L'architettura in bambù di Ibuku: innovazione ecologica e sperimentazione

L'architettura in bambù di Ibuku

Ibuku non è solo uno studio di architettura conosciuto in tutto il mondo per le costruzioni in bambù immerse nella natura tropicale indonesiana. È anche un approccio, un modo di vedere la realtà in cui l’uomo non domina, bensì è parte integrante della Natura, che rispetta e osserva continuamente, traendo da essa importanti insegnamenti. L'architettura in bambù di Ibuku ha una storia che inizia negli anni precedenti il completamento delle prime costruzioni sperimentali in bambù e dell'ormai conosciutissimo Sharma Springs Residence, l'edificio in bambù più alto di Bali.

Sharma Spring Residence, l'esempio più noto di architettura in bambù di Ibuku a BaliSharma Spring Residence, l'esempio più noto di architettura in bambù di Ibuku a Bali

Il cambiamento è inevitabile, il nostro impatto sul pianeta Terra è inevitabile. Possiamo immaginare di avere un impatto positivo affinché la nostra presenza aggiunga valore al luogo che abitiamo?

Elora Hardy, designer canadese direttrice creativa di Ibuku.

Il bambù a Bali

Durante i movimentati anni ‘80 il turismo esplose in Indonesia, a Bali. Uno dei molti gruppi di visitatori stranieri, composto da designer e artisti, si immaginò il bambù come potenziale materiale da costruzione, locale e sostenibile. Tra questi c’era Linda Garland, interior designer irlandese che diverrà pioniera del bambù grazie alle sue innumerevoli residenze e arredi costruiti interamente con tale pianta abbondante sull’isola. Della cerchia di artisti e personalità peculiari in fuga - almeno temporanea - dalla società consumistica occidentale, faceva parte anche l’artista canadese John Hardy, amico intimo di Linda Garland e da lei coinvolto nella interessante sperimentazione sul bambù. John e sua moglie Cynthia, dopo aver sviluppato un business internazionale di gioielli artigianali con sede a Bali, fondarono nel 2007 la Green School, un’istituzione educativa la cui missione è formare una comunità globale di giovani leader verso un rapporto più rispettoso e proficuo con la natura. L’artista, completamente sedotto dal bambù, lo impiegò per costruire il suo showroom a Bali e poi nella realizzazione dei padiglioni della scuola. Quella che a molti apparve come un’impresa irrealizzabile, è ora il Green Village di Bali, una scuola che ogni anno accoglie più di cinquecento studenti da tutto il mondo. Dal lavoro di ricerca dei genitori deriva l'interesse di Elora Hardy nei confronti del bambù, interesse che la spingera a fondare nel 2010 lo studio di architettura Ibuku

Elora e John Hardy, fondatori di IbukuElora e John Hardy, fondatori di Ibuku

L'architettura in bambù di Ibuku

“IBU” significa “madre”, “KU” significa “mia”, a sottolineare il profondo rapporto dell’essere umano con la Natura. Da un punto di vista ideologico l’osservazione, il rispetto per la natura e l’utilizzo del bambù accomunano l’approccio progettuale di Ibuku con la missione della scuola e nella Green School sono presenti molti aspetti caratterizzanti lo studio di architettura Ibuku. Da un punto di vista pratico, molti dei professionisti che ancora compongono lo studio Ibuku hanno contribuito alla progettazione e realizzazione dei primi edifici della scuola.

Dal 2010 l’artista Elora Hardy è direttrice creativa del team multidisciplinare di Ibuku composto di artigiani, designer, architetti, ingegneri, che ha progettato e costruito oltre 100 edifici in bambù a Bali e nel mondo.

L'architettura in bambù di Ibuku è caratterizzata da quattro elementi principali:

  1. L’impiego del bambù come materiale da costruzione sostenibile per eccellenza;
  2. Lo studio approfondito del brief, ovvero l’insieme di indicazioni, necessità, obiettivi del cliente; 
  3. L’analisi del contesto di progetto come luogo fisico connotato da aspetti socio-culturali unici;
  4. L’osservazione della Natura, che accoglie il futuro edificio e chi lo abiterà.

