La tutela del patrimonio ipogeo attraverso i catasti delle cavità artificiali

I sassi di Matera e la tutela del patrimonio ipogeo.

Il catasto delle cavità artificiale è uno strumento fondamentale per la conoscenza e la tutela del patrimonio ipogeo italiano.
La speleologia di cavità artificiali, a cui ci si riferisce comunemente come "speleologia urbana"  è un settore della speleologia il cui significato deriva dal greco (spélaion = caverna e lògos = discorso) ed è la disciplina che si occupa dell'esplorazione, documentazione, tutela e divulgazione della conoscenza del mondo sotterraneo.

Per essere precisi va specificato che il termine comune “grotta” si riferisce a cavità di origine del tutto naturale, mentre il termine “cavità artificiale” fa parte di ipogei di natura differente.

Nello specifico la speleologia in cavità artificiali studia, esplora e documenta tutte quelle cavità sotterranee che ricadono nella classificazione di ipogei interessati da modifiche (almeno per il  50% del loro sviluppo o quanto meno radicali rispetto l’aspetto originario della cavità n.d.r.)  o realizzati integralmente da attività antropica, come ad esempio i frantoi ipogei.

Cosa sono i catasti delle grotte e delle cavità artificiali

I catasti delle grotte e delle cavità artificiali sono veri e propri catasti che censiscono il patrimonio sotterraneo, sia naturale (grotte) che di origine antropica (cavità artificiali).

Diverse Regioni in Italia ne sono dotate e questo grazie all’impegno delle Federazioni Speleologiche Regionali che operano con l’ausilio di speleologi singoli o dei diversi gruppi di speleologi affiliati ad esse. Solo poche regioni in Italia però possiedono, oltre al catasto delle grotte naturali anche quello delle cavità artificiali: tra le più “ricche” sotto il punto di vista del patrimonio ipogeo, per varietà e quantità, è la Puglia (consulta il catasto delle grotte e delle cavità artificiali della Puglia sul sito FSPuglia).

La Puglia vanta oltretutto di un catasto speleologico all’avanguardia e in evoluzione grazie alle segnalazioni continue pervenute e agli accatastamenti successivi da parte degli speleologi.

Il catasto delle grotte e del patrimonio ipogeo

Perché valorizzare le cavità artificiali?

Innanzitutto le cavità artificiali, oltre ad avere valore storico-culturale e quindi a costituire un tassello fondamentale per ricostruire la storia di un luogo, possono essere in molti casi classificate come immobili con valori specifici, da tutelare ai sensi della normativa nazionale sui Beni artistici, storici, culturali e archeologici.

Ai fini della rigenerazione urbana di un luogo, il patrimonio ipogeo, là dove presente, è strumento essenziale per connettere il tessuto urbano storico a quello attuale.

La valorizzazione ed il riuso consapevole e sostenibile degli ipogei – come testimoniano interventi realizzati – contribuisce a mogliorare la promozione culturale e turistica di un territorio; oltre ad essere utile spunto e fonte di conoscenza per studiosi e appassionati della materia.

Risanare interi centri storici implica anche prendere in considerazione ciò che c’è sotto gli edifici: se così non fosse, come può accadere per imperizia o mancata conoscenza, le conseguenze possono essere anche irreversibilmente dannose per gli edifici sovrastanti (collassi del terreno, fenomeni di degrado dovuti a umidità di risalita, malfunzionamento di antiche reti per lo smaltimento delle acque chiare, ecc.).

Le cavità artificiali e il loro valore storico-culturale da tutelare

Esempi virtuosi di trasformazione di spazi ipogei

In Italia sono numerosi i comuni con consistente patrimonio ipogeo.

A Narni e Napoli, per esempio, tale patrimonio ipogeo è stato rivalorizzato e sfruttato per la fruizione turistica (si veda Narni Sotterranea e il Museo del Sottosuolo di Napoli.

Quando gli ipogei sono di proprietà privata, possono essere trasformati in locali per l’accoglienza, come il caso degli alberghi diffusi

Matera è un esempio di come il patrimonio rupestre sia stato rivalorizzato di pari passo con quello ipogeo tanto da farla diventare Capitale della Cultura.

A Grottaglie in provincia di Taranto, vi è un intero quartiere dove i figuli (antichi artigiani della ceramica) avevano collocato le proprie botteghe, per la maggior parte all’interno di ipogei (questo anche per una questione di costi dal momento che per costruire un immobile occorreva denaro per l’acquisto di materiale edile mentre riutilizzando uno spazio scavato già esistente gran parte dei costi venivano abbattuti). Ancora oggi qui, nel cosiddetto “Quartiere delle Ceramiche”, prosegue la tradizione artigiana; ma la particolarità è che si sta cercando di far diventare l’intero quartiere un sito tutelato dall’UNESCO, vista la sua unicità, prevedendone anche i relativi riscontri sull’intero territorio comunale.

I processi di valorizzazione e di riqualificazione però sono molto lenti, e questo perché, sebbene la normativa difenda e promuova le cavità artificiali, purtroppo non lo fa in maniera esplicita attraverso una norma specifica e inequivocabile, nè fornendo delle linee guida per il recupero di questi luoghi così vari, dall’acquedotto, alla cripta, dal frantoio ipogeo, al ricovero per animali, a volte costituiti dall’unione di più spazi con diverse funzioni.

Ma il punto di partenza restano comunque i catasti, o quanto meno il censimento delle cavità artificiali di un luogo, dal momento che solo la documentazione può preservarli concretamente ed evitare che su di essi possano essere perpetrati abusi edilizi.

Direttive nazionali e regionali in cui si parla di tutela del patrimonio ipogeo e di catasti di cavità

Direttive nazionali in merito al patrimonio ipogeo e ai catasti di cavità 

Direttiva 30 ottobre 2008. Interventi in materia di tutela e valorizzazione dell'architettura rurale. 

D.M. 27 Settembre 2006. Criteri e modalità per la verifica dell'interesse culturale dei beni mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico ed etnoantropologico.

D.P.C.M. 12 Gennaio 2005. Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilita' paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell'articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.

Lgs 22 Gennaio 2004. Codice dei beni culturali e del paesaggio

 

Direttive regionali in merito al patrimonio ipogeo e ai catasti di cavità 

Legge regionale Puglia 4 dicembre 2009, n. 33 “Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico”.

Legge regionale Lazio 1 Settembre 1999, n.20 Lazio 1 Settembre 1999, n.20 “Tutela del patrimonio carsico e valorizzazione della Speleologia”

Legge regionale Emilia Romagna 10 luglio 2006, n. 9Legge regionale Emilia Romagna 10 luglio 2006, n. 9 “norme per la conservazione e valorizzazione della geodiversità dell'Emilia-Romagna e delle attività ad essa collegate”

Legge regionale Toscana 2 Aprile 1984, n.20 “Tutela e valorizzazione del patrimonio speleologico. Norme per lo sviluppo della speleologia”

Legge regionale Umbria 23 Settembre 2009, n.19  “Tutela e valorizzazione del patrimonio speleologico. Norme per lo sviluppo della speleologia” (all’art. 22)

Legge regionale Basilicata 13 Agosto 2015, n.32 “Conservazione e valorizzazione del patrimonio geologico”

Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.