Bali: il bambù per case fresche e resistenti

Una giovane donna americana, Elora Hardy, che lavorava con successo nel campo della moda a New York, qualche anno fa decise di lasciare la sua professione e lo sfarzoso mondo delle sfilate per dedicarsi al suo sogno: realizzare case di bambù a Bali.

LA CASA TRADIZIONALE DI BALI: IL KUREN

Ispirata dal padre, residente sull’isola già da qualche tempo, pensò di raggiungerlo per intraprendere un’attività di progettazione e costruzione di vere e proprie residenze di lusso in bambù, un materiale altamente rinnovabile ed ecosostenibile. E così, da cinque anni, Elora lavora con la sua squadra di architetti e designer. “Mio padre scelse il bambù per tutti gli edifici del suo campus, vedeva in questa pianta una speranza. Il bambù è un materiale da costruzione straordinario, ha la resistenza a compressione del calcestruzzo, il rapporto forza-peso dell’acciaio ed è una delle piante che cresce più velocemente nel mondo. I danni dagli insetti e l’umidità sono le sue debolezze principali, ma se trattato come si deve le strutture di bambù possono durare una vita”.

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È proprio sulla durata del materiale che si sono concentrati gli studi del team: per migliaia di anni il bambù è stato usato per le piccole costruzioni e i ponti ma si deteriorava in fretta a causa degli insetti che si nutrivano del legno dall’interno. Per risolvere questo problema, si è scoperto che, trattando il materiale con i sali di boro, questo diveniva pressochè indistruttibile. Inoltre la sua forza, la resistenza ai terremoti, la flessibilità, la leggerezza, l’abbondanza e la rapidità di crescita (un metro in pochi giorni), hanno eletto questa pianta, di cui esistono più di mille specie, un materiale da costruzione ideale nei climi tropicali, per realizzare grandi tetti curvi che catturano le brezze e proteggono dal caldo.

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Elena Bozzola

Elena Bozzola Architetto

Si è laureata quando la parola “sostenibile” la pronunciavano in pochi e lei si ostinava a spedire email sulla tutela ambientale a tutti i suoi amici. L’incontro con Architettura Ecosostenibile è stato un colpo di fulmine. Ama la fatica delle salite in montagna e una buona birra ghiacciata dopo la discesa.