Legno dentro e fuori: architettura organica nella giungla di Taipei

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Sorta sulle rovine di un’antica cascina in mattoni, nel bel mezzo della giungla di Taipei a Taiwan, l’opera dell’architetto finlandese Marco Casagrande ha reinterpretato il concetto di residenza unifamiliare immersa nella natura. Ultra–Ruin è il progetto di un’abitazione dall’assetto flessibile, dinamica e aperta alla foresta circostante. Sotto certi aspetti l’edificio in legno ricorda l’insieme di frammenti di una struttura “improvvisata” invasa dalla vegetazione; secondo altre prospettive richiama spazi ricercati e curati.

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L’idea di questa architettura organica nasce quindi dall’improvvisazione, ispiratadalla giungla e dalle tradizioni locali, e si sviluppa in maniera completamente libera e aperta a partire dal rudere di un casale abbandonato, fondendo la casa con la vegetazione circostante in un’area terrazzata destinata ad attività agricole di circa 520 mq.

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Il primo prototipo di Ultra–Ruin è stato sviluppato nel 2009 e l’abitazione di Taipei è il risultato dell’unione di spazi multifunzionali, che possono essere utilizzati sia come ambienti domestici sia come spazi destinati alla meditazione. La continuità spaziale tra interno ed esterno è molto flessibile: la giungla entra nella casa, mettendo in discussione la percezione di “dentro” e “fuori”.

CONNESSIONI DI LEGNO

Per rendere omaggio ai ruderi esistenti, le parti murarie in mattoni sono state mantenute e completate da elementi in legno.
Il sito si trova al confine tra terreni agricoli terrazzati e la fitta vegetazione della giungla. In questa zona l’opera è quasi interamente circondata da alberi, vigne e arbusti. L’aspetto vegetativo è stato incluso nel progetto che si sviluppa su due livelli di spazi congiunti, esterno e interno.

Il legno è stato scelto come materiale a vista per garantire il legame diretto con l’ambiente; le essenze locali come l’acacia e il cipresso sono state scelte e utilizzate per la passerella e le scale che conducono all’ingresso della casa.

La scelta del legno è stata guidata anche da aspetti pratici legati al clima. Infatti, in quest’ambiente dove l’umidità è importante, una buona ventilazione è essenziale e l’edificio in mattoni non la favorisce. Di conseguenza, sono stati inseriti dei brise–soleil e dei pergolati che permettono la libera circolazione dell’aria.Tutto ciò contribuisce a creare una continuità flessibile tra gli spazi interni ed esterni: “l’interno è fuori e la giungla è in casa”.

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UN “ACCADIMENTO ORGANICO”

Marco Casagrandedescrive l’edificio come un “accadimento organico” poiché la sua planimetria è stata definita dalla natura.

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Gli spazi si organizzano intorno agli alberi esistenti e la disposizione generale segue il contorno del sito. Pertanto, non si è trattato di liberare il luogo e di creare una struttura nuova e autonoma, ma di integrare il nuovo attorno al costruito e all’esistente. Per tale motivo, piuttosto che realizzare una strada d’accesso per i lavori, tutti i materiali utilizzati sono stati trasportati a piedi dalla strada principale, cosa che ha richiesto ulteriore lavoro.

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Il progetto è nato in stretta collaborazione con il cliente ed è di tipo evolutivo. L’idea iniziale era quella di realizzare il tavolo attorno al quale sedersi e parlare. In seguito, si è pensato a come creare un primo spazio funzionale attorno a tale tavolo. Successivamente, spazi dedicati ad altre attività sono stati ideati e, sempre in continua concertazione con il cliente, l’edificio prosegue la sua evoluzione in forma aperta.

Sara Bernarotti

Sara Bernarotti Architetto

L’architettura è la sua passione assieme al jazz e al vino. Perfezionista da sempre, innamorata del bello, della tradizione, del design e della fotografia, osserva la vita con curiosità e determinazione. Vive nel sud della Francia restando comunque aggrappata saldamente alle sue origini sarde e toscane.