L’impiego del bambù come materiale da costruzione sostenibile per eccellenza

La scelta di utilizzare questa pianta come principale materiale da costruzione deriva tanto da riflessioni sull’ambiente quanto da considerazioni pratiche rispetto alle caratteristiche fisiche e meccaniche del bambù. Ibuku considera il bambù come il materiale da costruzione più sostenibile per varie ragioni: il suo ciclo di crescita di quattro anni, la capacità di assorbire anidride carbonica perfino maggiore degli alberi, la facile reperibilità e lavorazione. Grazie alle innovative metodologie di trattamento è stato possibile aumentare la vita utile degli edifici in bambù, sviluppando così nuove tipologie di edifici e un vocabolario in continuo miglioramento verso un’architettura espressiva e accogliente.

Dalle parole di Elora Hardy:

Perseguire il comfort attraverso l’armonia e l’identificazione con lo spazio. Un edificio può ospitare in un equilibrio di connessione e protezione.

Recepire le indicazioni del cliente e sintetizzarle in un progetto riuscito è l’aspetto fondamentale della progettazione architettonica. Una delle peculiarità di Ibuku sta nel tentativo di mantenere una cornice quanto più naturale possibile, integrando il programma funzionale in un edificio in equilibrio all’interno del paesaggio in cui si colloca e impiegando materiali naturali, appartenenti al luogo, ricchi di espressività e che favoriscano l’identificazione empatica con lo spazio abitato. 

 

Il processo progettuale dell'architettura in bambù di Ibuku

Lo studio realizza principalmente edifici civili, con particolare attenzione al settore turistico-ricettivo. Oltre al valore estetico-espressivo dell'architettura in bambù di Ibuku, senza dubbio degno di nota, elenchiamo altri elementi che rafforzano l’originalità e l’innovatività dell’approccio di Ibuku.

  • A rendere unico il processo creativo sono gli artigiani, detentori di tecniche millenarie per la costruzione in bambù. Lo studio recupera tecniche tradizionali locali e le implementa con metodologie innovative e sperimentali.  
  • I modelli tridimensionali in bambù sono strumento di progettazione primario e principale interfaccia tra designer, artigiani e costruttori; facilitano il confronto tra le diverse figure professionali coinvolte e il controllo costante del progetto. Inoltre, la complessità geometrica degli edifici sarebbe difficilmente rappresentabile con i convenzionali strumenti di disegno.
  • Il processo è artigianale ma su grande scala. Tutte le fasi del progetto, l’ideazione del concept, le prove sui materiali, la costruzione e il design degli interni sono gestiti dallo studio, garantendo la qualità delle realizzazioni;
  • Il bambù è il materiale primario, ma viene accompagnato da altri materiali naturali per caratterizzare adeguatamente le architetture. Alcuni prodotti industriali convenzionali come il cemento armato, l’acciaio, il vetro, sono impiegati laddove non è possibile fare altrimenti per ragioni tecniche o costruttive (fondazioni, impermeabilizzazioni, fissaggi ad alta resistenza).

 

Di seguito abbiamo selezionato tre esempi del lavoro di architettura in bambù di Ibuku, in cui sono evidenti delle costanti progettuali significative per comprendere meglio il processo e gli esiti architettonici.

Moon House - guest house in bambù a Bali

Moon house: casa in bamboo a BaliMoon house: casa in bamboo a Bali

Vista interna di Moon house a BaliVista interna di Moon house a Bali

L'architettura in bambù di Ibuku rafforza l’atmosfera del luogo in cui si inseriscono. Instaurano un rapporto con il contesto, il quale viene simultaneamente completato e “sfidato” da una presenza artificiale. Il compito del progettista è di perseguire l’equilibrio tra questi due universi, natura e architettura.

