- scritto da Elena Bozzola
- categoria Plastica
Packaging sostenibile: un’alga per dire addio alla plastica
Gli imballaggi sono fra le principali cause della produzione dei rifiuti. Per questo da diversi anni si studiano nuovi materiali ecosostenibili e facilmente biodegradabili, per esempio a base di cera d’api e zucchero caramellato, per contenere gli alimenti. Recentemente, però, nella vasta schiera di questi materiali è comparso un derivato gelatinoso, denominato Agar, composto di alghe marine fra cui l’alga rossa, molto comune, facilmente reperibile, versatile e pure commestibile.
PACKAGING ALIMENTARE: PLASTICA ECOLOGICA DAL GUSCIO DI GAMBERI
Non è la prima volta che l’agar è utilizzato per le sue applicazioni nel mondo del packaging; Ari Jònsson, studente all’Accademia delle Arti islandese di Reykjavik, qualche mese fa ha stupito tutti con la sua bottiglia per l’acqua in agar, realizzata senza una goccia di petrolio e totalmente biodegradabile.
Partendo da quest’idea, lo studio di design giapponese AMAM ha pensato bene di utilizzare l’agar su larga scala per altri tipi d’imballaggi, ed è così che è nato il progetto “Agar Plasticity”, vincitore del prestigioso Lexus Design Award durante la scorsa edizione del Milan Design Week.
Il trio giapponese Araki, Maetani e Maruoka, supportati dal designer britannico Max Lamb, conosciuto per il suo approccio innovativo verso i materiali usati nel design, hanno creato un imballaggio prototipo per un flaconcino contenente profumo che, a scopo di test, si sono auto-spediti da Tokyo al loro hotel di Milano. Un viaggio di quasi diecimila chilometri per dimostrare l’efficacia e la resistenza del materiale. Infatti, una volta arrivato a destinazione, gli occhi della giuria non erano puntati sul contenuto ma sul contenitore, che si è aggiudicato il premio per il miglior ecodesign.
Alice Rawsthorn, membro della giuria, dichiara: “È un esperimento audace e ambizioso, che affronta uno dei più grandi problemi d’inquinamento del nostro tempo. AMAM ha fatto un enorme progresso nei mesi trascorsi dal giorno in cui lo studio è stato selezionato fino alla consegna del premio, in particolare nell’elaborazione di una vasta gamma di possibili applicazioni pratiche per il materiale. Il successo di Agar Plasticity ci dà fiducia nella loro capacità di affrontare le complessità che dovranno affrontare per lo sviluppo del progetto”.
“Bisogna supportare tutti i sostituti biodegradabili della plastica”, dichiarano i vincitori del premio, “e con il sostegno dato al progetto di Agar Plasticity vorremmo anche che questo problema non sia più ignorato”.
L’alga agar, di facile coltivazione, ha un minimo impatto ambientale perché è un sottoprodotto della lavorazione delle alghe rosse, più precisamente un polisaccaride usato in cucina come gelificante naturale grazie alla grande quantità di carragenina che contiene. Questa gelatina, con l’aggiunta di acqua, si può facilmente modellare senza che perda le sue proprietà.
“Agar Plasticity” è un prodotto talmente versatile da poter ambire alla totale sostituzione della plastica, cambiando non solo il sistema del packaging ma anche ripensando alle nostre abitudini in modo nuovo.
Nel futuro dell’ecodesign avrà sicuramente un ruolo da protagonista.