La fotosintesi di una foglia artificiale per ricavare energia elettrica

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Immaginare un mondo dove è possibile ricavare energia elettrica dalle foglie degli alberi. Grazie alla ricerca realizzata dal professor Daniel Nocera e dalla sua equipe del Massachusetts Institute of Technology questa ipotesi non sembra poi così lontana. Già qualche anno fa un ricercatore americano, John Turner dell’U.S. National Renowable Energy Laboratory, aveva messo a punto una foglia artificiale in grado di produrre energia

ma il suo progetto non aveva trovato diffusione per il costo elevato e per la scarsa resa energetica. Creare infatti una foglia artificiale in grado di riprodurre efficacemente il sistema di produzione naturale di energia è stata una sfida per la scienza nel corso degli ultimi decenni.

La nuova cella solare presentata al 241esimo meeting dell’American Chemical Society, tenutosi ad Anaheim in California la scorsa primavera, genera energia dalla luce e dall’acqua ispirandosi al naturale processo di fotosintesi clorofilliana tipico delle piante. Con un ingombro minimo, le dimensioni sono quelle di una carta da gioco ma ancora più sottile, riesce a produrre una quantità di energia 10 volte superiore a quella prodotta in natura. Immersa in un gallone d’acqua, poco più di 4 litri, ed esposta al sole questa foglia riuscirebbe a produrre energia a sufficienza per alimentare un’abitazione di un paese in via di sviluppo.

La foglia artificiale è in grado di dividere l’acqua nei suoi due componenti, idrogeno ed ossigeno, che vengono conservati in una cella combustibile in grado di ricavarne energia elettrica. I nuovi catalizzatori messi a punto da Nocera e realizzati in materiali relativamente economici come nickel e cobalto, secondo i test realizzati con i prototipi, dovrebbero garantire un funzionamento stabile della cella solare fino a 45 ore consecutive. Un dato interessante se inserito in contesti come l’Africa dove la facilità di utilizzo di questa nuova tecnologia potrebbe aprire nuovi scenari e rendere indipendenti interi villaggi.

Nel frattempo c’è già qualche colosso dell’industria automobilistica, la Tata, che ha messo gli occhi su questa invenzione e ha commissionato all’MIT la realizzazione di una piccola centrale elettrica: sarà quindi interessante vedere nei prossimi mesi in che ambito si svilupperà questa importante scoperta.

Fonti | Dailymail.co.uk | Corriere.it | Wired.co.uk












Isabella Gerenzani

Isabella Gerenzani Industrial designer

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