Il carcere sostenibile di Torino: liberiamo le competenze, arrestiamo gli sprechi

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Ridurre il più possibile i consumi energetici di un carcere migliorando il comfort e coinvolgendo i detenuti stessi è lo scopo principale del progetto “Liberiamo le competenze, e arrestiamo gli sprechi” intrapreso dalla casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, meglio nota come carcere delle Vallette. L’iniziativa, svolta in collaborazione con la Regione Piemonte, l’agenzia Energia e Ambiente, la Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus

e il gruppo Saint–Gobain che ha fornito materiali e consulenza tecnica, ha preso il via con l’attivazione di tre corsi di formazione pratico–teorici destinati ai detenuti: montatore elettricista, tecnico per la riqualificazione ambientale, vivaista e operatore della manutenzione del verde.

La decisione di mettere a disposizione una delle palazzine per uffici presenti all’interno della casa circondariale ha offerto ai 24 detenuti coinvolti la possibilità di ottenere qualifiche professionali incentivando l’avvio al lavoro esterno e, al tempo stesso, permettendo la realizzazione di opere di riqualifica ambientale ed energetica all’interno del carcere.

Gli interventi effettuati sull’edificio hanno visto la coibentazione interna ed esterna delle facciate, delle pareti e del tetto piano compreso il suo rifacimento e l’impermeabilizzazione; la sostituzione dei serramenti e degli apparecchi luminosi fluorescenti con modelli a basso consumo, l’installazione di frangisole e la schermatura solare del cavedio interno per ridurre la radiazione solare nel periodo estivo e l’inserimento di valvole termostatiche sui radiatori.

L’insieme di questi accorgimenti ha permesso un risparmio energetico del 73%, dato molto positivo, dopo il quale si spera di trovare ulteriore sostegno dal Ministero della Giustizia in modo da poter estendere il progetto a tutta la struttura.

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A conferma dell’impegno dell’amministrazione carceraria verso un approccio ecosostenibile è da citare la collaborazione, avvenuta la scorsa primavera con il corso di Design Sistemico presso il Politecnico di Torino, diretto dal professor Luigi Bistagnino. I ragazzi del corso, partendo dall’analisi della attività legate all’alimentazione come la mensa e le cooperative presenti all’interno del carcere che si occupano di catering e pasticceria, hanno esaminato il ciclo delle materie prime lungo tutto il flusso di produzione, consumo e smaltimento fornendo proposte di riutilizzo e riorganizzazione degli input/output nell’ottica del design sistemico. Progetto intrapreso in parallelo con l’Università del gusto di Pollenzo, i quali studenti hanno invece riesaminato la composizione dei menù in funzione di un’alimentazione consapevole e a km zero.

Speriamo quindi che gli sforzi siano apprezzati e che le iniziative continuino considerando i vantaggiosi benefici che ne trarrebbe l’intera società vista l’emergenza, sempre attuale, che riguarda la realtà carceraria italiana.










Isabella Gerenzani

Isabella Gerenzani Industrial designer

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