Come nasce il logo del riciclo

Gary Anderson lo disegnò nel 1971 partecipando a un concorso organizzato dalla Container Corporation of America, società produttrice di carta, per la realizzazione di un logo che sollecitasse e promuovesseil riciclo dei propri prodotti. Anderson non era un grafico, ma un ragazzo di 23 anni iscritto alla facoltà di ingegneria della University of Southern California di Los Angeles: era già laureato ma preferì continuare i suoi studinella stessa università e pensò di partecipare al bando proprio perché il suo curriculum da ingegnere prevedeva la frequentazione a un corso di design grafico, quindi pensò che questo potesse essere uno spunto interessante da cui iniziare.

La prima idea fu quella di quella di disegnare qualche cosa che richiamasse il ciclo dell’acqua e, siccome la prima bozza dava l’idea di essere troppo piatta, aggiunse in un secondo momento gli angoli e le frecce dal ricordo di una visita a una cartiera durante gli anni delle elementari.

Il suo disegno richiese un paio di giorni di lavoro e nonostante il suo lavoro verrà ripagato economicamente, ancora oggi odia ammettere di aver dedicato quel tempo.

Ovviamente il logo delle tre frecce che si rincorrono vinse il concorso aggiudicandosi i 2000 $ che erano stati messi in palio, ma dovette cedere i diritti come previsto dal regolamento.

Nonostante quel logo sia tra i più famosi al mondo alla pari di grandi multinazionali, i diritti sono ancora oggi di pubblico dominio.

Però Anderson si accorse dell’importanza di quel simbolo solo diversi anni dopo: lo aveva praticamente dimenticato, quando lo rivide per caso all’aeroporto di Amsterdam, grande come un pallone da beach–volley, su di un bidone per la raccolta differenziata.

Oggi Gary Anderson lavora a capo di un’azienda che opera per conto del Dipartimento per la Difesa e nonostante il logo sembri appartenergli più oggi di ieri, trova riduttivo che il contributo della sua vita al mondo venga ridotto a quel simbolo.

Massimo Riberti

Massimo Riberti Architetto

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