- scritto da Giulia Radaelli
- categoria Progetti
Il nuovo volto green di Mosca: infrastrutture come paesaggi urbani
Nell’era dell’ipermodernità le reti digitali ci hanno in parte liberati dalle ormai obsolete servitù date dalla necessità di un accesso fisico: cui le infrastrutture possono diventare “slow” e, combinandosi con quelle tradizionali, “fisiche”, possono portare ad una riorganizzazione complessiva del territorio. La trasformazione in spazi della stanzialità, dello stare e dell’incontro, e non solo del transito, non è più una remota realtà: una rivitalizzazione di tali infrastrutture che, sia come beni materiali che virtuali, assicurano la relazione tra economia, cultura, società, beni comuni, e dunque consentono il proliferare delle relazioni ormai indispensabili nella cosiddetta “società delle reti”, non è semplicemente possibile, ma decisamente auspicabile.
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Foto in copertina: © Olga Ascension
INFRASTRUTTURE: DRIVER DELLA TRASFORMAZIONE TERRITORIALE
“Le infrastrutture possono ormai affrancarsi dalla logica funzionalista che tendeva a ridurle a spazi serventi subordinati ad altri spazi da servire. Possono essere riguardate come un driver della trasformazione urbana e territoriale, che stimola le potenzialità trasformative degli spazi attraversati, innescando processi di sviluppo locali” (ALBERTO CLEMENTI, Un’altra urbanistica. In: MOSE’ RICCI, Nuovi paradigmi, Edizione LISt Lab, San Casciano val di Pesa (FI), 2012.pag. 112)
Il volto “green” di Mosca
Questa la scelta attuata a Mosca negli ultimi anni, dove si è deciso di allinearsi ad altre Smart Cities abbracciando un atteggiamento più rispettoso verso una mobilità “leggera”, grazie ad un’ iniziativa curata dal Dipartimento della Cultura mirata a modernizzare gli spazi pubblici della capitale: partendo dalle grandi aree verdi quali Gorky Park e Sokolniki Park nel tempo semi abbandonati, si è attuata una riqualificazione della maggior parte delle aree verdi cittadine, prestando grande attenzione a riservare luoghi al “traffico” ciclo–pedonale e alla cultura, nella volontà di accogliere, in maniera più consona, i sempre più numerosi “eco turisti” che ogni anno si accingono a visitare la capitale russa.
All’interno di questa iniziativa di ampio respiro si colloca il progetto di “anello verde” del gruppo Wowhaus Architecture Bureau, una riconversione di una strada a 4 corsie che costeggiava il fiume Moscova in un parco urbano che estende la fascia verde dalla parte nord del Gorky Park alla sponda meridionale del fiume, un nuovo Landmark per la città, capace di rendere popolata e popolare la zona Muzeon, tra la Central House of Artists Gallery e il fiume sopracitato.
Un dimenticato lungofiume diventa, grazie a tale intervento, una attraente asse di 10 km di percorsi ciclo–pedonali, aree verdi, padiglioni, noleggi di biciclette, esposizioni a cielo aperto, giochi e sport: un paesaggio urbano fruibile durante tutto l’anno, che integra il dimenticato lungofiume alla frenetica vita della capitale; un restyling green per il nuovo volto di una città ormai ex post industriale.
Il progetto “Krymskaya Embankment” articola la riva del fiume in quattro aree a diverse vocazioni, tenute insieme da un lungo nastro, fortemente connotato dal leit motiv dell’onda che, ripetendosi nei percorsi, nelle sedute, negli edifici, diventa un elemento di paesaggio artificiale quasi ridondante.
La prima area ha prevalentemente una vocazione stanziale, essendo dotata di numerose sedute e palchi in legno per performance all’aperto, la seconda è connotata da una struttura lunga circa 200m con profilo del tetto ondulato contenente gli studi degli artisti e gli spazi espositivi ad essi dedicati, costeggiata da un percorso che conduce ad una imponente fontana che, con i suoi 203 getti d’acqua e sistema di illuminazione a variazioni cromatiche crea un’atmosfera estremamente suggestiva; l’ultima area, la “green hills”, comprende la maggior parte delle aree verdi del parco, attraversate da sentieri e intervallate da vari padiglioni e sedute “fuori scala”.
- crediti fotografie © Alexander Minchenko