Un nuovo solvente naturale dalle arance di Sicilia come alternativa ai solventi sintetici

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L’evaporazione dei solventi rappresenta un problema per l’inquinamento non solo durante la fase produttiva di un oggetto ma anche durante la sua permanenza nelle nostre abitazioni. I solventi utilizzati nelle vernici costituiscono una fonte importante di contaminazione dell’aria indoor, sia per la loro facilità di evaporazione sia perché vengono impiegati anche su vaste superfici. La maggior parte delle vernici convenzionali e dei prodotti di rifinitura è una fonte di composti organici volatili (VOC) tra cui il formaldeide, il benzene o il toluene che possono essere presenti con la funzione di solventi o diluenti per aumentare le prestazioni del prodotto.

Una svolta significativa potrebbe arrivare dalla scoperta, realizzata dagli studenti dell’Istituto tecnico industriale Cannizzaro (Iti) di Catania, di solventi ecologici ottenuti dagli oli essenziali degli agrumi di Sicilia. Arrivati tra i vincitori della seconda edizione di INVFactor, la competizione organizzata dal Cnr e dalla Commissione europea per le scuole superiori, grazie alla loro ricerca hanno individuato questi solventi ecocompatibili e utilizzabili come diluenti al posto di quelli sintetici.
Gli studenti hanno lasciato macerare le bucce delle arance per una notte intera estraendone poi gli oli essenziali e separandone la parte grassa. Analizzando successivamente la composizione hanno messo in evidenza l’abbondante presenza di terpeni come ad esempio il limonene e il geraniolo. I terpeni, insieme all’isoprene, sono un particolare tipo di composti organici volatili biogenici o BVOC.

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Angela Percolla, professoressa di chimica all’Iti di Catania, precisa al Corriere della Sera che “questi oli essenziali apolari, che non hanno cioè cariche sulla propria molecola, possono diluire le vernici che sono altrettanto apolari”. Da questa conclusione arrivano le possibili future applicazioni che potrebbero sostituire anche solventi a base di cloruro come il percloroetilene, usato come sgrassante in metal meccanica e nei processi di lavaggio a secco degli indumenti e considerato pericoloso oltre che per la tossicità causata dal contatto diretto anche per il suo importante contributo nella formazione di smog fotochimico producendo una pericolosa miscela di ozono a bassa quota se in presenza di monossido di azoto, ossigeno e luce.

Nuove strade in esplorazione riguardo ai solventi eco ricavati ad esempio dall’olio di lino o da frutti come la mela e l’ananas dalle quali si estrae il lattato di etile, particolarmente adatto da utilizzare negli sgrassatori per le pulizie domestiche. Il composto naturale messo a punto dai ragazzi del Cannizzaro di Catania potrebbe quindi trovare una sua diffusione nell’ottica di questo tipo di solventi: l’unico aspetto da riconsiderare è il costo di produzione che per ora risulta eccessivo per l’alto quantitativo di bucce necessarie, circa 500 gr per ottenere 2 millilitri di olio. Una soluzione a questo problema potrebbe però essere quella di considerare le tonnellate di arance che ogni anno in Sicilia sono mandate al macero, uniti agli scarti di produzione derivati dalla lavorazione degli agrumi nell’industria alimentare e portare quindi l’estrazione di questi composti su scala industriale.

Isabella Gerenzani

Isabella Gerenzani Industrial designer

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