Non ve ne frega di essere virtuosi? Riciclate per risparmiare denaro. Il Reverse Vending conviene

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Effettivamente non riesco ancora a capire perché bisogna incentivare la gente per fare quello che è un semplice dovere di civiltà e un segno di rispetto per tutti e per le generazioni future. Sto parlando della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti. Ma i tempi sono questi, purtroppo, e far leva sul portafogli è l’unica soluzione possibile per avere risultati apprezzabili nel breve periodo. Su molti blog capita sempre più spesso di leggere che Tizio, durante il suo viaggio all’estero, girovagando per la città X notava per la prima volta (meraviglia!) strade pulite prive di rifiuti abbandonati, in special modo lattine e bottiglie di plastica. Perché? Al di là del solito mito esterofilo (spesso vero, anche se duole ammetterlo) della superiore civiltà che albergherebbe nei cittadini d’oltralpe, questo capita in primo luogo perché quelle persone hanno capito che quei rifiuti hanno un valore. Lascereste per terra il vostro denaro? Bene, per i rifiuti è lo stesso ragionamento, e quanto prima lo capiamo tanto meglio sarà per noi, la nostra salute, il nostro portafogli, le nostre città e l’ambiente. Non ve ne frega niente di essere virtuosi? Fatelo per non sprecare denaro, e benvenuti nel sistema del reverse vending, che non è altro che la possibilità di rimborsare il cittadino che riconsegna prodotti quali lattine, bottiglie di plastica o di vetro con moneta contante o buoni acquisto.

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Ed ecco che ancora una volta, quello che all’apparenza sembra un concetto rivoluzionario è in realtà qualcosa di vecchio come il mondo, poiché si tratta del sistema del “vuoto a rendere” (anche se chiamarlo reverse vending fa indubbiamente più figo, vuoi mettere..), un sistema che da noi prosperava anni fa, ma che è stato dimenticato per colpa dell’avvento della malata cultura dell’usa e getta, nata e cresciuta sull’onda dei prodotti di plastica (petrolio uber alles).Eppure sembra sempre che si parli di cose dell’altro mondo, ci si stupisce che all’estero il vuoto a rendere non solo non sia stato abbandonato, ma che si sia evoluto e che addirittura funzioni. La verità è che in Italia laddove questo servizio esiste (vedi ad es. Piemonte e Trentino, o alcune aziende virtuose italiane del settore come Eurven) tutt’ora si parla di eccellenze, mentre in molti paesi europei fa parte della normale vita quotidiana e a fare eccezione sono piuttosto coloro che non adottano queste pratiche.

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In Germania il “pfand” (la cauzione sulle bottiglie vuote) non funziona solo nei supermercati, ma anche nei bar/kebab/paninoteche. Inoltre quando si comprano le bevande sull’etichetta ove è indicato il prezzo è evidenziato il costo del contenuto e il costo del contenitore oltre il prezzo totale. Oltre al vuoto a rendere, che sensibilizza i cittadini, sul fronte della grande distribuzione è bastato fare una semplice legge che obbliga dal 2009 i produttori/distributori di merce confezionata a garantire la raccolta differenziata. Capita così che dopo le casse ci sia una sorta di isola ecologica dove smaltire gli imballaggi prima di portarseli a casa. Dovendo pagare le società dedite allo smaltimento, le grandi catene tedesche fanno pressione sui fornitori per quantità e qualità degli imballaggi che vengono così ridotti al minimo possibile, alleggerendo discariche e inceneritori.

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Quello di dare un valore preciso agli imballi è un passo importantissimo per la risoluzione del problema rifiuti, primo perché se su una scatola c’è scritto il valore e se c’è qualcuno che lo corrisponde, in molti si occuperanno di raccoglierla, secondo perché i consumatori, al momento dell’acquisto, sceglieranno di certo l’imballo meno costoso, quindi le aziende produttrici si ingegneranno per forza nel fare imballi più “leggeri” possibile.

L’ideale sarebbe smettere di comprare l’acqua in bottiglia regalando soldi alle multinazionali e preferire ad essa l’acqua di rete, che costa fino a 400 volte meno ed è più controllata (l’acqua minerale NON è affatto detto che sia meglio di quella del rubinetto), o al più di acquistarla in bottiglie di vetro, che danneggiano meno l’ambiente (in Australia hanno iniziato a bandire le bottiglie di plastica).

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Secondo l’European Environment Agency, nel 2006, in Germania finiva in discarica solo circa l’1% dei rifiuti non trattati del Paese. Possibile fare meglio di così? Secondo il Governo tedesco sì, e l’obiettivo è che entro il 2020 la Germania riesca ad eliminare del tutto le discariche e raggiungere il 100% del riciclaggio.

Ma qui in Italia, nel Paese dove regnano ancora i bidoni per le strade, come nel dopoguerra, la strada da fare per raggiungere anche solo quell’1% è ancora lunga.

Per approfondimenti:
http://www.reversevending.it/index.asp
http://www.reverse–vending–india.co.uk/

Alberto Grieco

Alberto Grieco Architetto

Frequentando una signora chiamata Storia, ha scoperto che l’architettura bio-eco-ecc. non ha inventato Nulla©, ed è per questo che perde ancora tempo sui libri. Architetto per vocazione; tira con l’arco, gira per boschi, suona e disegna per vivere. Lavora nel tempo libero per sopravvivere.