Il Fondo Rotativo di Kyoto

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Urge per l’Italia un Piano Nazionale per l’Energia e a premere su ciò sono quei soggetti che hanno partecipato al tavolo di lavoro degli enti locali per il clima che riunisce Aiccre, Alleanza per il Clima, Anci, Comuni Virtuosi, il Coordinamento delle Agende 21 locali Italiane, Inu, Kyoto Club e Upi. Il Protocollo di Kyoto il 16 febbraio scorso ha compiuto il suo settimo anno, e appena 15 giorni dopo si è avuta conferma dell’emanazione

ufficiale della Circolare del 16 febbraio 2012 attuativa del Decreto del 25 novembre 2008 dal titolo: “Disciplina delle modalità di erogazione dei finanziamenti a tasso agevolato ai sensi dell’articolo 1, comma 1110–1115, della Legge 27 dicembre 2006, n. 296 – Fondo Rotativo per il finanziamento delle misure finalizzate all’attuazione del Protocollo di Kyoto”.

GLI INTERVENTI INCLUSI NELLA MANOVRA
Gli interventi inclusi in questa manovra vanno dalla microgenerazione diffusa e per il risparmio energetico all’installazione di impianti da fonti rinnovabili, dalla sostituzione di motori elettrici industriali con motori ad alta efficienza, fino agli interventi sui cicli produttivi delle imprese che producono scarti inquinanti durante i cicli delle proprie lavorazioni. Saranno inclusi fra gli interventi anche le attività di ricerca per lo sviluppo di tecnologie innovative per la produzione di energia da fonti rinnovabili e progetti per la gestione forestale sostenibile.

Questo è solo un accenno alle numerose iniziative che potranno essere finanziate dal cosiddetto “Fondo Kyoto” – istituito con la Finanziaria 2007 per consentire la realizzazione di interventi in attuazione del Protocollo di Kyoto.

La manovra è stata resa ufficiale presso la sede della Cassa depositi e prestiti, dai ministri dell’Ambiente, Corrado Clini, e dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dal presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, dal direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini, dal presidente e dal direttore generale della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini e Giovanni Gorno Temprini.

IN COSA CONSISTE IL FONDO
Si tratta di 600 milioni gestiti dalla Cassa Depositi e Prestiti e rivolti a cittadini, condomini, imprese, persone giuridiche private e soggetti pubblici.

La circolare fa riferimento al primo ciclo di programmazione in cui verranno stanziati alle diverse regioni i primi 200 milioni di euro. I restanti 400 milioni di euro verranno destinati durante il secondo ed il terzo ciclo di programmazione, divisi in 375 milioni di euro ripartiti con il Decreto interministeriale del 18 ottobre 2010 e altri 25 milioni di euro, rientrati nella disponibilità del Fondo Kyoto.

Il ministro Passera ha tenuto a ricordare che la nazione ha bisogno di una politica energetica coerente, nell’ambito della quale ciascuna regione avrà specifiche competenze e dove l’amministrazione centrale dovrà avere un ruolo ben definito.

Le risorse relative alle misure che prevedono interventi su beni immobili (edifici, terreni e altro come definito all’articolo 812 del C.C.) sono ripartite su base regionale. Esse consistono in:
– installazione di impianti di microcogenerazione diffusa ad alto rendimento elettrico e termico;
– installazione di impianti di piccola taglia per l’utilizzazione delle fonti rinnovabili per la generazione di elettricità e calore;
– installazione di impianti per l’incremento dell’efficienza negli usi finali dell’energia nei settori civile e terziario.

Le risorse ripartite a livello nazionale sono quelle relative alle misure che prevedono:
– sostituzione dei motori elettrici industriali con potenza superiore a 90 kWe con motori ad alta efficienza;
– eliminazione delle emissioni di protossido di azoto dai processi industriali;
– progetti pilota di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e di nuove fonti di energia a ad emissioni basse o nulle;
– le pratiche di gestione forestale sostenibile attuate attraverso interventi diretti a ridurre il l’impoverimento delle riserve di carbonio nelle foreste.

Questo provvedimento attendeva di essere attivato dal 2008; il Paese ne aveva bisogno per attivare investimenti per l’innovazione della piccola e media impresa e al fine di creare una cooperazione articolata tra istituzioni centrali e periferiche: l’obiettivo è quello di costruire una rete sempre più interconnessa per assicurare al paese il governo del cambiamento.

COME VERRANNO EROGATI I FINANZIAMENTI
Le modalità di erogazione sono state definite dal ministero dell’Ambiente di concerto con quello dello Sviluppo economico. I finanziamenti sono a tasso agevolato, dello 0,5% annuo, per una durata massima di sei anni, che salgono a 15 per i soggetti pubblici, rimborsabili in rate semestrali. (per tutti i dettagli consulta la brochure disponibile sul sito di Cassaddp)

Le banche aderenti potranno concedere un finanziamento per la quota parte del costo totale del progetto che non è coperta dal finanziamento agevolato.

Le domande vanno compilate esclusivamente on line, presentate dal quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione della Circolare Kyoto sulla Gazzetta Ufficiale ed entro il 135esimo giorno. Le regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte si occuperanno direttamente della fase istruttoria, attraverso enti di sviluppo e società finanziarie regionali. Il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Corrado Clini, ha tenuto a specificare che il fondo ha carattere “rotativo” – da cui il nome – poiché si finanzia con al restituzione delle rate semestrali.

Il termine per la presentazione delle domande è il 14 luglio 2012, ed i finanziamenti dureranno dai 3 ai 6 anni per i soggetti privati e fino a 15 anni per i soggetti pubblici.

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LE NOVITA’ APPORTATE DAL FONDO ROTATIVO DI KYOTO
Se il meccanismo funzionerà sarà in grado, in futuro, di recepire risorse provenienti dalla vendita dei permessi di emissione di Co2 alle imprese, che a breve verranno messi all’asta. Secondo la direttiva europea il 50% del ricavato di queste aste dell’anidride carbonica deve essere investito in progetti per le fonti di energia alternative, con l’obiettivo finale della cosiddetta decarbonizzazione dei sistemi energetici.

Inoltre, a livello istituzionale, con il Fondo rotativo Kyoto vengono riconosciute le Energy Service Companies (ESCo) come soggetti ammissibili e parificati alle “imprese”, salvo che per la gestione forestale sostenibile, che rimarrà di competenza pubblica. Le Esco dovranno inoltre essere in possesso dell’atto di concessione su beni immobili di proprietà di “soggetti pubblici” e del Contratto di gestione su beni immobili di proprietà degli altri soggetti diversi da “soggetti pubblici”.

Gli italiani hanno compiuto dei passi avanti, ma si fermerebbero a circa 1,7% dall’obiettivo: –4,8% a fronte del –6,5% richiesto. Qualora venissero confermate le meno rosee stime europee, l’Italia pagherebbe per Kyoto un conto salato. Verrebbe portata davanti alla Corte di Giustizia Europea e da lì riceverebbe le multe previste per il mancato rispetto degli impegni. Perplessità e timori vengono espressi non solo nel mondo dell’economia e della politica ma anche nell’ambito della sostenibilità ambientale.











Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.