- scritto da Ester Dedè
- categoria Progetti
Abitare sostenibile nel clima tropicale. Casa Kike in Costa Rica
Casa Kike, edificio sostenibile realizzato a Cahuita in Costa Rica dallo studio Gianni Botsford architetti, è il progetto di un’abitazione privata che si pone il problema del rapporto con il luogo, della relazione con la preesistenza, dell’utilizzo di materiali locali, dell’analisi delle condizioni ambientali e climatiche
e della ricerca di un linguaggio architettonico contemporaneo; un progetto completo, in sostanza, in cui principi insediativi, aspetti tipologici e scelte costruttive interagiscono a costituire un unicum nel processo ideativo.
E il risultato è un edificio davvero interessante in cui, a un struttura esistente tipica della tradizione costruttiva caraibica, in cui si è scelto di collocare la zona giorno, vengono affiancati due padiglioni in legno di alloro (pianta molto diffusa a livello locale) con copertura in lamiera d’acciaio ondulata, che poggiano su una base d’appoggio a palafitta, in legno anch’essa.
Nel più grande si trova la zona giorno, con una biblioteca che ospita ben 17.000 volumi e lo studio, e nel più piccolo sono organizzate le stanze da letto e i servizi igienici.
La particolarità del progetto sta proprio nella capacità del progettista di leggere il contesto in cui realizzare il suo progetto: punto di partenza era la richiesta di non abbattere alcun albero e per questo motivo è stato necessario studiare attentamente l’area per cogliere quale fosse il punto più indicato dove edificare dovendo anche mantenere una relazione diretta con la struttura esistente. Questo è probabilmente il motivo per cui il progetto è stato articolato in due volumi connessi da una passerella. La scelta di rialzare l’edificio di 1,20 mt protegge l’abitazione da possibili inondazioni che, nel periodo delle piogge, sono frequenti in questa zona e, contemporaneamente,
garantisce un maggior raffrescamento agli ambienti grazie al continuo movimento d’aria intorno ad ogni blocco. Le aperture, con i loro sistemi di chiusura e schermatura, si rivolgono al mare, sia per godere della vista panoramica sia per sfruttare la brezza marina. Anche la forma dei padiglioni trova una spiegazione nella lettura del contesto: è stata scelta una forma a parallelogramma modulata grazie allo studio dei movimenti solari per evitare ombreggiamenti dei volumi tra di loro e garantire una ventilazione continua negli ambienti di vita anche nel padiglione più piccolo che altrimenti avrebbe rischiato di collocarsi nell’ “ombra del vento”.
Tutti questi aspetti danno vita ad un’architettura che si inserisce nella tradizione costruttiva caraibica riletta in chiave contemporanea, nella ricerca di un costante equilibrio con il paesaggio naturale circostante che, in questo caso specifico, chiama fortemente ad un confronto sia dal punto di vista del linguaggio che si intende utilizzare, sia dal punto di vista ambientale, nel rispetto e nella sinergia con il clima locale e i materiali utilizzati.
Foto | en.wikiarquitectura.com