piovane con il fine di adoperarla per l’irrigazione automatica dei numerosi giardini. Durante l’anno, l’ effetto creato in prospetto assume realmente i comportamenti naturali di una montagna, dove il verde varia al cambiare delle stagioni. Si è così realizzato un edificio dove le persone possono trovare la naturalità di una casa indipendente di periferia, in un contesto del tutto urbanizzato.