Cantiere in legno: i benefici si respirano

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Visitare il cantiere di una casa passiva in legno è un’esperienza che sorprende per la pulizia, il silenzio, e la qualità dei materiali usati ancor prima che l’edificio sia completato. I tempi di cantiere si riducono, così come i rifiuti prodotti, il rumore e gli imprevisti a tutto vantaggio del comfort e della qualità finale. Sembra qualcosa di straordinario, ma questi benefici sono comuni alla prefabbricazione e ai nuovi edifici attenti alla sostenibilità.

Una casa passiva in Umbria: materiali, tecnologia e progetto

PERCHÈ UNA CASA PASSIVA IN LEGNO?

Il cantiere visitato riguarda un nuovo edificio in legno, una villa unifamiliare nei pressi di Treviso, realizzata da Lignoalp per quanto riguarda la progettazione strutturale, e dell’architetto Anna Panciera per la progettazione architettonica; è composto da due piani fuori terra in legno ed un ampio interrato in calcestruzzo. Sebbene manchino ancora le finiture della futura casa, i benefici che ne trarranno gli abitanti si respirano muovendo pochi passi al suo interno.
L’obiettivo di diminuire i costi di cantiere e gli imprevisti sempre in agguato hanno portato la committenza a scegliere il legno strutturale ed alcuni accorgimenti che garantiranno a questa abitazione il certificato di PassivHaus.

Quello che sorprende in questi cantieri attenti alla sostenibilità, sempre più comuni, è la risposta alla domanda “Ma il prezzo?”.
Ovviamente è inutile fare paragoni con edifici di nuova costruzione progettati in classi energetiche meno efficienti, ma nel caso di un progetto passivo in calcestruzzo, ad esempio, con stessi livelli di consumo, il prezzo è più contenuto. Si parla di circa 1.400 €/mq per una casa unifamiliare passiva, con tutti i comfort e ottime finiture (valori relativi al cantiere in oggetto).

Questo per svariati motivi: trattandosi di un edificio passivo, si spende molto per l’involucro ma non è necessario prevedere un impianto di riscaldamento tradizionale, ed il legno strutturale di per sè garantisce una bassa conducibilità termica che contribuisce in parte all’isolamento; inoltre trattandosi di moduli prefabbricati, è estremamente più semplice controllare le reali caratteristiche dell’involucro e pianificare le operazioni di cantiere necessarie per migliorarne le prestazioni, diminuendo la possibilità di imprevisti che contribuiscono a far lievitare il prezzo.

Tra i benefici di un cantiere in legno ci sono anche i tempi ridotti: si parla di 6 mesi “chiavi in mano” per un edificio in legno di questo genere, di circa 250 mq, mentre per un edificio in calcestruzzo si parla di un minimo di 18–24 mesi, se tutto va bene.
Le modifiche “dell’ultimo minuto” sono più semplici da gestire: eliminando i tempi di attesa per la maturazione del materiale, l’edificio cresce velocemente ed al momento della configurazione interna, quando il cliente inizia a sentirsi a proprio agio in un ambiente che inizia a sembrare davvero una casa, può apportare le piccole modifiche che di solito mandano in panico ogni progettista, senza rallentare eccessivamente il processo.

LA CERTIFICAZIONE PASSIVE HOUSE

Questa villa unifamiliare verrà certificata dall’Istituto di case passive tedesco PHI (Darmstadt), ma il consulente di Lignoalp, l’ing. Antonio Garofalo, tiene a precisare che le scelte progettuali non sono state fatte con lo scopo di ottenere una certificazione, bensì in base alle necessità di comfort ed alla volontà di risparmio energetico richiesti dalla committenza. La possibilità di ricevere una certificazione è arrivata dopo, dal momento in cui tutte le decisioni erano già state prese, ed i valori relativi ai consumi rientravano nei limiti richiesti dall’istituto tedesco per una passive house, ovvero:

  • il comfort interno deve essere mantenuto senza un sistema di riscaldamento autonomo e senza un sistema di condizionamento d’aria;
  • fabbisogno energetico utile richiesto per il riscaldamento ≤ 15 kWh/(mqa); nel caso dell’edificio in oggetto si parla di 14 kWh/(mqa);
  • carico termico invernale ≤ 10 W/mq;
  • fabbisogno energetico utile richiesto per il raffrescamento ≤ 15 kWh/(mqa), nel caso dell’edificio in oggetto si parla di 12 kWh/(mqa);
  • carico termico estivo ≤ 10 W/mq;
  • tenuta all’aria n50 ≤ 0,6/h;
  • fabbisogno energetico primario di energia ≤ 120 kWh/(mqa)

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È curioso che, durante la fase di progettazione, sia risultato evidente che dal momento in cui le scelte progettuali dovevano mirare ad una classe energetica alta, conveniva economicamente costruire un edificio passivo piuttosto che un edificio in classe A, grazie al risparmio sugli impianti.

