Una casa passiva in Umbria. Il progetto, i materiali, le tecnologie

Casa-passiva-masciarelli-b1

Uno dei problemi che si incontrano nell’affrontare la progettazione di una casa passiva in climi temperati come quelli del Centro Italia, è l’adeguamento del concetto casa passiva, originariamente pensato per climi freddi. La casa passiva progettata vicino Perugia (Località Fontana) dall’architetto Masciarelli, intervistato

per Architettura Ecosostenibile, può essere considerato a buon diritto un progetto pilota nel campo della progettazione di case passive in climi temperati.

IN COSA CONSISTE LA RIVISITAZIONE DEL MODELLO CASA PASSIVA PER L’ADEGUAMENTO A CLIMI TEMPERATI?
Abbiamo studiato il comportamento estivo di un edificio passivo in zona temperata, con inverni freddi ed estati calde. Ci siamo spinti a dire che il concetto di casa passiva per cui in un clima freddo non dovrebbe essere necessario avere l’impianto di riscaldamento, si sposta in estate a dire che non è necessario avere l’impianto di raffrescamento, nonostante questo non sia un obbligo per la casa passiva, che in molti casi è dotata comunque di impianti aggiuntivi di climatizzazione, purché non superi nel complesso il consumo annuo di 120 kwh/mq.
L’impianto di ventilazione meccanica controllata basta da solo a garantire un clima interno buono sia in inverno che in estate, senza il bisogno di ulteriori impianti: questa è la grande scommessa che ci siamo posti, e ci siamo riusciti.

Con tre anni di progettazione e due di cantiere, la casa vive la sua vita attiva ormai da luglio 2010, è stato quindi monitorato il suo comportamento sia d’estate che d’inverno.

Il risultato? L’efficienza dell’impianto passivo ha reso superfluo l’utilizzo sia del riscaldamento sia del condizionamento.

IL PROGETTO

Il gusto e lo stile personale dell’architetto–committente si sono incontrati in maniera dialettica con gli standard casa passiva, senza che né l’uno né l’altro scadesse di qualità. La doppia altezza nel soggiorno è stata infatti per il progettista una scommessa dal punto di vita del funzionamento passivo, trattandosi di andare a ventilare un volume doppio, basandosi sull’esperienza e alcuni dati teorici, sono riusciti a far funzionare il sistema in un caso assolutamente non ortodosso rispetto alle indicazioni della casa passiva. Grazie dunque all’accurata progettazione, questo esperimento gode di una qualità formale ed estetica che ne esaltano l’individualità e allo stesso tempo gli permettono di integrarsi con armonia nel contesto paesaggistico, nonostante nel progetto non ci sia nulla di tradizionale.

LA TECNOLOGIA E IL RISPARMIO ENERGETICO
L’edificio rispetta i criteri fondamentali di casa passiva, ed è ora in attesa del certificato passiv–haus. L’impianto di ventilazione meccanica controllata (VMC) consiste in una presa d’aria, costituita da tre tubi di materiale plastico alimentare posizionati nel retro della casa che hanno la funzione di prelevare l’aria esterna, portarla successivamente a due metri sottoterra dove avviene lo scambio di calore con il terreno (il quale è dotato di un’elevata inerzia termica che ne rende la temperatura pressoché costante).

Dopo il trattamento geotermico l’aria viene incanalata in una macchina di ventilazione, viene scambiata con l’aria esausta in uscita, silenziata e immessa nella casa. Un sensore interno controlla che la temperatura non scenda mai sotto i 20°C, se ciò si dovesse verificare, una pompa di calore ha la funzione di integrare il calore mancante.
Inoltre sul tetto abbiamo 40 mq di pannelli fotovoltaici non silicei, ma in CIGS, acronimo inglese che sta per copper (rame) indio gaudio selenio, che hanno un ciclo fine vita più ecologico, un rendimento leggermente più alto e un minor costo; per ora abbiamo 6,5 kW, ma possiamo arrivare fino a 8–9 kW.
Ci sono poi circa 8 mq di pannelli per l’acqua calda, poi abbiamo anche un impianto di raccolta dell’acqua: tutto il tetto è canalizzato e raccoglie l’acqua piovana che viene poi mandata in due cisterne da 25 mc, ovvero cinquemila litri d’acqua.

Grazie a questo impianto il consumo energetico della casa è pari a zero.

I MATERIALI E L’ECOSOSTENIBILITA’

Casa-passiva-masciarelli-c

I materiali sono tutti riciclabili e riciclati, come la pavimentazione esterna o i pannelli di isolamento termo–acustico delle partizioni interne (in fibre di poliestere riciclata, proveniente dalle bottiglie di plastica). Il rivestimento esterno, in legno europeo proveniente da siti controllati per la riforestazione, non sono trattati in alcun modo e costituiscono lo “stato di sacrificio” della parete.
L’isolamento termico esterno è in fibra di legno, vantaggioso in estate per l’elevata inerzia termica che impedisce al calore di penetrare all’interno della casa.

Anche per quanto riguarda i rifiuti del cantiere siamo stati particolarmente attenti. Le pietre rimosse durante lo scavo di fondazione sono state tutte conservate e riposizionate su fronte nord come contenimento del terreno; mentre per esempio gli scarti degli isolanti termici sono stati riutilizzati per i solare i pilastri esterni. Un altro accorgimento molto importante è stata la scelta di materiali provenienti tutti da luoghi più vicini possibile, in modo da ridurre i consumi legati ai trasporti.

ACCORGIMENTI ESTIVI
Per fare in modo che una casa passiva funzioni bene anche d’estate, ed evitare quindi il surriscaldamento dovuto all’esposizione a sud, sono necessari una serie di accorgimenti che impediscano alla radiazione solare di entrare in casa. Un ampio porticato, molto alto e aggettante, funge allo scopo, insieme a dispositivi di oscuramento totale dei vetri basso–emissivi, e all’uso materiali che evitino la rifrazione. Inoltre la ventilazione della parete e il già menzionato isolamento termico, unito all’impermeabilizzazione all’aria, fanno si che la casa goda di un clima costante variabile tra 20°C e 23°C per tutto l’anno.














Giulia Custodi

Giulia Custodi Architetto

-