Riforma dei condomini e cause di forza maggiore

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Alla fine di Gennaio il Senato ha approvato la nuova riforma dei condomini che interessa circa 43 milioni di italiani. Una delle fondamentali novità che la costituiscono riguarda il riscaldamento, sarà cioè più semplice per i condomini il distacco dall’impianto centralizzato: sarà sufficiente una richiesta
all’amministratore e bisognerà comunque in seguito contribuire alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria. Probabilmente chi si trova attualmente ad affrontare cause, che vanno avanti da anni per placare liti sugli aspetti peraltro meramente economici di un distacco avrà tirato un sospiro di sollievo. Ma pensandoci bene potremmo chiederci come mai, dopo che solo un anno e mezzo fa il DPR 59/2009, in linea con le direttive della Comunità Europea, ha sostenuto l’importanza del riscaldamento centralizzato dichiarando che “in tutti gli edifici esistenti con un numero di unità abitative superiori a 4, e in ogni caso per potenze nominali del generatore di calore dell’impianto centralizzato maggiore o uguale a 100 Kw, appartenenti alle categorie E1 ed E2, è preferibile il mantenimento di impianti termici centralizzati laddove esistenti”, ad oggi, con una situazione energetica complessiva di certo non migliore si è ritenuto opportuno spianare la strada all’ennesimo atteggiamento individualista.

Ancora una volta si avvantaggia il singolo a discapito della comunità? Addirittura il DPR 59/2009 arrivava a dire che “le cause tecniche o di forza maggiore per ricorrere ad eventuali interventi finalizzati alla trasformazione degli impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore separata per singola unità abitativa devono essere dichiarati nella relazione tecnica”. Cause di forza maggiore.

E’ causa di forza maggiore il fatto che la maggior dei nostri edifici siano dei colabrodo! Ma per ovviare a questo problema non si può che affrontare il problema in maniera collettiva: bisognerebbe cominciare a spiegare che mettere un cappotto alle pareti può essere un costo oggi (che diventa comunque relativo se suddiviso sul numero di unità immobiliari) ma che porta a un netto risparmio di metano già da domani; forse bisognerebbe parlare in termini di metri cubi di metano risparmiati e, quando si consegna una certificazione energetica che riporta valori incomprensibili a chi non è nel settore forse bisognerebbe spiegare il significato di quei numeri e non commentare solamente che “l’appartamento è in classe G, ha un consumo molto alto”; forse ancora bisognerebbe puntare su vere campagne di informazione…

E invece si continuano a programmare le domeniche ecologiche, le auto si fermano per poche ore (sospendendo ma solo temporaneamente i divieti per le partite domenicali) e il PM10 resta oltre i valori stabiliti… forse le cause di forza maggiore sono altre.

Foto | Ester Dedè