Rete Mobilità Nuova: infrastrutture al servizio dell’uomo e non dell’auto

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Pedoni, pedali e pendolari tutti insieme, il 4 maggio a Milano per una manifestazione di sensibilizzazione ai trasporti alternativi in città. “L’Italia cambia strada” è il titolo dell’evento organizzato da Rete Mobilità Nuova per spostare l’attenzione, e le risorse, dalle infrastrutture per l’auto a quelle al servizio per l’uomo. La manifestazione si svolgerà sabato 4 Maggio a Milano, a partire da Piazza Duca d’Aosta (Stazione Centrale) alle ore 14:30, e che coinvolge la partecipazione di oltre 160 sigle di associazioni, comitati e movimenti nazionali e locali.

Nel sito di Rete Mobilità Nuova, si legge il chiaro manifesto che suggerisce di sostituire al paradigma “auto–centrico”, che fin’ora ha dettato legge nella gestione infrastrutturale delle città e del territorio, un paradigma “umano–centrico”, che metta cioè al primo posto la persona che deve spostarsi, e non l’auto, che in fondo resta solo uno degli strumenti con cui l’uomo può spostarsi.

Mobilità e Infrastrutture

In effetti, quando si pensa a queste parole, in particolare alla seconda, vengono subito in mente immagini di strade a perdita d’occhio, di snodi autostradali, di ponti, e di tutte quelle strutture invasive, al centro delle città come nelle campagne, a collegamento tra città e città, che il più delle volte deturpano il territorio che attraversano come immense cicatrici.

Le reti infrastrutturali nazionali e sovranazionali sono certamente una grande conquista in termini di mobilità di persone e di merci, ma nell’arco del secolo scorso questo aspetto della mobilità sembra abbia messo nell’ombra tutti quegli altri aspetti dal carattere più minuto e discreto, che della mobilità fanno comunque parte, e che afferiscono all’uomo quanto e forse più delle cosiddette grandi opere. In realtà anche la mobilità al servizio dell’uomo ha bisogno di opere pubbliche che garantiscano e facilitino i collegamenti, magari non di grandi opere, ma di piccole opere.

In effetti l’infrastruttura, intesa in un senso più ampio, è ciò che “sta tra” il collegamento e il legame tra i punti della città e tra le città. Al Novecento vorremmo lasciare il primato dell’auto. Al secolo in corso, invece, ci piacerebbe offrire un senso di mobilità che abbia bisogno delle piccole opere infrastrutturali per facilitare i pedoni, le biciclette e i pendolari.

I pedoni, le biciclette, i pendolari, ma anche le auto

Camminare, andare in bicicletta, utilizzare i mezzi di trasporto pubblico.
A questi tre aspetti dell’andare, il paradigma di Mobilità Nuova ne aggiunge un quarto: il car sharing, il car pooling e i taxi.
Perché è di sicuro molto importante non demonizzare l’auto come la causa di tutti i mali, ma semplicemente ricollocarla in un sistema che preveda alternative più efficienti, in modo che possano davvero essere considerate valide rispetto al suo utilizzo.
L’automobile, che all’alba del secolo scorso era il simbolo della velocità, del progresso della società che avanzava decisa nel futuro, celebrata da artisti ma anche da architetti e urbanisti, è diventata oggi elemento constante nella vita quotidiana e non esiste spazio urbano che non sia segnato dalla sua presenza.

Se non è possibile pensare di abolire le infrastrutture per la mobilità su gomma, è d’altro canto indispensabile ripensare il modo di spostarsi nei centri cittadini. È su questo recupero di modi alternativi dell’andare che si inserisce l’evento del 4 Maggio a Milano, e le proposte di sensibilizzazione che fa Mobilità Nuova sono precise e concrete.

I dati economici e statistici indicano un utilizzo delle risorse finanziare per opere pubbliche sbilanciato verso grandi opere, quali decine di nuove autostrade, rispetto ad una quota del solo 2,8% di persone e merci che quotidianamente fa spostamenti superiori ai 50 km; mentre al restante 97,2% della quota di spostamenti in aree urbane e per pendolarismo è concesso solamente il 25% delle risorse.
A questa sproporzione tra l’impiego di tante risorse per il bene di pochi, e delle poche risorse rimanenti per tutti gli altri, Mobilità Nuova risponde con l’idea della necessità di ri–orientare le risorse pubbliche e di concentrare la spesa laddove si concentra la domanda di mobilità.

Per rendere concrete queste idee, il giorno della manifestazione sarà promossa una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare“che vincoli almeno i tre quarti delle risorse statali e locali disponibili per il settore trasporti, a opere pubbliche che favoriscano lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non motorizzato”.
Alla nuova mobilità del nostro secolo serve “leggerezza strutturale” ed “economia nei trasporti”, ci vediamo sabato 4 Maggio a Milano.

Giulia Custodi

Giulia Custodi Architetto

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