• scritto da Elisa Pagni
  • categoria Progetti

Il quartiere sostenibile Zuidas ad Amsterdam

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Arrivando nel centro storico di Amsterdam, qualsiasi turista è in grado di riconoscere lo stile architettonico che caratterizza la città. Qualsiasi turista è preparato alla vista dei canali ed oramai son famose le sue piste ciclabili. Esistono perfino le taxi–biciclette e i mezzi pubblici sono in gran numero “puliti”. Ma cosa c’è oltre
all’immagine da cartolina?

Per coloro che osino avventurarsi verso sud, o per coloro che siano così fortunati da godere di un’ampia veduta dall’alto, si prospetta lo stagliarsi di una visuale anomala, di un quartiere moderno che, all’apparenza, potrebbe stonare con la gotica Amsterdam a cui siamo affezionati.

Al confine tra il vecchio e il nuovo c’è lo Zuidas, un quartiere in corso d’opera, commissionato nel 1998 dal Comune di Amsterdam a De Architekten CIE, lo Studio che ne ha progettato il Masterplan. Destinato ad uffici e residenze, occupa 2,5 kmq di territorio e verrà portato completamente a termine nel 2023. Una larga strada taglia l’area, in cui si risaltano grattacieli e palazzi. Detto così fa quasi paura.

Ma lo Zuidas è ben altro. Pensiamo: come può esistere solo una grande strada in un quartiere ad alta densità abitativa? E per quale ragione si è scelto di costruire dei grattacieli, con il rischio che possano intaccare l’uniformità architettonica che caratterizza la città? Le Corbusier insegnava, che costruire togliendo spazio al cielo, significa regalarlo alla terra: lo Zuidas si costruisce in altezza, perché possano sorgere ai suoi piedi il Parco Vivaldi, ampie aree verdi e spazi pubblici.

L’altra problematica: canalizzare il traffico, dunque le strade. Proprio qui sta la maggior sorpresa, il cuore nascosto del quartiere. Che le strade non si vedano, non significa che non ci siano. Le principali infrastrutture di trasporto sono infatti interrate: sette tunnel sotterranei, 1,2 km di percorsi. Cinque di questi nati per la rete ferroviaria e metropolitana. Dunque, un solo obiettivo: potenziare enormemente il trasporto pubblico e convogliare su di esso il 50% degli spostamenti, più il 20% sulle piste ciclabili.

Non manca un Landmark territoriale di tutto rispetto. Già terminata, la Vivaldi Tower, situata all’ingresso del Parco Vivaldi, è la sede di Ernst & Young, commissionata da ING Real Estate a Norman Foster + Partners. Un unico edificio a due torri, alte 87 m e di 12 m di ampiezza: 24 piani studiati nei minimi particolari: i due blocchi non sono allineati per permettere alla luce di filtrare maggiormente; la facciata a nord è completamente di vetro, ma quelle a est, ovest e sud lo sono solo per il 30%, onde evitare un’eccessiva esposizione; un tetto verde, un tetto–giardino, ci ricorda ancora una volta Le Corbusier e i suoi tetti–terrazza, adibiti a spazio pubblico. L’acqua piovana non viene sprecata, ma raccolta in loco e depurata naturalmente attraverso un biotopo composto di erba, canne e ninfee. Quella eventualmente in eccesso andrà ad alimentare la rete dei canali.

Nello Zuidas sono la tecnologia, le funzioni e gli obiettivi a determinare forme poste al servizio della vivibilità. Se le antiche strutture della città meritano sicuramente ancora una foto, il nuovo quartiere di Amsterdam, oltre a ciò, dovrebbe essere un esempio per molte metropoli che ambiscono ad incrementare il numero dei cittadini, rispettando le nuove normative europee in materia ambientale.

Immagini

Guarda interessantissime immagini del progetto dello Zuidas

Foto | Parool