Velodromo Londra 2012, la pista per il ciclismo indoor firmata Hopkins

Il velodromo Londra 2012 di Hopkins Architects.

Il Velodromo Londra 2012 firmato da Hopkins Architects è uno delle quattro strutture permanenti dell’Olympic Park, il grande Parco Olimpico realizzato in occasione dei Giochi Olimpici di Londra 2012.

Siamo nella zona est di Londra, a Stratford, e qui su una collinetta appena inverdita si staglia la sagoma iconica del London Velopark, il Velodromo di Londra 2012 dedicato al ciclismo indoor che, in occasioni dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2012, ha sostituito l’Eastway Cycle Circuit.

Il profilo della copertura a sella del Velodromo Londra 2012.

Annunciato nel 2005, il progetto per il nuovo impianto sportivo vedeva il coinvolgimento di investimenti pubblici e privati. Obiettivo degli investitori era di donare alla città un palazzetto dello sport sul margine settentrionale del Parco Olimpico, su un sito di 34 ettari, che comprendesse tutte le attrezzature per le gare di ciclismo indoor, un circuito all’aperto per le competizioni di BMX, un parco per BMX freestyle, un percorso per mountain bike, una pista ciclabile all’aperto, strutture ricreative e spazi dedicati alla ristorazione. Nella loro visione, Londra si sarebbe munita di un mega impianto che, rimpiazzando di fatto l’obsoleto Eastway Cycle Circuit, avrebbe dato maggiore lustro alle imminenti Olimpiadi, dando risalto alle competizioni internazionali e restando a disposizione della comunità al temine dei giochi olimpici anche per la sola e semplice pratica dilettantistica.

In fase esecutiva l’opera ha subito un significativo ridimensionamento passando ad occupare solo 10 dei 34 ettari previsti in fase preliminare nonostante i costi ben più elevati di quelli previsti, che non risparmiarono il Sindaco di Londra dal ricevere aspre critiche. Tuttavia, come nella più bella delle storie, il cantiere del Velodromo Londra 2012 di Hopkins Architects  partito già nel 2007, viene terminato in appena 23 mesi di lavori, rendendo il Velodromo la prima struttura location del Parco Olimpico ad essere terminata.

L'architettura dinamica del Velodromo Londra 2012 di Hopkins

Dinamico, compatto, in perenne dialogo con il paesaggio, il Velodromo Londra 2012 di Hopkins Architects è un progetto sostenibile nella sua interezza. Soprannominato affettuosamente “the Pringles” per la caratteristica forma a sella della sua copertura, appare all’orizzonte come un’onda di legno, un richiamo al moto della bicicletta sulla pista indoor. È la mimica del ciclismo a ispirare la forma distintiva dell’impianto, la perfetta ergonomia della bicicletta traslata in chiave tridimensionale nell’approccio progettuale integrato dei progettisti dello studio londinese. L’Autorità olimpica aveva fissato una serie di obiettivi di sostenibilità che si esplicitassero nei materiali e nelle prestazioni del polo sportivo, aspirazioni (quelle del cliente) completamente soddisfatte.

Vista esterna del Velodromo Londra 2012.

Tre sono gli elementi distintivi del Velodromo di Londra 2012:

  1. il basamento naturale con le sue banchine verdi su cui si impianta la struttura sportiva;
  2. la “ciotola” di forma ellittica che racchiude la pista ciclabile indoor, in parte ipogea e in parte vetrata;
  3. la leggerissima copertura a sella.

Per costruire le fondamenta dell’impianto sportivo è stato richiesto uno scavo di oltre 48 mila metri cubi di materiale, pari al volume di 20 piscine olimpiche, e in quel vuoto il velodromo lascia la sua impronta tipologica, con lo spazio necessario ad accogliere la pista, i servizi e il primo ordine di spalti. L’atrio progettato da Hopkins, completamente vetrato, è un tutt’uno con la sala di circolazione pubblica, consentendo agli spettatori di mantenere il contatto visivo con l’azione agonistica e al contempo con l’esterno ameno dell’edificio. Il vetro divide e unisce  questo anello affiorante con la copertura superiore, ripetizione volumetrica della pista ciclistica ma dilatata nello spazio. Come un cappello, sormonta e protegge, nasconde un secondo ordine di tribune e abbraccia lo spettacolo fatto di biciclette che si rincorrono veloci nell’arena.

La sezione sulle tribune del Velodromo Londra 2012.

La forma a sella del guscio di copertura compatta e sintetizza l’opera che nel suo punto più alto tocca i 22 metri. La copertura del velodromo è leggerissima ma possente, costituita da funi di acciaio tensionate che trasmettono le forze di trazione alla trave reticolare di bordo per soltanto 70 Kg/mq, soluzione strutturale che ha consentito di risparmiare circa 1000 tonnellate di acciaio necessarie per una struttura analoga. A interrompere quest’onda metallica, otto tagli , otto nastri di lucernari che riducono il fabbisogno di luce artificiale garantendo un livello di illuminazione naturale, nonché di ventilazione, ottimali per le competizioni sportive e le fasi di allenamento. A completamento e supporto, i progettisti hanno previsto un sistema di illuminazione artificiale costituito da 360 faretti  tra i 300 e i 2000 lux per implementare la luce durante le gare di ciclismo indoor su pista.

La copertura con lucernari del Velodromo Londra 2012.

Il rivestimento esterno in legno di cedro del Velodromo Londra 2012.

La facciata curva, con il suo forte aggetto di 42° rispetto alla verticale, è completamente rivestita in legno, 5000 mq di doghe di cedro rosso canadese agganciati alla sottostante struttura in legno, ancorata a sua volta a montanti reticolari in acciaio.

La pista del circuito indoor, progettato da Ron Webb, è anch’essa in doghe di legno di pino siberiano certificato FSC, scelto  per le sue alte performance e resistenza. Per la climatizzazione dell’ambiente interno i progettisti di Hopkins Architects hanno realizzato un sistema di riscaldamento e raffrescamento a pavimento che combina più strategie: un sistema di riscaldamento radiante a pavimento al piano terra, il secondo livello delle tribune del velodromo è ventilato grazie ad un impianto ad aria con bocchette di immissione e lo sfruttamento della ventilazione naturale in estate e nelle mezze stagioni.

La pista indoor del Velodromo Londra 2012 di Hopkins.

Il fabbisogno energetico della struttura sportiva  è così ridotto drasticamente, come pure è ridotto il suo fabbisogno idrico, grazie all’impianto di raccolta dell’acqua piovana.

La posta per BMX del Velodromo Londra 2012.

All'esterno del Velodromo di Londra, come richiesto dalla committenza, sorgeva un circuito BMX completata nel marzo 2011, nello stesso anno protagonista  della gara di Coppa del Mondo BMX Supercross. Lunga 470 m la pista per uomini e 430 m quella per donne, a conclusione delle Olimpiadi 2012 le tribune da 6000 spettatori sono state rimosse e la pista leggermente appiattita e addolcita per essere resa fruibile anche ai semplici amatori dello sport.

Anellina Chirico

Anellina Chirico Architetto

Cilentana, si avvicina al mondo delle costruzioni per gioco grazie ad un regalo della Befana. Quella casa in legno da montare diventa una passione e decide di farne il suo mestiere. Quando ripone matite e computer, guarda fuori dalla finestra, parla tanto e lavora a maglia.