Perché la Decrescita non è un’illusione e la crescita infinita sì

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Vorrei dare a tutti una notizia sconvolgente:la Terra ha un raggio. E non aumenta ogni anno. Quindi un modello di sviluppo che per funzionare deve crescere di anno in anno sempre e comunque, erodendo le stesse risorse che lo sostengono e inquinando di pari passo tutto il resto è, senza margini di dubbio, un sistema profondamente sbagliato, irrazionale e condannato a fallire, dunque a trascinare tutti, chi prima

e chi dopo, nella miseria più nera. E per chi negli ultimi anni è stato magari troppo occupato a ignorare la realtà, ho un’altra notizia: tutto questo sta già accadendo. Se non invertiamo la rotta immediatamente, il destino conseguente che ci attende è analogo a quello degli abitanti dell’isola di Pasqua. Quando si è appesi a un filo, crescere e aumentare il proprio peso non sembra essere l’idea più intelligente.

Molti riescono ancora a rimanere seri quando provano a sostenere che la soluzione al problema della crescita sia la crescita. Ehi, questa sì che è logica. Ma sostanzialmente l’argomento per eccellenza è quello dell’aprioristica negazione delle alternative. Infatti, invece di spiegare perché mai dovremmo ancora fidarci di un modello già ampiamente superato e al collasso, si preferisce (in fondo è molto più comodo così) sostenere che i modelli di sviluppo diversi e alternativi come la Decrescita Felice ci farebbero piombare di sicuro in una crisi economica (oh, per carità, non sia mai che arrivi una crisi economica). Chi sostiene l’attuale modello di sviluppo suicida (uccidere il pianeta è come uccidere noi stessi) naturalmente è convinto di saperla lunga, tanto da bollare la Decrescita come qualcosa di utopico. Ma leTransition Town sono una realtà, il cambiamento sta già avvenendo, e solo chi non ha avuto ancora il beneficio di uscire dalla caverna mitica di Platone può non essersene accorto.

La parola “decrescita”, fateci caso, mette spesso a disagio e in molti evoca una prospettiva di impoverimento. Uno si chiede “perché mai dovrei decrescere? Sono già ridotto male così!”. Ma “decrescita” è una parola buona, in larga parte anche provocatoria, e sono ben altre le parole di cui dobbiamo diffidare (chi ha detto “termovalorizzatori”?).

L’associare la Decrescita alla recessione è un gioco che indovinate a quale mulino porta acqua? Ma si tratta solo dell’ennesimo espediente usato da chi non ha argomenti migliori. Tra i due concetti c’è infatti un rapporto analogo a quello tra chi mangia meno di quanto vorrebbe perché ha deciso di fare una dieta per stare meglio e chi è costretto a farlo perché non ha più cibo per nutrirsi. Così come un aereo non deve necessariamente precipitare in picchiata e schiantarsi per toccare terra, così la nostra economia di crescita infinita non deve necessariamente arrivare (come è già arrivata) al crollo totale e alla recessione più grande di tutti i tempi per cambiare paradigma. La Decrescita ci vuole dire che volare è utile, ma atterrare è necessario. E poiché il carburante è ormai finito, occorre rendersi conto quanto prima che la Decrescita è la nostra unica ed ultima possibilità di eseguire un atterraggio morbido. Non solo: ci permette anche di scegliere dove atterrare, cosa che non puoi fare quando i motori si spengono all’improvviso e cominci la discesa in picchiata. Cos’abbiamo da perdere? Il futuro ci è stato sottratto da anni di saccheggi più o meno legalizzati dove lo scopo era “produrre per produrre” anziché “produrre per stare meglio”. Non paghi di ciò, stiamo affidando la riparazione dei danni a quelli che li hanno coscientemente creati, cioè politici, lobbisti e banchieri, ovvero le tre teste (intoccabili) del moderno Cerbero; autocondannandoci così ad un epilogo già scritto.

Ora un piccolo test, e mi raccomando, non copiate dal vicino di banco. La domanda è: se vi trovaste su una vecchia scialuppa di salvataggio dopo un naufragio, vi mettereste a forarla per rivendere i trucioli a chi vi sta di fianco? Se la vostra risposta è no, forse siete già a buon punto per riconoscere la limitatezza del pensiero unico dominante, secondo il quale il mercato dei trucioli vedrebbe certo salire al rialzo le sue quotazioni, quindi affondare sarebbe cosa buona e giusta. Geniale, non c’è che dire.

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«Il mondo è abbastanza grande per soddisfare i bisogni di tutti, ma sarà sempre troppo piccolo per soddisfare l’avidità di alcuni» (Ghandi)








Alberto Grieco

Alberto Grieco Architetto

Frequentando una signora chiamata Storia, ha scoperto che l’architettura bio-eco-ecc. non ha inventato Nulla©, ed è per questo che perde ancora tempo sui libri. Architetto per vocazione; tira con l’arco, gira per boschi, suona e disegna per vivere. Lavora nel tempo libero per sopravvivere.