Il tunnel sottomarino più profondo del pianeta. Un primato da Guinness. Sostenibile?

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Scavare a 58 metri sotto il livello del mare da ben dieci anni: questo è il tunnel sottomarino del Bosforo, assai meno lungo del tunnel sotto la Manica ma già nel guinness dei primati come il più profondo del pianeta! È uno dei progetti d’ingegneria più ambiziosi del secolo, ma difficilmente definibile come sostenibile. Il traforo si chiama Marmaray (acronimo tra Mar di Marmara e ray che in turco significa ferrovia) e si sta realizzando in una delle zonea più alto rischio sismico dell’Oriente visto che sorgerà a meno di 20 km dalla Faglia Anatolica Settentrionale.

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LE DIMENSIONI DI MARMARAY
Il tunnel sottomarino sarà lungo 13,6 km e di questi 1,4 Km saranno sotto lo stretto e formati da 11 sezioni, ciascuna lunga 130 metri e pesante 18 mila tonnellate.
Verranno costruite tre stazioni sotterranee, mentre le 37 già esistenti in superficie saranno ristrutturate. Dunque è davvero un’opera da Guinnes!

L’UTILITÀ DI UN’OPERA DEL GENERE
Marmaray riunirà la linea di trasporto su rotaia suburbana tra le due rive della città e la collegherà alla metro e alla linea dei treni pesanti, formando un unico passante di 76,3 km tra i capolinea di Gebze e Halkali.

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Il tunnel ospiterà :

  • una linea della metropolitana;
  • due linee per treni leggeri di pendolari;
  • una linea per treni a lunga distanza;
  • una linea per l’alta velocità

La capacità di passeggeri è stimata in 75mila all’ora in ciascuna direzione.
Ecco come funzioneranno i trasporti all’interno del tunnel Marmaray

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I COSTI DEL TUNNEL SOTTOMARINO
L’opera costerà più di 2 miliardi e mezzo di dollari, forniti dall’Agenzia Internazionale Giapponese per la Cooperazione (JICA) e dalla Banca Europea per gli Investimenti (BERS). Questi i costi monetari stimati senza tenere in conto due fattori importantissimi:

  • i costi ambientali che crescono a dismisura con il prolungarsi dei tempi di consegna (la cantierizzazione di una faglia marina è un’operazione assai delicata e poco sostenibile);
  • i costi sociali dovuti alla non rispondenza delle aspettative da parte chi si aspettava, con l’apertura del traforo, un cambiamento radicale nel settore delle infrastrutture e fino ad oggi ha visto solo un ritardo che ha fatto lievitare i costi di 500 milioni di dollari, mentre la situazione economica in Turchia non è delle migliori al mondo.

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QUANDO ENTRERÀ IN FUNZIONE MARMARAY
La data prevista per la consegna era il 2008 (ben 5 anni fa!), ma i lavori sono andati a rilento, a causa della scoperta di una antico porto proprio dove il tunnel doveva incontrare le acque del Bosforo.
Ad oggi non vi è una data certa ma si sa solo che si è superata di oltre la metà la lunghezza dello scavo sotterraneo.

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PREVISIONI E TIMORI PER MARMARAY
Si legge che Marmaray è dal 2004 “una vera e propria sfida che toglie il sonno ad archeologi, ingegneri e urbanisti” e, anche se è vero che i responsabili dei lavori e delle ditte leader nelle opere sono turchi e giapponesi, non è dato sapere se la manodopera impiegata sia locale o quanto meno se l’opera sia servita fino ad oggi a risvegliare un po’ l’economia del territorio coinvolto dai lavori.

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Interessando due parti strategiche della città, si prevede che solo una volta terminati i lavori rivoluzioneranno l’intera struttura dei trasporti di Istanbul così come quella dell’intera Europa orientale.
La stazione di Yenikapi che fino a poco tempo fa era un porto e una stazione provinciale, nei prossimi decenni diventerà un nodo intercontinentale capace di collegare le vie del commercio da Mosca a Londra fino a Pechino.

Purtroppo fino ad oggi il traffico di Istanbul è tra i più congestionati al mondo, e grazie al traforo Marmaray si prevede che il trasporto su ferrovia aumenterà dall’attuale 3,6% al 27,7%, rivoluzionando l’antica Bisanzio e rendendola la terza città meglio servita da ferrovia dopo Tokyo, con il 60% del trasporto urbano su binario, e New York, con una percentuale del 31%.

Istanbul conta una popolazione (censita) di 15 milioni di persone e risulta una delle metropoli più affollate al mondo, oltre a considerare il territorio circostante in cui permangono da anni problemi legati al traffico; per passare dall’Asia all’Europa, e viceversa, non sono più sufficienti i ponti sospesi sul Bosforo, costruiti uno nel 1973 e l’altro nel 1988.




Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.