• scritto da Giovanna Lodato
  • categoria Progetti

Il rudere sostenibile in armonia con la natura: casa Canuti a Parma

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Compare tra acacie, querce, noccioli, ginestre il rudere riqualificato in veste eco. L’abitazione “Casa Canuti” sorge in cima alla collina di Pumaceto, in località Faviano Inferiore (Lesignano de’ Bagni– Parma) ed è valsa ai suoi creatori – gli architetti Alberto Mambriani, Silvia Ombellini, Simone Riccardi – il premio “Opera Prima”, indetto dall’Ordine degli architetti di Parma per promuovere l’operato degli architetti under 40. Segnata dal tempo e dagli agenti

atmosferici, aveva acquisito un fascino tutto suo: è a quel “quid” che hanno guardato i progettisti, per un intervento di riqualificazione in grado di preservarne la bellezza originaria. Per questo, ad esempio, è stata data nuova funzione alle pareti in pietra esistenti: sono state consolidate, trasformate in panchine e muretti, chiamate a contenere il salotto all’aperto che anticipa l’ingresso alla casa, all’ombra di querce e olmi.

Una parte del rudere, invece, è stata ricostruita in verticale, riprendendo la tipologia della “casa torre”, peculiare nella tradizione dell’edilizia locale. Non è mancata l’introduzione di materiali e tecniche moderni, tali da rendere la struttura più efficiente sotto l’aspetto energetico. Si è provveduto a riutilizzare i materiali presenti in loco, come pietra locale e mattone, e ad impiegare prodotti edilizi a basso impatto ambientale. Seguendo i dettami della bioclimatica, in fase di progettazione sono stati oggetto di studio l’orientamento e l’esposizione solare della casa. E’ stata prevista l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici, nonché un sistema di riscaldamento a pavimento. Parte integrante del progetto è poi la realizzazione del sistema per il riutilizzo delle acque piovane e di quello per la fitodepurazione.

La struttura della torre verticale non smentisce il proposito di porsi in armonia con lo spirito del luogo: verso sud grandi vetrate si aprono sulla piscina e lungo la veduta della vallata. All’esterno l’edificio a due piani si presenta rivestito con assi di larice grezzo che, grazie alle loro dimensioni irregolari, riprendono il ritmo tipico degli antichi corsi murari in pietra. Una scelta – quella del legno – che ha tenuto conto, ancora una volta, dell’azione dettata dal passare degli anni. Più in là il larice tenderà ad ossidarsi, assumendo una colorazione più scura, verosimilmente assai vicina a quella delle querce che attorniano il paesaggio, diventando un tutt’uno con il paesaggio stesso.

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Foto | Silvia Ombellini