One Sense, a Roma il primo ristorante fruibile dai non udenti

Il ristorante per non udenti One Sense a Roma.

One Sense è diventato il primo ristorante in Italia fruibile dai non udenti. Lo spazio dal design post industriale, il cibo solidale e le ricette d’autore contribuiscono a far vivere una piacevole esperienza gastronomica, ma non sono la caratteristica principale del ristorante di Roma: il locale è uno dei pochi al mondo dove si può ordinare anche in Lis, la lingua dei segni italiana, ed i segni internazionali (Sign International).

One Sense è il sogno di una giovane imprenditrice romana, che ha avuto il coraggio e la forza di entrare nel mondo della ristorazione moderna nonostante i pregiudizi. Dopo una lunga e scrupolosa ricerca di un locale adatto alle sue esigenze, Valeria, supportata dalla madre, ha individuato in un ex deposito di prodotti audiovisivi di Roma il luogo ideale per dare vita al suo ristorante.

L’idea di un ristorante fruibile dai non udenti

A raccontare la nascita dell’idea di One Sense è Valeria Olivotti, detta “Valla”, titolare del ristorante che, con l'aiuto della mamma Donatella, ha aperto questa attività di ristorazione nel popolare e storico quartiere romano della Garbatella.

La gente pensa che i sordi siano stupidi. Ma facciamo una vita normale, guidiamo, balliamo, cantiamo persino”, dice Valeria. Proprio in virtù di questa affermazione si comprende il motivo e la forza d’animo che ha spinto Valeria a volersi integrare ma nello stesso tempo a distinguersi positivamente dal resto delle persone che la circondavano. La sua particolarità, quello che per molti viene percepito come una mancanza, lei lo ha trasformato nel suo punto di forza e il fatto di essere lei stessa sordomuta le ha permesso di entrare nell’ottica dei bisogni di chi come lei non può apprezzare suoni e parole ma che ha gli altri sensi amplificati.

I suoi colorati tatuaggi e il suo sorriso trascinante testimoniano un carattere estroverso. Purtroppo, come ancora accade troppo spesso, un difetto fisico o una mancanza possono essere causa di fenomeni di bullismo o indifferenza anche tra bambini, ed è quello di cui Valeria è stata vittima sin dalle scuole medie quando, iscritta dalla madre in una classe per udenti, ha dovuto sopportare l’umiliazione di vedere i propri compagni trasferiti dai rispettivi genitori in altre classi pur di non far condividere l’aula con una bambina sordomuta.

“Quello che vorrei dimostrare è che anche noi sordi comunichiamo, ma in una maniera diversa”. Coloro che percepiscono questa diversità come una barriera sono le prime vittime: vittime di un'ignoranza che ostacola l'integrazione fra persone. È per questo motivo che Valeria ha pensato di aprire a Roma One Sense, il primo ristorante fruibile anche dai non udenti, perché nel cibo e nel consumarlo insieme vi è un atto quotidiano di condivisione e convivialità fra persone, e nello stare a tavola spesso molte diversità spariscono.

Lo staff del ristorante One Sense.

“Così, grazie al sostegno straordinario di mia madre, tre anni fa ho deciso di realizzare un progetto di ristorazione che non avevo mai visto in giro per il mondo. Ce l’ho fatta perché non mi sono mai arresa di fronte alle tante difficoltà incontrate e One Sense rappresenta questo, una sfida vinta da una giovane ragazza sorda convinta che attraverso il cibo l’integrazione tra il nostro mondo e quello degli udenti sia più facile da raggiungere”.

Gli spazi del ristorante One Sense

Il ristorante One Sense conta ben centotrenta coperti e gli spazi sono stati progettati con uno stile lineare e moderno che, grazie all’uso di materiali e colori caldi, offre un senso di accoglienza.

La sala centrale del ristorante One Sense per non udenti. 

La sala centrale, illuminata da lampade realizzate a mano, è ospita l’area per i clienti, il lungo bancone del cocktail bar, la cucina a vista e la parete che all’occorrenza si trasforma in un palco per gli eventi. La sala laterale destra è completamente vetrata ed è divisa tra i tavoli con sgabelli per gli aperitivi e lo spazio relax con divani e libreria sociale.

Il bancone del cocktail bar del ristorante One Sense per non udenti.

La sala laterale del ristorante One Sense per non udenti.

La sala laterale sinistra è quella per i clienti più riservati, con una seduta in pelle unica lunga oltre dieci metri e tavoli separati.

Nelle sale interne le sedute di design sono quasi tutte differenti per tipologia e colore.

La sala lettura del ristorante One Sense per non udenti a Roma.

La targhe indicative in LIS del ristorante One Sense.

Nel primo ristorante anche per non udenti non manca poi l’attenzione alle esigenze particolari del mondo moderno: lungo le pareti del locale sono presenti prese di corrente posizionate nei pressi di ogni tavolo, utili per ricaricare i propri dispositivi elettronici portatili, e il servizio wi-fi è gratuito per tutti i clienti. Alle pareti sono collocati dei monitor dove vengono proiettati anche video originali prodotti dallo staff di One Sense di Roma.

Inoltre la musica di sottofondo è in filodiffusione e le casse sono posizionate sui soffitti per non disturbare i fruitori del locale creando così un’atmosfera piacevole.

Un ristorante inclusivo attento alla provenienza degli ingredienti

Valeria è riuscita a coinvolgere nel suo progetto anche lo chef Fabio Campoli, che ha curato il format di One Sense. Campoli si è occupato dello studio dell’offerta gastronomica, della formazione dello staff e della selezione delle forniture alimentari, coinvolgendo aziende solidali. Dopo mesi di studio, lo chef ha consegnato allo staff di One Sense un know how dell’attività da svolgere che oggi sta dando i suoi frutti.

Per Valeria, che è la titolare di questo progetto di food experience, alla base di One Sense c’è l’integrazione tra i sensi e tra le persone: si tratta di un programma che unisce il piacere del cibo a quello dello stare insieme.

I cibi, rigorosamente biologici, sono preparati con ingredienti delle comunità di Capodarco e San Patrignano, il che fa diventare i piatti del menù non solo qualcosa di ricercato dal punto di vista della genuinità ma anche un simbolo di inclusione sociale.

Sugli scaffali si trovano libri sulla sordità e dizionari dei segni ed il menu ha dei numeri accanto a ogni portata, così da rendere più facile la lettura del labiale ai camerieri, dal momento che nel personale sono impiegati anche due non udenti.

Il motto di One Sense: accontentare tutti

One Sense è stato progettato per soddisfare sia i palati più raffinati che per rispondere alle possibilità economiche di tutti.

Il menù è composto da un numero contenuto di portate per poter gestire al meglio la qualità di ogni piatto; alla carta vi sono massimo 8 antipasti, fritti, primi, pizze, crostini, secondi, contorni e dolci.  La birra è rigorosamente artigianale, in bottiglia e con tappo di sughero, mentre i vini sono divisi in tre gruppi: bianchi e rossi del nord, centro e sud, e bollicine.

Le fasce di prezzo del ristorante e cocktail bar sono abbordabili e anche i più esigenti in fatto di vini possono soddisfare le loro richieste trovando alcune etichette di gran livello.


Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.