- scritto da Virginia Patrone
- categoria Progetti
Evacuata la Torre de David. Abitata da 3 mila persone era una città nella città
Caracas - La famosa “Torre de David”, divenuta negli ultimi sette anni “casa” per le 1200 famiglie (e per un totale di circa 3000 abitanti) che vi risiedevano illegalmente, è stata evacuata lo scorso luglio, probabilmente perché il complesso è stato venduto a un ignoto investitore cinese. L’edificio, che ha acquisito fama anche grazie alla ricerca dell’Urban Think Thank di Zurigo, con il quale i ricercatori hanno vinto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (e che forse è divenuta ancora più nota grazie a un episodio della serie tv “Homeland” intitolato proprio “Torre de David”) era di fatto la più famosa baraccopoli verticale al mondo (forse anche l’unica dopo la Kowloon Walled City di Hong Kong, già demolita nell’aprile del 1994), simbolo degli infranti sogni venezuelani post boom economico e post-Chavez, colui che in realtà aveva appoggiato l’orda degli “invasores” che avevano occupato l’edifico abbondonato nel 2007.
CARACAS: IL PROGETTO PER COMBATTERE L'ABUSIVISMO EDILIZIO
La costruzione del Centro Financero Confinanazas, più nota però come Torre de David dal nome dell’imprenditore che ha finanziato il progetto (David Brillenburg) iniziato negli anni novanta, era sentita da molti venezuelani come la concretizzazione di una svolta per l’economia del paese, perchè il mega centro era destinato a divenire il simbolo della borsa e di un’economia svettante a emulazione di Wall Street.
David Brillenburg era un banchiere che aveva fatto fortuna negli anni settanta durante la grande crescita economica del Venezuela. La costruzione del complesso, che conta un’area di 221 mila mq ed è costituito da cinque edifici e una torre di vetro di 47 piani, si è interrotta poi nel 1993 a causa della morte di Brillenburg e del conseguente collasso dell’economia nel paese, quando ormai il progetto era quasi terminato. Torre de David è rimasta incompiuta e inutilizzata sino al 2007, anno in cui l’edificio è stato invaso da diverse centinaia di donne e uomini senzatetto.
Non si può affermare che la vita all’interno di Torre fosse facile: dei quarantasette piani totali, solo i primi ventotto erano abitati perché naturalmente il servizio dell’ascensore non era incluso nel servizio di benvenuto; gli abitanti inoltre si erano arrangiati procurandosi acqua (che arrivava solo sino al quinto piano) ed elettricità con installazioni di base create da loro.
Per molti Caraqueños la torre era diventata il simbolo di tutto quello che non funzionava nella città e nel paese; si vociferava per esempio (e in qualche modo le voci ricalcavano la realtà) che fosse abitata da membri di associazioni criminali e violente, però allo stesso tempo all’interno si era creata una comunità vibrante e dinamica, che si era dotata non solo di appartamenti, ma di negozi, di una chiesa, mini market, parrucchieri, palestra, ambulatori medici e saloni di bellezza: una vera propria città nella città, si diceva infatti che non vi fosse necessità di uscire dalla torre perché lì si poteva trovare tutto ciò che serviva.
I residenti della Torre pagavano 32 dollari di spese mensili per il condominio e per la guardia armata (che forniva un servizio continuo, 24 ore su 24), inoltre la comunità era amministrata in maniera completamente autonoma avendo formato un mini governo cooperativo, che gestiva l’organizzazione e puniva i comportamenti asociali assegnando mansioni di riparazione o altre faccende utili a migliorare le condizioni dell’edificio.
Se da un lato quindi Torre David era una vera e propria casa per alcune migliaia di persone che avrebbero vissuto altrimenti per la strada o in altre slum della città, era d’altro canto un forte simbolo di fallimento del capitalismo e della negligenza del governo su alcuni temi sociali e la materializzazione dell’immane polarizzazione economica -presente in Venezuela come in diversi paesi sud americani- che tutt’oggi divide ricchi e poveri.
Nel luglio del 2014 il governo venezuelano ha iniziato le manovre di sfollamento del palazzo, chiamando in causa la totale mancanza di sicurezza per i residenti, che in parte sono stati trasferiti in abitazioni popolari di Ciudad Zamara, una cittadina a più di un’ora di macchina dalla capitale.