Vincent Callebaut per il recupero di un'ex area industriale di Bruxelles

Trasformare il proprio patrimonio edilizio secondo i principi della sostenibilità: una sfida che molte città si trovano ad affrontare per garantire la diminuzione di emissioni CO2 (come indicato nell'Accordo sul clima della COP 21) e traghettare la rete sociale ed economica verso un futuro low carbon, in cui le energie rinnovabili giocano un ruolo di prim'ordine. Da queste premesse è nato il nuovo progetto di recupero “Tour & Taxis” dello studio Vincent Callebaut Architectures, che darà nuova vita a un’ex area industriale di Bruxelles, mettendo in pratica tutti i postulati dell’edilizia sostenibile e integrando soluzioni che assicurino l’autosufficienza e il risparmio energetico mediante l’utilizzo di energie rinnovabili.

Un intero eco-quartiere all’avanguardia, completato da tre foreste verticali, progettate dall'architetto utopico Vincent Callebaut, alte 100 metri a uso residenziale, occuperà l’antica zona industriale di Tour et Taxis a Bruxelles, un tempo luogo adibito allo sdoganamento delle merci e ai magazzini e situata nella semi-periferia della città belga, tra i quartieri di Laeken e Molenbeek. L’area fu costruita fra il 1902 e il 1907 lungo il canale di Bruxelles e aveva come fulcro il terminal commerciale della Gare Maritime, cuore pulsante e simbolo importante negli anni del boom dell’industrializzazione.

La riqualificazione de La Gare Maritime

Su una superficie di ben 135.000 metri quadrati, Callebaut e i suoi collaboratori reinterpretano e riqualificano nel loro tipico modo visionario ma in chiave sostenibile, gli spazi e le strutture di un glorioso passato. 

La Gare Maritime, fulcro commerciale dell'ex area industriale di Bruxelles e circondata da un grande parco pubblico, sarà trasformata in un enorme campus di circa 40.000 metri quadrati. L'architettura storica sarà riqualificata con l'utilizzo di materiali sostenibili e prestando una particolare attenzione all’impatto ambientale. Spazi a uso misto per le attività professionali (uffici, laboratori), e per quelle di vendita al dettaglio (negozi, mercati, fablabs, showroom, ristoranti) saranno collocati all’interno del vecchio terminal, di cui verranno mantenute le strutture portanti e che diventeranno una sorta d’involucro esterno in ferro e vetro. Le nuove costruzioni del campus faranno largo uso del legno e in particolare di CLT, allo scopo di ridurre l’impronta ecologica del progetto, il cui obiettivo generale è quello di valorizzare il patrimonio esistente rispettando le tre R della sostenibilità: ridurre, riutilizzare e riciclare.

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Le foreste verticali

Nel vasto progetto di Vincent Callebaut per il recupero dell'ex area industriale di Bruxelles rientrano anche tre imponenti edifici residenziali caratterizzati da un’ampia presenza di giardini verticali pensati come una sorta di lungo scivolo che scenderà sinuoso fino a venti metri da terra ospitando piante di varie specie e pannelli solari.

Passerelle e sentieri attraverseranno uno stagno naturale e biologico, pensato per richiamare la biodiversità della città belga, collegando le residenze al campus.

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Una comunità autosufficiente

Il nuovo eco-villaggio produrrà più energia di quella necessaria grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici, pale eoliche, energia geotermica. Si stima che tutte queste tecnologie copriranno il 186% del fabbisogno annuo dell’area. Il progetto, pensato e sviluppato intorno a tre assi principali (riqualificazione del patrimonio storico, comunità sostenibili, acqua), produrrà certamente impatti positivi sulla crescita economica e culturale di Bruxelles; un luogo dove si possa piacevolmente lavorare, vivere e giocare.

Elena Bozzola

Elena Bozzola Architetto

Si è laureata quando la parola “sostenibile” la pronunciavano in pochi e lei si ostinava a spedire email sulla tutela ambientale a tutti i suoi amici. L’incontro con Architettura Ecosostenibile è stato un colpo di fulmine. Ama la fatica delle salite in montagna e una buona birra ghiacciata dopo la discesa.