Come sostenuto da Elora Hardy nella lecture in occasione del corso online erogato da BambooU: 

Noi siamo Natura, siamo un piccolo tassello di un Tutto; gli oggetti che creiamo per la nostra vita quotidiana possono essere altri tasselli che arricchiscono il Tutto.

La Moon House, guest house in bambù a Ubud, Bali, permette un’esperienza diretta con la natura. Una scala in pietra conduce all’ambiente principale riparato da una copertura gridshell reticolare di culmi di bambù. Dalla terrazza è possibile affacciarsi sul paesaggio tropicale e ascoltare lo scorrere dell’acqua del vicino fiume Ayung.

Riverbend House la casa in bambù

Vista esterna di Riverbend house, la casa in bambù a BaliVista esterna di Riverbend house, la casa in bambù a Bali

Gli interni della Riverbend house di Ibuku a BaliGli interni della Riverbend house di Ibuku a Bali

Se c’è una frase che può provocatoriamente scuotere le basi di una solida formazione scientifica nel campo dell’ingegneria edile e architettura è la seguente, sempre pronunciata da Elora Hardy:

Noi (esseri umani) non siamo perfetti, non siamo coerenti; perchè pretendiamo che tutto ciò che ci circonda, così come gli edifici, lo sia?

Dal riconoscere tale condizione dell’uomo deriva l’apprezzamento per il bambù, irregolare ma flessibile, e la certezza che il suo impiego faciliti la riconnessione delle persone con lo spazio abitato e con la natura circostante.

A differenza del precedente progetto, questo di Riverbend House assomiglia maggiormente ad un edificio canonico; a causa della destinazione d’uso che prevede permanenze di durata maggiore e dell’ubicazione selvaggia, era necessario fornire l’edificio di un involucro continuo. Nonostante tale separazione fisica rispetto all’esterno, Ibuku ha immaginato di portare all’interno la natura realizzando un’intricata struttura gridshell curva che ricorda un nido di uccelli e sostiene la copertura. 

Palestra in bambù per la Green School

Palestra in bambù The Arch Green School, progetto di Ibuku ©Tommaso RivaPalestra in bambù The Arch Green School, progetto di Ibuku ©Tommaso Riva

L'architettura in bambù di Ibuku è portatrice del messaggio che “le curve fanno parte della Natura e perciò dovrebbero contraddistinguere gli edifici che inseriamo nel contesto naturale”. I luoghi in cui viviamo dovrebbero essere spazi ricchi di stimoli percettivi, fornire occasioni per un’interazione continua con il contesto esterno e con lo spazio interno, mai asettico o banale. Ritorna ancora il bambù che, leggero e flessibile, garantisce una libertà espressiva pressoché infinita.

La nuova palestra in bambù realizzata presso il campus della Green School è un esempio di perfetta integrazione tra architettura e ingegneria, innovazione e tradizione. La struttura principale è composta da 18 archi di bambù che, curvando in due direzioni opposte, garantiscono la stabilità della copertura; questa è composta di un reticolo di listelli di bambù (ottenuti dal taglio longitudinale del culmo) curvato in due direzioni opposte a formare una superficie anticlastica, performante in caso di eventi sismici. 

 

In questi esempi brevementi discussi, così come nelle molteplici altre realizzazioni, le forme di Ibuku non sono mai sterili, non seguono mode. Piuttosto si lasciano guidare dalle potenzialità di tale pianta e, grazie anche all’esperienza ingegneristica di Atelier One e degli altri collaboratori, perseguono un’armoniosa efficienza formale artigianalmente costruita sulle necessità dell’utente.

Federico Antonelli

Federico Antonelli Architetto

Marchigiano d’origine, aspira a diventare cittadino globale. Con gli strumenti dell’ingegneria edile e dell’architettura indaga la realtà che lo circonda alla ricerca di un equilibrio tra uomo e natura. Disegna, scrive, vive all’aria aperta, sempre al seguito della sua musa...la curiosità.