Sviluppo sostenibile: la ricetta di Lolland

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Leo Christensen, Direttore di Progetti della Municipalità di Lolland intervistato da Mario A. Rosato. La Municipalità di Lolland, la quarta isola più grande della Danimarca, fu creata nel 2007 dalla fusione di sei piccoli Municipi. Potremmo dire che è una sorta di comprensorio con una superficie complessiva di 892 chilometri quadrati oggi abitato da 49.000 fortunate anime. Il pittoresco paesaggio Baltico è il luogo ideale per trascorrere le nostre ferie in relax. Ma oltre il suo aspetto bucolico e la tradizione rurale c’è di più! Infatti, Lolland è in testa alla lista delle aree europee più sostenibili grazie alla gestione esemplare della sua Amministrazione Pubblica. La percentuale pro capite di energia rinnovabile generata è la più alta del mondo. Il 75 % del fabbisogno di riscaldamento e il 100% della domanda elettrica sono coperti con fonti di energia rinnovabili quali: biomassa, eolica e solare. Negli ultimi 15 anni il tasso di disoccupazione è sceso dal 22% al 2%, grazie all’indotto delle energie rinnovabili e del polo della ricerca scientifica e tecnologica. Leo Christensen ci racconta le origini del miracolo economico locale.

Come nacque l’idea di basare la strategia di sviluppo sulle energie rinnovabili?
– Nel 1998 i politici decisero di rimboccarsi le maniche e di risolvere il problema della povertà dilagante nel territorio. Le nostre prime analisi mostrarono un’immagine del Nord Europa leader nel settore industriale delle tecnologie informatiche ma al secondo posto nei settori delle energie rinnovabili ed ambientale. La Danimarca si trovava già a quei tempi ben piazzata nella classifica dei Paesi leader nei menzionati settori. Il potenziale locale – disponibilità di spazio, mano d’opera e una infrastruttura marittima perfetta per supportare queste attività – innescò l’industrializzazione sostenibile. Abbiamo chiamato questo fenomeno Crescita al di là delle Metropoli, ossia il fomento del flusso migratorio in senso opposto a quello che avvenne nel periodo industriale. Stiamo parlando delle politiche a sostegno del ripopolamento delle campagne, ovvero in aree di minor densità edilizia.

Quale fu la prima azienda che si stabilì nell’ambito di questa strategia?
– Vestas Energia Eolica, con una fabbrica di pale, si stabilì nel 1999 creando più di 600 posti di lavoro diretti. In realtà l’indotto ha occupato molte più persone.

Come gestite i rifiuti urbani e solidi in generale?

– Abbiamo tre sistemi. Nel primo i rifiuti urbani vengono raccolti a domicilio assieme a carta e cartone. Le bottiglie di vetro si raccolgono in contenitori posti in ogni strada. Disponiamo di un buon numero di stazioni di riciclaggio nei paesi più grandi, dove i privati possono conferire i rifiuti ingombranti. L’immondizia viene separata in un grande numero di diverse sostanze, per incrementare la percentuale di riciclaggio. Un altro tipo importante di rifiuti che si processa in quelle stazioni è il residuo di giardinaggio, si utilizza in parte per il teleriscaldamento e il resto si converte in fertilizzante per i nostri parchi, campi sportivi e giardini privati. Così restituiamo alla natura ciò che prima abbiamo sottratto. I materiali di costruzione sono triturati e riutilizzati nel ciclo produttivo. Aggiungiamo che la prima regola danese riguardante le materie prime è: salvaguardare i materiali e risorse naturali in genere per le generazioni future. Per esempio: ricicliamo il 100% dell’asfalto raschiato tramite un sistema di raccolta e triturazione. Fino al 30% del nuovo asfalto proviene da quello riciclato, mentre il resto si usa per le strade secondarie.

Incenerire i rifiuti solidi emette circa 2,3 ton CO2 / ton di FORSU, mentre la digestione anaerobica della stessa FORSU produrrebbe la stessa quantità di energia con solo 0,317 ton CO2 / ton di rifiuti. Per quale motivo dunque fu scelto il metodo dell’incenerimento?
– Ammettiamo che bruciare i rifiuti non è sostenibile, ma nel 1984, quando fu proibito il conferimento nelle discariche, si scelse quel metodo. Oggi gli inceneritori soffrono la mancanza di immondizia da bruciare per via della maggior percentuale di riciclaggio, per cui sono in fase di riconversione in centrali ad emissioni di CO2 neutre, che bruceranno paglia e legna come combustibile.

In quale modo gestirete le emissioni di CO2?
– La questione non è produrre energia con emissioni di CO2 neutre – perché sappiamo già come farlo. La produzione elettrica a Lolland supera il 200% del nostro fabbisogno. In pochi anni raggiungeremo il 90% di tutto il calore prodotto, che sarà neutro dal punto di vista delle emissioni di CO2. I futuri sistemi riutilizzeranno la CO2 proveniente dalle fonti di CO2 neutre. Potremo parlare di sostenibilità solo quando si daranno queste condizioni: il fumo degli impianti termici si riutilizzerà nella coltivazione di alghe e con queste ultime si produrrà biogas che poi si separerà in metano (CH4) e CO2 , i quali successivamente potranno essere trasformati in metanolo tramite un processo che utilizza gli eccedenti di generazione eolica. Il risparmio del 100% delle emissioni di CO2 è solo il primo dei nostri obiettivi. Mediante il ricircolo della CO2 e la sua trasformazione industriale (reforming) in nuova energia a cicli chiusi, i risparmi eccederanno il 100% e l’equivalente di petrolio o di carbone rimarrà nel sottosuolo.

