Recupero sostenibile della Manifattura Tabacchi. Certificazione LEED per la green factory

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Manifattura Domani è l’organizzazione nata per ideare e gestire questo disegno lungimirante, che promuove, attraverso il recupero della gigantesca Manifattura Tabacchi del Borgo Sacco di Rovereto (TN), non solo un intervento edilizio nel rispetto dell’ambiente ma soprattutto una trasformazione dell’economia verde fatta di domanda e offerta capaci di alimentarsi a vicenda.

Stiamo parlando di un esempio architettonico di archeologia industriale, situato in una bellissima area di circa nove ettari, delimitata da importanti corsi d’acqua (l’Adige ed il suo affluente Leno) e da immensi vigneti. Dopo anni di splendore e forte operosità ha conosciuto il graduale declino del settore fino a giungere alla chiusura definitiva nel 2008, lasciando i cittadini in trepida attesa che qualcosa di nuovo e di altrettanto importante si realizzasse.

Il masterplan redatto dal team di eccellenza Gutierrez (Arup) – Ratti – Kuma è il prodotto di una programmazione chiara, veloce ma soprattutto partecipata con gli stakeholder locali e con i cittadini, coinvolti nel processo ideativo attraverso convegni, design charrette e discussioni aperte su blog.

La pubblicazione di 120 pagine, accessibile da tutti sul web spiega molto bene le linee guida del progetto e soprattutto mostra come ci siano tutte le carte in regola per seguire i principi del sistema di certificazione LEED.

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Non solo si fa riferimento ad un approccio multidisciplinare e integrativo così come il protocollo richiede, cioè, una costante interrelazione tra progettisti, proprietari, manager, gestori e utenti, ma soprattutto si richiede una forte flessibilità degli elementi costruttivi e impiantisci che si presti ad una realizzazione a fasi successive attraverso suddivisioni del lotto.

Il luogo diventerà sede di industrie leggere, piccole imprese , centri di ricerca, organizzazioni no profit (tra cui il GBC Italia) ma anche di molti spazi espositivi e punti di ristoro. Questi ultimi renderanno le piazze e le vie interne di collegamento ai piani terra completamente pubbliche, aperte alla fruizione dei passanti come mai era stato prima, quando gli alti muri ed i cancelli vietavano addirittura la vista dell’interno.

Si conserveranno, per quanto possibile e accettabile, gli elementi di valenza storica ed architettonica, mentre sul lato meridionale, l’edilizia industriale più recente lascerà il posto a nuove strutture seminterrate dai tetti verdi e ondulati le quali, con la loro quasi non presenza, finalmente permetteranno un dialogo attivo del sito con il paesaggio circostante, in particolar modo con la rivalutata passeggiata del lungo Leno, già vissuta dai roveretani grazie alla pista ciclabile.

Impianti di ultima generazione, alimentati da biomassa legnosa e pompe di calore geotermiche sorgeranno in loco, mentre un impianto idroelettrico off site, potrà fornire energia ad una comunità più vasta.

Lo storico “Edificio delle Zigherane”, simbolo dell’intero progetto non solo perché è stato il primo edificio ad essere realizzato in origine, ma perché si farà paladino delle metodologie da seguire per il resto del lotto, è già in fase di progettazione esecutiva. Non sarà certo facile conseguire la certificazione per questo singolo edificio, attanagliato com’è dai vincoli storici e architettonici: esso avrà una forte valenza sperimentale, giacché si cercherà di applicare un protocollo, quello di “Historical Building”, che il GBC Italia non ha ancora ufficialmente lanciato.

Giuseppina Ascione

Giuseppina Ascione Architetto

Dopo aver cambiato case e paesi per 10 anni, si stabilizza definitivamente a Rovereto. Qui inizia a concepire l'architettura come un mezzo per  investigare ed influenzare il nostro benessere psicofisico. Da allora sogna e promuove un’architettura sostenibile non concepita tanto nell'accezione ecologica del termine, quanto mirata a creare una esperienza rigenerativa per chi la vive.