- scritto da Antonino Puccio
- categoria Progetti
La lanterna di Riyadh. Un edificio culturale tra innovazione e tradizione araba
Nell’epoca delle archistars, i progetti, come immense astronavi, hanno trovato una loro naturale collocazione negli spazi immensi e ancora indefiniti dei paesi arabi, grazie anche alla disponibilità finanziaria degli sceicchi. Sono rari gli interventi di confronto con la grande storia architettonica araba e di cucitura del tessuto urbano. Lo studio GerberArchitekten ha raccolto la sfida con il progetto della King Fahd National Library, uno dei più importanti edifici culturali di Riyadh.
Medio Oriente: le torri del vento della tradizione araba per raffrescare gli ambienti
L’intervento di Riyadh riguarda la creazione del nuovo edificio della libreria nazionale e il parco che vi si apre davanti e insiste nel dinamico quartiere di Olaya, oggetto di grande sviluppo negli ultimi anni, in un’area situata tra i due più trafficati assi della città: King Fadh Road e Olaya Street con cui il parco si collega direttamente risultando una pausa urbana nell’intenso traffico cittadino.
Il grande volume squadrato avvolge la struttura esistente, celando la pianta cruciforme al suo interno e rendendola il cuore della struttura con la sua trasformazione in archivio e centro conoscenza, inoltre la grande cupola esistente in cemento viene ricostruita in acciaio e vetro mantenendo il suo valore simbolico.
L’atrio di ingresso ospita degli spazi espostivi, un ristorante e una libreria mentre il primo piano è riservato interamente alle donne che possono studiare e leggere anche senza burka. Un sistema di passerelle percorre il terzo piano, partendo dalla sala lettura e delimitando il vero spazio pubblico interno, illuminato dalla cupola vetrata. Il resto delle sale è illuminato da lucernari la cui luce viene filtrata da membrane bianche in tessuto.
Lo stesso tessuto è stato utilizzato nella facciata, la parte che maggiormente caratterizza l’edificio.
Una struttura tridimensionale metallica tiene dei moduli romboidali in tela bianca che creano un pattern di membrane tessili in grado di evocare tramite il brise–soleil la tradizione araba, mostrando e celando l’interno al tempo stesso e creando di notte quell’effetto di luce che è valso all’edificio l’appellativo di “Lanterna di Riyadh”.
Dietro l’aspetto estetico però, la facciata svolge la funzione di schermatura, lasciando passare soltanto il 7% dei raggi solari garantendo comunque permeabilità visiva. Il tutto, integrato ad un impianto di raffrescamento a pavimento che garantisce un confort termico elevato e consumi ridotti.
- crediti fotografie © Christian Richters