È cinese il primo tram a idrogeno del mondo

Nelle metropoli cinesi, soffocate dallo smog e dalla nuvola di polveri sottili che quotidianamente si eleva verso il cielo, pensare ad un mezzo di spostamento "pulito" sembrava più che altro affidarsi a un sogno. E invece è proprio Made in China il primo tram a idrogeno a impatto zero.

Dallo scorso marzo il tram "pulito" corre sui binari di Tsingtao, una metropoli cinese che conta ben 3 milioni di abitanti, rivolta verso Corea e Giappone.

Appena si vede il "tram che non inquina" un italiano tenderà a figurarsi nella mente una delle Frecce di Trenitalia. In effetti l'aspetto è proprio quello di un treno ad alta velocità, con un profilo morbido e proteso in avanti, in grado di tagliare l'aria come la lama affilata di un coltello, vincendo l'attrito che si genera. È arancione, modernissimo e velocissimo.

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Il tram a idrogeno: veloce e non inquina

Il tram arancione può viaggiare ad una velocità di 70 chilometri orari, mantenendo ritmi abbastanza sostenuti per un tram cittadino. A realizzare l'abitacolo è stata l'azienda Sifang, appartenente alla China South Rail Corporation. All'interno sono stati realizzati 60 posti a sedere e 320 in piedi, così da garantire un trasporto comodo, agevole e veloce a ben 380 passeggeri. 

Oltre alla rapidità e al design innovativo, ci sono altre caratteristiche che rendono il progetto particolarmente interessante dal punto di vista tecnologico ed economico. 

Il tram, infatti, risulta essere interamente sostenibile sia per il fatto che il ricorso all'idrogeno lo rende un mezzo di trasporto totalmente a impatto zero, sia perchè consente di ridurre gli sprechi economici legati al rifornimento di carburante. Il treno consuma pochissimo, tanto che, con un pieno, è in grado di coprire una distanza di circa 100 chilometri, corrispondenti tre viaggi consecutivi di andata e uno di ritorno tra i capolinea.

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Investimenti per il tram a idrogeno

Nonostante le titubanze iniziali per un paese che ormai fatica a credere esista qualcosa di veramente pulito, il Governo cinese sembra essersi convinto delle potenzialità insite nel progetto del tram a idrogeno. A questo punto, tuttavia, subentra un problema di primaria importanza: la mancanza di binari. In tutti i 9.597.000 chilometri quadri di superficie cinese, infatti, sono soltanto 83 i chilometri coperti da binari predisposti al passaggio di questo tipo di veicoli e si trovano esclusivamente in sette città.

Sarà stato proprio questo dato a spingere gli organi statali a stanziare quasi 30 milioni di euro per sostenere gli spostamenti attraverso l'idrogeno. L'obiettivo che il Governo della Cina si è posto è quello di incrementare il settore e di portare la lunghezza dei binari deputati agli spostamenti con tram a idrogeno a 1200 chilometri.

Sicuramente la somma è molto ingente, ma i Cinesi sembrano rispondere bene alla proposta e le imprese che si sono impegnate nella produzione di questi mezzi di trasporto sono particolarmente fiduciose riguardo alla buona riuscita dell'iniziativa.

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L'ideatore del tram a idrogeno: parla l'ingegnere Liang Jianying

A realizzare il progetto del tram "del futuro" è stato un gruppo di ingegneri della Sifang capitanato da Liang Jianying, che ha descritto il lavoro condotto dai professionisti lungo e meticoloso. In due anni di studio e di sperimentazione, continua l'ingegnere, sono stati fondamentali i supporti ricevuti dagli enti e istituti di ricerca locali.

Tra le prime città a vedere un tram a idrogeno sui binari urbani c'è stata Foshnan, l'anno scorso. Di fronte a questa proposta innovativa si è proceduto immediatamente all'incremento della linea ferroviaria e i lavori dovrebbero concludersi entro fine anno. L'investimento di Foshan ammonta a 72 milioni di dollari in favore della Sifang. Da questa collaborazione è nata una vera e propria partnership con l'obiettivo comune di fondare un centro di ricerca sull'idrogeno applicato ai mezzi di trasporto. 

Sicuramente il progetto, a prescindere dalle opere pubbliche che si realizzeranno o meno, presenta un forte impatto innovativo, apre le porte ad una nuova fonte di energia per spostarsi da un posto all'altro e può costituire una strada più che valida per salvaguardare la salute della gente cinese, messa costantemente a dura prova da tutto quello che la modernità è in grado di liberare nell'atmosfera.

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Maria Laura Leo

Maria Laura Leo Architetto

Nata e cresciuta in Basilicata, interpreta l’architettura come arte al servizio dell’uomo, come sintesi di bellezza e praticità. Dopo la laurea si stabilisce a Matera, dove studia un’architettura rispettosa del luogo e delle tradizioni nell'affascinante contesto dei Sassi. Ama leggere, scrivere, viaggiare e fotografare i posti che visita.