Gilles Clément: dal giardino spontaneo a quello dei Re

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Ama definirsi giardiniere, ma è noto al pubblico come teorico del Terzo paesaggio, del giardino in movimento, planetario ed alimentare. E’ il paesaggista delle piante spontanee, incoraggiatore dell’auto–semina e della migrazione delle specie. Potremmo definirlo un inoculatore di biodiversità in spazi residuali – rurali ed urbani – in parchi e giardini. La profondità, l’interdisciplinarità, la cultura e gli incarichi prestigiosi ottenuti, hanno sollecitato un grande interesse verso il suo operato e mosso riflessioni incrociate tra ecologia, paesaggio e ambiente. Questo perché la sua ricerca scientifica e i progetti realizzati sono legati a riflessioni politiche e filosofiche.

GILLES CLEMENT E LA FIGURA DEL GIARDINIERE

Lontano dalla progettazione di maniera o sensazionale, Gilles Clément applica conoscenze approfondite (agronomia, botanica, ecologia ed entomologia) in giardini in cui appare preponderante, alla fine e per occhi inesperti, la dimensione artistica ed evocativa.

L’interrogativo presente nei suoi scritti e nelle sue lezioni è come l’uomo, abitante del globo, possa operare con la Natura. Buoni e pazienti giardinieri o parassiti superbi e inquinanti? Il ruolo del giardiniere diventa centrale, specie in spazi in cui la Natura è lasciata libera di crescere; è colui che assiste e collabora con il potere creativo e generativo della stessa. Da un lato, dunque, vi è un atteggiamento conservativo di operai, nella continua e infruttuosa volontà di eseguire e perpetrare i bei disegni di carta. Essi estirpano, conservano e lottano. D’altro canto, la possibilità di diventare giardinieri planetari, esploratori di mondi lontanissimi. Essi sono osservatori curiosi, lavorano con la Natura e non contro, avvalendosi di esperti assistenti (come la talpa). Sintetizzando, propone una diminuzione dell’investimento di energia nella progettazione e manutenzione ed aumento della conoscenza scientifica e tecnica.

“GIARDINI DELLA STORIA” SENZA I RELATIVI GIARDINIERI

Gli insegnamenti di Gilles Clément, affascinanti e poetici, convincono e seducono. Le potenzialità degli spazi residuali sono un tema ormai saccheggiato in ogni facoltà di architettura e sembrano garanzia di qualsiasi progetto di paesaggisti, artisti e fotografi.

I concreti, i tecnici e i meticolosi si chiedono, a questo punto, come applichi le sue teorie ecosofiche nella pratica architettonica, specie su temi contorti e dibattuti. Per esempio, quali sono le scelte progettuali più corrette in luoghi dove la Natura sia stata da sempre addomesticata, come nei giardini del XVIII sec.? Il paesaggista–poeta li definisce ‘i giardini della storia senza i relativi giardinieri’: sono stati i paesaggi personali per Re e Principi e attualmente sono luoghi privi di committenza, soldi e soprattutto di giardinieri. Sono, inoltre, spazi concepiti in funzione dell’Uomo e non della Natura. Nel controverso dilemma tra salvaguardia del giardino storico e sostenibilità (tecniche, prodotti usati e diversificazione vegetale), oltre che risparmio di consumi e di energie, cambia totalmente l’approccio verso il paesaggio, definendo giardini eleganti, poetici e sostenibili. E’ doveroso sottolinearecome l’apparente spontaneità, libertà e ‘naturalità’ delle sue realizzazioni, siano determinate da scelte e conoscenze tecniche specifiche.

CHATEAUX DU BLOIS E I TRE STILI ARCHITETTONICI

È stato il castello dei conti di Blois e dei duchi di Orléans, abitazione nobile di sette re e dieci regine. Domina la città di Blois ed è immerso in un giardino di 5 ettari voluto da Luigi XII, caratterizzato dalla presenza di frutteti, orti e piante medicinali. La storia e le stratificazioni sono ben visibili nelle facciate del castello e sintetizzate nel cortile: le quattro ali sono il felice compendio dell’architettura francese che va dal XIII fino al XVII secolo, con i tre stili gotico, rinascimentale e barocco. L’ala Luigi XII è una struttura policroma con mattoni rossi e pietra, in cui vi sono modanature, trifore e pinnacoli di stile gotico con alcuni elementi rinascimentali. L’ala Francesco I, vertiginosa e sorprendente, presenta una scala monumentale a chiocciola con fini sculture e all’interno logge non comunicanti. Ed infine, l’ala rigorosadi Gastone d’Orleans del 1660 con arcate sovrapposte dei tre ordini (dorico, ionico e corinzio). Nel 1841 divenne monumento storico e modello per il restauro degli altri castelli. Attualmente è museo di proprietà comunale. Le facciate del cortile più eclettico della Loira, sono inoltre protagoniste del festival ‘Son et lumière’ con sorprendentivideomappingdegli intrighi, amori e drammi consumati nel castello.

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I TRE GIARDINI CONTEMPORANEI DI GILLES CLEMENT

Gilles Clément, fu chiamato per il progetto paesaggistico del giardino ed affiancato da Antoine Debrè per la progettazione architettonica (1987–1993). La singolarità della commistione dei tre stili che si affacciano, come confrontandosi, in uno stesso cortile influenzò talmente il paesaggista, che volle ricreare l’atmosfera delle tre epoche in tre giardini posti su diversi livelli. Il progetto fu solo in parte realizzato, ma rimane singolare perché riproposizione vegetale /riscrittura – degli stiliarchitettonici:

1. Giardino della scrittura simmetrica

È l’unico giardino non realizzato, articolato con false simmetrie: da un lato stanze di verzura e, dall’altro, una sequenza di piccoli giardini chiusi. Tale giardino avrebbe occupato il livello superiore e sarebbe stato l’interpretazione vegetale dell’ala di Luigi XII.

2. Giardino della scrittura dissociata

Situato in posizione intermedia, il giardino ricorda l’ala Francesco I ed è strutturato come una terrazza lunga e stretta, chiusa su tre lati da colonnati di carpini. Nelle gallerie vegetali sono intagliati grandi archi a cadenza regolare, che guardano una serie di aiuole quadrate ma con vegetazione morbida e festosa. Tale partèrre è caratterizzato da aiuole con bordi in pietra bianca al cui interno vi sono gigli, iris, emerocallidi, stipa, gaura e ametista. Il simbolismo dei fiori, in particolare dell’iris dalle forme gigliate, allude alla nobile stirpe.

3. Giardino della scrittura di connessione

Sul livello più bosso e in vicinanza alla scuola di Victor Hugo, vi è il giardino collegato all’aladi Gastone d’Orleans che ricorda gli orti prerinascimentali. Vi sono una successione di siepi di tasso sagomate ad onda e orientate verso la scuola. Le onde vegetali sono intramezzate da aiuole della stessa lunghezza e dimensione con combinazione di piante medicinali, rose e erbacee perenni (graminacee, campanule, anemoni e felci). Al centro del giardino vi sono una fontana e dei meli.

La varietà di specie, la consociazione, il gradualismo cromatico, il colto e raffinato disegno paesaggistico determinano un progetto contemporaneo svincolato dal progetto formale ma in stretta relazione con la storia, il contesto paesaggistico e architettonico.

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.