Gli abitanti si lamentano della costruzione di inceneritori?
– In Danimarca l’incenerimento di rifiuti in impianti di cogenerazione è abituale. In genere i danesi non si lamentano di un sistema che percepiscono come di maggior tutela ambientale rispetto a quelli precedenti. Piuttosto hanno sollevano proteste quando si sono collocati, vicino ad abitazioni private, torri eoliche molto alte e sistemi di trattamento dei liquami suini.

Come gestite le acque reflue?
– La nuova legislazione danese richiede che tutte le acque reflue urbane vengano trattate per preservare l’ambiente da ogni sorta d’inquinamento. Ciò significa che il settore richiederà importanti investimenti infrastrutturali nei prossimi dieci anni. Le acque reflue si trattano mediante sistemi biologici già conosciuti nel resto d’Europa. Inoltre, nuove idee sono in fase di sperimentazione. Tramite una adeguata pianificazione, tutti i nostri sistemi di teleriscaldamento ad emissioni di CO2 neutre si collocheranno vicino agli impianti di trattamento di acque. Stiamo sviluppando sistemi che sfruttano i fumi, di vapor d’acqua caldo e CO2, i quali si conducono verso le acque residue, che contengono grandi quantità di nutrienti (il fosforo è in quantità interessante). L’idea consiste nel depurare l’acqua con alghe. Impianti di questo tipo già operano in paesi con climi più caldi come la California. Il costo di installazione di questi impianti è il 40% di quello dei normali impianti biologici di trattamento e rispetto a questi consumano il 10% in meno di energia. Il vantaggio di questa tecnologia è di consentire la depurazione dell’acqua senza produzione di fanghi. Nel nostro clima è necessario apportare calore supplementare al processo per consentire alle alghe di sopravvivere, ciò che rende perfetta la combinazione di impianti di teleriscaldamento con quelli di trattamento delle acque reflue.

Le colture energetiche si considerano insostenibili perché sottraggono terra all’agricoltura. Qual’ è l’opinione dei coltivatori e degli abitanti sulla produzione di biodiesel?
– Le colture energetiche diventeranno illegali nella UE a partire dal 2017. Pertanto si tratta di processi in un arco temporale molto limitato, perché l’energia è un prodotto massivo a basso prezzo comparata con tutti i prodotti provenienti dalle industrie petrolchimiche. Nel medio e lungo termine (10–15 anni) nessuno utilizzerà più le coltivazioni per produrre energia. Ad esempio l’impianto energetico di Bandholm è una piattaforma per lo sviluppo di prodotti con alto valore aggiunto. Necessitiamo di un’attività economica in funzionamento per imparare la parte principale: – coltivazione, raccolto e produzione di materie prime. La frazione residua del processo di estrazione dell’olio è estremamente importante, ma oggi viene utilizzata solo come mangime per le vacche. La ricerca e lo sviluppo sono attività necessarie per riuscire a trasformare la frazione residua in un prodotto con alto valore aggiunto come plastica, gomma e perfino materiali fondamentali per l’industria farmaceutica, etc.

Le turbine eoliche sono onnipresenti a Lolland, non le pare contrastino eccessivamente con il paesaggio rurale e le costruzioni tradizionali? L’installazione massiva di parchi eolici come ha influito sul turismo?
– In genere noi abitanti di Lolland siamo orgogliosi delle nostre turbine. Come le dicevo, la produzione pro capite di energia pulita qui è una delle più alte del pianeta. Le turbine eoliche sono parte del nostro mondo, lo caratterizzano. Nuovi sistemi che combinano energia verde locale con nuove industrie nel territorio sono in fase di progettazione grazie a politiche regionali di fomento. Crediamo che dare spazio ad un parco eolico può essere un punto forte per lo sviluppo dei municipi. I nuovi poli energetici sostenibili attireranno nuove industrie.

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Quali consigli per fomentare lo sviluppo sostenibile nel Sud Europa?
– Avete il sole – la fonte di energia più importante in assoluto. Il prossimo passo è la corretta gestione dell’acqua. Il modo tradizionale di concepire l’acqua potabile, le acque residue, le acque superficiali e l’acqua di mare come sistemi separati non basterà in futuro. La gestione dell’acqua è nella mia opinione l’elemento fondamentale per un futuro sostenibile nel Mediterraneo. Non essere in grado di gestire l’acqua creerebbe perdite inimmaginabili per la siccità che si prospetta in futuro. Dall’altro canto, combinare il potenziale delle energie verdi con una migliore gestione dell’acqua farebbe del Sud Europa “il granaio” della UE e specialmente dell’Africa. Scegliete un certo numero di municipi che rappresentino le diverse Regioni del vostro Paese e convertiteli in aree CTF (Community Testing Facilities, Installazioni di Prova Comunitaria) come abbiamo fatto a Lolland. Accertatevi che le nuove invenzioni siano replicabili prima regionalmente, poi nazionalmente e infine che vengano esportate come know–how. Avete potenzialmente tutto, dovete aggiungere solo buona volontà di creare sinergie e gestire le politiche in modo efficiente ed efficace. Potrete tranquillamente superare la maggioranza dei Paesi nordici.










Mario Rosato

Mario Rosato Ingegnere

La sua passione sono le soluzioni soft tech per lo sviluppo sostenibile, possibilmente costruite con materiale da riciclaggio. Un progetto per quando andrà in pensione: costruire un'imbarcazione a propulsione eolica capace di andare più veloce del vento in ogni direzione.