Protocollo Itaca Puglia per la certificazione ambientale di edifici non residenziali

La Regione Puglia ha approvato il "Protocollo Itaca Puglia 2017 - Edifici non Residenziali", redatto sulla base del Protocollo nazionale ITACA per edifici non residenziali, con Deliberazione 1147/2017.

Il Protocollo Itaca per la certificazione della sostenibilità degli edifici risulta obbligatorio per gli interventi con finanziamento pubblico superiore al 50% mentre negli altri casi ha carattere volontario e in esso è compresa anche la certificazione energetica (valutata mediante l’attuale APE). 

Ambito di applicazione del Protocollo Itaca Puglia per edifici non residenziali

Il Protocollo Itaca si applicano alle seguenti tipologie di edifici pubblici e privati e alle seguenti tipologie di lavori: 

  • edifici privati oggetto di nuova costruzione
  • edifici privati oggetto di  ristrutturazione
  • edifici pubblici oggetto di ristrutturazione

In particolare il "Protocollo Itaca Puglia 2017 - Edifici non Residenziali" si applica alle seguenti categorie di immobili:

  • edifici commerciali,
  • edifici scolastici,
  • edifici industriali,
  • edifici adibiti ad uffici
  • edifici adibiti a strutture ricettive.
  • Non si applica agli edifici non residenziali pubblici di nuova costruzione, per i quali risulta necessaria l'applicazione dei cosiddetti Criteri Ambientali Minimi (CAM), di cui all'art. 34 del Dlgs 50/2016. I Criteri Ambientali Minimi, sono canoni che  tendenzialmente consentono di dare un’indicazione omogenea agli operatori economici per garantire, da una parte, un’adeguata risposta da parte del mercato alle richieste formulate dalla pubblica amministrazione (più sostenibilità, meno emissioni inquinanti, ecc.) e, dall’altro, di rispondere agli obiettivi ambientali (più sostenibilità, meno emissioni inquinanti, ecc.) che la Pubblica Amministrazione intende raggiungere passando attraverso gli appalti pubblici. 

protocollo itaca puglia b

Come funziona la valutazione con il Protocollo Itaca

Col Protocollo Itaca si punta alla valutazione della sostenibilità ambientale e i risultati si ottengono mediante un’analisi di tipo multicriteria: un metodo di valutazione non costituito da un semplice algoritmo che offre una soluzione univoca, ma da un sistema più complesso che si offre come un ausilio, utile ad un’analisi sistematica di possibili alternative verso la configurazione ideale (in tal caso verso il livello di sostenibilità più prossimo a dei valori prefissati).

Nell’analisi di tipo multicriterio, e quindi anche nella compilazione del Protocollo Itaca, è il compilatore (tecnico e quant’altro) che si assume la responsabilità di scegliere la combinazione più consona di criteri per il raggiungimento del valore ambientale globale ottimale.

Col Protocollo Itaca si cerca dunque di raggiungere un punteggio di prestazione ideale che attesti la sostenibilità ambientale di un edificio non solo sotto il profilo energetico.

Il calcolo del punteggio va fatto su un intero edificio e non sulla singola unità immobiliare, comprese le sue pertinenze esterne se ce ne sono: questo perché la sostenibilità ambientale di una parte di edificio non può essere valutata in maniera coerente senza tenere conto che fa parte di un sistema ben più ampio a sua volta inserito in un ambiente che è responsabile di ulteriori condizioni al contorno.

Il sistema di analisi multicriteria, tradotto nelle schede di valutazione, è impostato secondo tre livelli gerarchici:

  1. aree,
  2. categorie
  3. criteri

Le aree (il primo livello di analisi) rappresentano cinque macro-temi utili ai fini della valutazione della sostenibilità ambientale di un edificio:

  1. Qualità del sito
  2. Consumo di risorse
  3. Carichi ambientali
  4. Qualità ambientale indoor
  5. Qualità del servizio.

Output dell'attività condotta per il calcolo del punteggio di prestazione di un edificio non residenziale è una relazione contenente gli esiti della valutazione rispetto ai criteri considerati. 

Il calcolo del punteggio di prestazione ambientale avviene attraverso l'utilizzo del software di calcolo reso disponibile della Regione Puglia sul suo sito.

Le novità del Protocollo Itaca Puglia

Al fine di adattare il metodo di valutazione nazionale alla realtà regionale pugliese e in continuità con la redazione e attuazione del precedente "Protocollo Itaca Puglia 2011 - edifici residenziali",

Rispetto al precedente omologo Protocollo, per edifici residenziali, la cui ultima versione risale al 2011, il "Protocollo Itaca Puglia 2017 - Edifici non Residenziali" conferma la struttura complessiva del documento nazionale da cui trae origine ma prevede la riduzione del numero dei criteri da 43 a 41. I tre criteri eliminati sono, "Incidenza sul contesto urbanizzato", "Riuso delle terre" e "Temperatura Operativa nel periodo estivo", mentre il criterio aggiunto è quello delle "Acque meteoriche captate e stoccate".  

Inoltre nel  "Protocollo Itaca Puglia 2017 - Edifici non Residenziali" sono state modificate le modalità di calcolo di sei criteri. Per questi sei criteri, visti i feedback di chi ha utilizzato sino ad oggi la versione del Protocollo del 2011 e di quelli degli esperti che hanno implementato il software, ci si è mossi nella direzione della semplificazione dei metodi di calcolo. I sei criteri modificati sono nell'ordine: "Supporto all'uso di biciclette", "Uso di specie arboree locali", "Materiali certificati", "Acqua potabile per uso irrigazione", "Controllo della radiazione solare", "Rifiuti solidi prodotti in fase operativa". 

Perché fare una certificazione ambientale con il metodo Itaca?

In Italia ci sono regioni che hanno adottato gli standard del protocollo ITACA offrendo ai comuni l’opportunità di emanare leggi apposite in ambito di sostenibilità. La Puglia è fra queste; essa ha recepito il Protocollo ITACA con la legge regionale 13/2008 “Norme per l’abitare sostenibile” e al fine di fornire ai comuni la possibilità di concedere:

  • La riduzione dei costi di costruzione e urbanizzazione
  • La riduzione delle imposte comunali
  • I Bonus volumetrici

A patto che il livello di sostenibilità ambientale sia pari o superiore al punteggio 2, quindi, un edificio godrà di agevolazioni di vario genere, da quelle fiscali a quelle edilizie.

Un altro aspetto positivo del protocollo ITACA, è la possibilità per le regioni di “adattarlo” alle proprie esigenze, andando a modificare in parte, criteri e pesi per il raggiungimento della sostenibilità ambientale e quindi per la concessione dei relativi bonus. Per questa ragione un edificio non è ritenuto sostenibile per via di parametri standardizzati, ma la sua sostenibilità è fortemente legata al contesto in cui si opera: ciò significa che un edificio che venga classificato sostenibile in una località del Sud Italia non è detto che lo sia necessariamente anche al Nord, e così via.

Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.