Buccia d'arancia: lo scarto che non ti aspetti

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Da scarto di cucina a oggetto di design. Una ne pensano e cento ne fanno. Sono i designer, soprattutto quelli che strizzano l’occhio alla sostenibilità. Un’attenzione per l’ambiente che non dimentica l’utilità e, perché no, l’estetica. É il caso di Ori Sonnenschein, giovane designer israeliano che ha messo su Solskin Peels, una linea di stoviglie tutta particolare. Biodegradabili al 100%, cucchiai, ciotole, piatti, bicchieri e brocche nascono partendo da bucce d’arancia.

Fragrante e profumata la parte esterna del succoso frutto viene, poi, pressata e plasmata rigorosamente a mano a seconda dell’oggetto che si desidera ottenere. Si tratta ovviamente di un materiale ecologico, disponibile in natura e riciclabile in toto. Ma come renderlo utile ad essere impiegato nella vita di tutti i giorni? Al termine della lavorazione la buccia è rivestita da uno strato di materiale organico chiamato “shellaq”.

L’idea nata del nostro designer può ispirare anche i comuni mortali. Con un pizzico di creatività e ingegno le bucce d’arancia – ma anche di altri tipi di agrumi – ben si prestano a realizzare elementi decorativi per creare gioielli alternativi o piccoli oggetti, come bomboniere, ecologici e a costo zero.

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Invece, aiutandosi con semplici formine (vanno bene anche quelle da cucina, utilizzate per fare i biscotti) è possibile ricavare stelle, cuoricini, orsetti da utilizzare per decorare torte ma anche rivalutare oggetti dalla forma anonima a cui dare un tocco personale. E come dimenticare le tradizioni dei nostri nonni che ritagliavano le bucce degli agrumi a spirali, per decorare all’albero di Natale? Impagabile è, infine, il beneficio del profumo d’arancia tra le stanze di casa: la buccia posta su termosifoni e caloriferi andrà a sprigionare fragranze tutte naturali e senza spendere nulla!