Tipografia in architettura: lettering, testi pubblicitari, strutturali e decorativi

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Il matrimonio tra tipografia e architettura non è certo una recente invenzione e spesso ha dato vita ad insolite soluzioni progettuali. A lettere tondeggianti o squadrate, come semplici rivestimenti decorativi o supporti strutturali, i testi hanno conferito riconoscibilità e bellezza ad edifici in tutto il mondo, dal Fukutake House nell’isola Megijima in Giappone al Lentos Museum of Modern Art a Linz, in Austria. Visto a grande distanza o solo da molto vicino, il lettering è una dichiarazione inequivocabile del fabbricato e della sua destinazione.

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In alto: Lisa Rienermann,Type the sky
Dall’architettura–pubblicitaria, vanitosa ed imponente, si passa ad eleganti organismi in cui sono i segni grafici ad aggiungere il valore evocativo e poetico. La tipografia diventa, a volte, solo sistema di riferimento e segnaletica fuori scala; altre volte, invece, questo lettering architettonico è visibile solo da alcuni punti e diventa strumento per affermare un concetto.

LA TIPOGRAFIA INVISIBILE E I PUNTI DI VISTA PRIVILEGIATI
I testi o lettere sono spesso percepibili solo da punti di osservazione privilegiati. Sono gli occhi dei passanti delle grandi città contemporanee o nei centri storici italiani, capaci di leggere forme e lettere nel cielo creati dalle cime degli edifici in ombra o dai muri dei cortili. Nella piccola Rotonda Foschini, nel teatro comunale di Ferrara, il visitatore guardando verso l’alto può ammirare un perfetto ovale, secondo una precisa volontà del progettista.

Nelle strade di Barcellona tra alti condomini e un cielo azzurro, la giovane artista Lisa Rienermann invece scopre un’inaspettata Q, la prima lettera del celebre alfabeto, chiamato Type the sky, che fotografa poi in altre città per completare la serie. I profili delle case e le piccole porzioni di cielo libere delineano, più o meno chiaramente, un nuovo font urbano. L’invito è all’osservazione e progettazione dei posti in cui viviamo più critica e fantasiosa.

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In alto: Lentos Museum of Modern Art, Linz

Altro punto di vista privilegiato del lettering è quello aereo, che dovrebbe essere molto più rivalutato data la grande diffusione di spostamenti in volo.
Le piante degli edifici, visibili dal progettista ma anche da vedute aeree, hanno da sempre imitato modelli naturali, animali e anche caratteri tipografici. È il caso dell’alfabeto di Steingruber, pubblicato nel 1773,doveogni lettera dell’alfabeto costituisce la pianta di un’architettura. L’intero alfabeto, con due varianti per la lettera A, è però rimasto solo sulla carta.

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In alto: a sinistra, Rotonda Foschini (Ferrara); a destra, Alfabeto di Steingruber, 1773

Alcuni progettisti usano la tipografia a caratteri cubitali.
Per esempio nel Wales Millennium Center a Cardiff, la facciata in ardesia presenta un testo intagliato e chiuso da vetri, che recita in gallese ed inglese In These Stones Horizons Sing – Creu Gwir Fel Gwydr O Ffwrnais Awen”. Questo a ricordare che anche le pietre dell’edificio letteralmente cantano assieme all’opera, ai musical e all’orchestra presente all’interno.

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In alto: Wales Millennium Center, Cardiff

Nel sopracitato Fukutake House del 2010, installazione annuale per promuovere l’arte nelle comunità rurali, un gigantesco testodorato dal font sans serif ricopre le facciate della scuola elementare che ne ospitava l’edizione.

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In alto: Fukutake House

Quasi agli antipodi i testi del Lentos Museum of Modern Art daldesign tipografico leggerissimo ripetuto e distinguibile solo da vicino, e l’House of Terror, a Budapest in Ungheria dove il testo “Terror” in grassetto ha davvero un impatto sensazionalistico e urlato. Quando il sole batte sul tetto dell’edificio, le lettere ritagliate riportano la scritta sulla facciata e gridano la violenza perpetuata nell’interno prima dalla polizia nazista e, poi, da quella comunista.

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In alto: House of Terror, Budapest

Ultimo esempio è a New York, il Cooper Union, dove Abbott Miller studia una segnaletica completamente integrata all’edificio dei Morphosis, spigolosa e futuristica. A cominciare dalla facciata, il nome dell’edificio è scritto con il font Foundry Gridnik estruso, che ricorda quello usato nell’edificio storico.

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In alto: Cooper Union, New York, Morphosis Architects

La tipografia si concretizza in diversi ed inaspettati modi: scende giù dall’intradosso delle scale, si adegua ai paraspigoli delle porte delle aule e appare come una costellazione di nomi incisi nel granito.




Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.