Nel caso di una casa passiva non è necessario prevedere un impianto di riscaldamento a basso consumo, quindi questa spesa viene praticamente depennata. Inoltre non è necessario pagare gli oneri relativi all’allaccio alla rete comunale per la fornitura di gas per riscaldamento, ed anche questa voce è depennata.

Per questo edificio è stata prevista una copertura interamente ricoperta di pannelli fotovoltaici; questi non incidono sul raggiungimento degli standard di Passive House, ma la quantità di energia elettrica prodotta rende la casa totalmente autosufficiente, con un eccesso tale da portare i proprietari ad ipotizzare l’acquisto di un’auto elettrica e l’istallazione di una colonna per il suo rifornimento.
Se il tutto viene proiettato sui primi 10 anni di esercizio dell’edificio, poi, le spese si riducono ulteriormente. Si parla di un risparmio complessivo di circa 25.000 di euro (da calcoli fatti sul cantiere in oggetto) relativo alle spese di riscaldamento/raffrescamento rispetto ad un edificio in classe energetica media.

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La garanzia di una progettazione responsabile

In generale le ditte che producono strutture in legno come questa in XLAM, seguono il progetto passo per passo. Sono presenti durante tutte le fasi di progettazione e le fasi di cantiere, supervisionando tutte le maestranze. Questo per due principali motivi; il legno è un materiale pieno di pregi, ma deve essere messo nella condizione di poter compiere il proprio lavoro al meglio: l’acqua non può intaccare la struttura, e tutti gli accorgimenti necessari per far sì che questo non accada devono essere rigorosamente applicati. Gli errori non sono ammessi! Inoltre in molti casi le maestranze locali non sono avvezze a lavorare con una struttura di questo tipo, ed il responsabile della ditta resta sempre presente per supervisionare.

L’edificio, come da codice civile, deve essere garantito per 10 anni, ma l’ing. Garofalo, responsabile delle strutture, sostiene che è un periodo di tempo fin troppo breve. Nel casi di cantieri come questo, dove tutto è sapientemente studiato e programmato in anticipo, sarebbe facile fornire una garanzia superiore, a fronte di un piano di manutenzione.

IL CANTIERE

Gli scavi sono iniziati a giugno; una volta completati sono stati realizzati l’interrato ed il garage. Mentre le parti in calcestruzzo maturavano, la ditta metteva a punto e controllava le strutture lignee prefabbricate. A fine agosto, completata la struttura di base, sono arrivati i pannelli XLAM ed è iniziata la fase di cantiere relativa alla struttura in legno. Dopo soli venticinque giorni esiste già tutto:solai, copertura, impianti. Mancano solo le finiture.
Poco tempo? In realtà si tratta dei normali tempi di cantiere per un edificio di questo tipo, realizzato con una maniacale attenzione ai dettagli.

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Al piano terreno, nel punto in cui la struttura in legno si aggancia alla struttura in calcestruzzo dell’interrato, la guaina di protezione è stata posizionata e risvoltata all’esterno fino ad 1 m di altezza dal livello del terreno, affinchè in nessun caso l’acqua possa penetrare ed intaccare la struttura lignea.
Ogni giunto è stato accuratamente sigillato per garantire una perfetta tenuta all’aria, riducendo al minimo dispersioni e ponti termici.

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Esternamente è stato previsto un cappotto termico in fibra di legno, spesso 20 cm, che è stato applicato ai pannelli XLAM di 9,5 cm. Lo spessore complessivo delle pareti risulta piuttosto contenuto se si considera che si tratta di un edificio passivo.
Porte e finestre non erano ancora presenti al momento della visita, ma erano già stati predisposti i telai isolati, pronti ad accogliere serramenti legno/legno con tripli vetri.
La committenza ha scelto di usare materiali naturali, come la fibra di legno per l’isolamento esterno, e argilla per riempire alcune pareti interne.

Il risultato complessivo è che entrando in questo cantiere, con la struttura in legno ancora a vista all’interno, i tubi degli impianti che corrono sui solai, senza serramenti e con gli operai al lavoro, si avverte una forte differenza rispetto all’impressione che si ha entrando in un cantiere tradizionale. L’ambiente è pulito, silenzioso e salubre. Si percepiscono già nettamente la qualità e il comfort negli spazi interni.
Viene spontaneo chiedersi, se durante il cantiere si hanno queste sensazioni, come sarà quando l’edificio sarà terminato e tutti i piccoli accorgimenti che gli hanno dato vita saranno messi a disposizione della famiglia che lo abiterà?

Sara Schiaffino

Sara Schiaffino Architetto

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