Impianto fotovoltaico, l’impatto ambientale: quanto fa bene alla salute del pianeta?

Impatto ambientale fotovoltaico

Sono sempre di più le persone interessate a sfruttare il potenziale dell’energia solare per impattare in modo più positivo sull’ambiente. Grazie ai kit fotovoltaico da balcone, che utilizzano la luce solare per generare energia elettrica, abbiamo cambiato nettamente le nostre abitudini.

La domanda, però, è: quanto fa bene il fotovoltaico alla salute del nostro pianeta? Tanto. E vi diciamo perché.

L’impatto degli impianti fotovoltaici sulla salute del pianeta

Poiché i sistemi fotovoltaici non bruciano combustibili fossili per generare elettricità, non producono anidride carbonica (CO2) o altri gas a effetto serra. Di conseguenza, possiamo già comprendere, sin da subito, il principale vantaggio: gli impianti contribuiscono a mitigare il cambiamento climatico e ridurre l’inquinamento atmosferico.

In alcun modo, poi, emettono inquinanti atmosferici dannosi come i sistemi tradizionali basati su combustibili fossili. Cosa ne consegue? Un’aria più pulita per le comunità. Per noi. Per la salute umana, del pianeta.

Teniamo anche presente che i pannelli fotovoltaici sono altamente riciclabili. L’energia del sole, del resto, ci viene descritta come pulita, rinnovabile e inesauribile. Sì, è anche la nostra principale fonte di energia, oltre a essere la fonte ecologica per eccellenza.

Purtroppo, alla base dei cambiamenti climatici in atto – e non è un mistero – c’è proprio la dispersione eccessiva di CO2. Tutti i Paesi del mondo, però, hanno lo stesso obiettivo: ridurre del 55% le proprie emissioni. E questo obiettivo passa soprattutto per l’adozione di fonti di energia maggiormente sostenibile.

Produzione dei pannelli solari: qual è il loro impatto?

Per comprendere l’impatto del fotovoltaico sul pianeta, non dobbiamo guardare solo al nostro risparmio in veste di consumatori. Per comprendere (davvero) se qualcosa fa bene all’ambiente, dobbiamo andare a monte. Ovvero: qual è l’impatto ambientale della produzione dei pannelli solari?

Tra i Paesi principalmente esperti nella produzione di pannelli solari troviamo la Cina, che ormai ha un know-how sulla produzione. Dagli inizi degli anni 2000 ad oggi, la Cina non ha mai smesso di investire nella tecnologia, sviluppando questo settore in modo tale da diventare indipendente dal punto di vista energetico e creare ovviamente milioni di posti di lavoro.

Per quanto riguarda, invece, la produzione di un modulo solare, sappiamo che avviene attraverso alcune fasi ben precise. La fabbricazione del silicio, la stampa del circuito elettrico e il collegamento delle celle fotovoltaiche.

Con il trascorrere degli anni, abbiamo, però, assistito a netti vantaggi in questo settore: osserviamo l’estrazione del quarzo, la cui trasformazione in silicio cristallino richiede impianti ad alta temperatura, di conseguenza energivori per definizione.

C’è da dire, però, che questo materiale è un ottimo semiconduttore, non è tossico e non è nemmeno da considerarsi pericoloso per l’uomo.

Quanto impatta sull’ambiente un impianto fotovoltaico in funzione? Cosa sapere sul pay-back energetico

Veniamo al pay-back energetico, un tema estremamente importante. Sulla base dei dati riportati dall’Università di Utrecht durante uno studio, un pannello impiega circa due anni per ripagare l’impronta di carbonio della sua produzione.

Ora, dobbiamo considerare un altro aspetto, più pratico. Quanto dura un pannello solare? Circa venticinque anni. A volte anche di più, soprattutto se ben tenuto. Ed ecco che comprendiamo sin da subito che l’impronta di carbonio, alla fine, viene ripagata in circa un dodicesimo della sua vita.

Questo è un dato assolutamente importante, perché ci dice, di fatto, che, sì, inquiniamo per produrre i pannelli solari. Ma, sul lungo termine, tutto viene ripagato.

Non solo: più utilizziamo l’energia solare, più ottimizziamo anche l’impronta di carbonio che ad oggi ci occorre per produrre nuovi moduli.

Aggiungiamo, inoltre, che molti produttori stanno adottando pratiche più sostenibili: l’implementazione di programmi di gestione ambientale è ormai un vero e proprio punto di riferimento per molti.

Il ciclo di vita di un pannello fotovoltaico: qual è la percentuale di riciclo?

Abbiamo visto la durata media di un pannello fotovoltaico: circa venticinque anni, che non sono pochi. Ma cosa avviene alla fine del suo “ciclo di vita”, se così possiamo definirlo? Naturalmente, devono essere correttamente smaltiti per evitare l’accumulo di rifiuti.

In ogni caso, molti materiali utilizzati nei pannelli solari possono essere riciclati, consentendo il recupero di metalli preziosi e riducendo la quantità di rifiuti destinati alle discariche.

Secondo la normativa italiana, alla base di tutto dobbiamo evitare assolutamente la dispersione di materiali inquinanti nell’ambiente. L’obiettivo è così il recupero di materiali riciclabili.

Alla fine della sua “vita”, negli appositi centri di raccolta RAEE, il pannello solare viene così preso in carico dagli esperti, in modo tale da separare e recuperare alluminio, vetro, rame, silicio o tellururo di cadmio, argento.

Dove finiscono questi materiali? Sempre all’interno del mercato del fotovoltaico, per produrre nuovi pannelli. Attualmente, la percentuale di recupero si aggira intorno al 95%. Ed è un’ottima notizia.

Perché considerare l’impianto fotovoltaico per sostenere il pianeta

Tutti noi, ormai, conosciamo il cambiamento climatico. Un tema che veniva appena accennato è oggi al centro delle nostre vite. C’è chi si chiede come cambiare davvero le cose; chi, invece, ha già iniziato a farlo, magari introducendo la filosofia green nella propria vita.

Di fatto, in Italia abbiamo assistito a fenomeni atmosferici violenti nell’estate del 2023: dal caldo torrido al “fresco”, per qualche ora, dopo innumerevoli acquazzoni e bombe d’acqua.

Prediligere, dunque, una fonte rinnovabile di energia non è una questione legata solo all’aspetto economico. Certamente diventare energeticamente indipendenti presenta diversi vantaggi, come la possibilità di ridurre i costi delle bollette, senza però diminuire la qualità della vita.

Va però ricordato che l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici per produrre energia solare ha un impatto significativo e totalizzante sull’ambiente e sulle nostre case. Possiamo così ridurre l’emissione di gas serra, preservando la bellezza del nostro pianeta e combattendo in prima persona i cambiamenti climatici.

Il risparmio

È innegabile che molti consumatori siano spinti al cambiamento proprio dal risparmio. Non c’è nulla di male, anzi: minimizzare – se non addirittura azzerare in alcuni casi – i costi delle bollette, per le famiglie, per chi vive da solo, è un obiettivo di vita.

Con gli impianti ad accumulo, poi, è possibile conservare l’energia che non viene utilizzata durante il giorno: all’occorrenza, quando e se ne abbiamo bisogno. Ci sembra davvero un passo in avanti verso un futuro più pulito.