La tradizione della terra cruda e la riscoperta di un materiale da costruzione sostenibile

L’argilla o terra cruda è nota all’uomo come materiale da costruzione fin dall’età Neolitica (10.000 – 6.000 a.C.). Il suo impiego nella costruzione di manufatti in forme più o meno nobili ha subito un brusco e improvviso rallentamento e in alcuni casi è entrato in disuso nei paesi più sviluppati. A partire dal secolo appena concluso e in particolar modo dal secondo dopoguerra il diffondersi di materiali introdotti sul mercato dalla moderna filiera edilizia ha portato l’abbandono della tecnica del “crudo”. Quest’atteggiamento ha inevitabilmente condotto a un’inesorabile perdita della pratica delle tecniche costruttive in terra cruda, affidando alla manualistica teorica e alla memoria di anziani muratori il compito di tramandare il know–how ricco di storia e saperi.

La crisi energetica degli anni ’70 però ha stimolato architetti, tecnici e artigiani alla ricerca di materiali ecosostenibili, il cui utilizzo fosse il più possibile compatibile con l’ambiente e riducesse il consumo di energia in tutto il ciclo vitale del manufatto. Tra questi si poneva la terra cruda, riscoperta in quegli anni in funzione di un possibile riutilizzo e ottimizzazione delle sue caratteristiche intrinseche di sostenibilità non a caso già conosciute in passato, quali:

– riduzione del consumo di energia nei processi di produzione del materiale (non energivoro);
– riciclabilità e alto grado di riduzione dei residui di lavorazione;
– alto coefficiente di isolamento termico e controllo igrometrico;
– sostenibilità economica;
– facilità di reperimento;
– ottimo comportamento con inerti e fibre vegetali;
– ottimo impiego nell’autocostruzione.

Un dato importante in termini di ecosostenibilità lo fornisce una ricerca “Su i contenuti di energia primaria dei materiali da costruzione“ (Fonte | Protocollo ITACA 2004). In termini di “Energia Inglobata” espressi in MJ/m3 la relazione tra terra cruda/argilla e gli altri materiali va da ¼ dei blocchi in laterizio porizzato, per passare a 1/10 per il legno lamellare fino a 1/108 per il calcestruzzo armato. Se mettiamo a confronto i dati relativi al consumo di energia primaria con le proprietà intrinseche emerge un dato significativo: la terra cruda è un materiale da costruzione estremamente ecologico e alla portata di tutti.

Fonti |
Atzeni Carlo, Sanna Antonello (2008), Architettura in terra cruda, Regione Autonoma della Sardegna
Ricerche dell’Associazione Onlus Mattone su Mattone, in collaborazione con il Laboratorio Prove Materiali e Componenti della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino