Stay hungry, stay foolish... stay sustainable! Le politiche sostenibili di Steve Jobs

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Steve Jobs è morto oggi, uno dei più grandi geni degli ultimi anni è stato stroncato da un cancro al pancreas, una malattia contro cui lottava ormai da molti anni e contro cui ha perso l’unica sfida che non poteva vincere. Obama lo definisce come uno tra i più grandi innovatori americani e mentre tutto il mondo parla dei suoi computer, degli iPhone e degli iPad che ci hanno cambiato la vita, è giusto soffermarsi su qualcosa in cui Steve ha sempre creduto, lo sviluppo sostenibile.

Il famoso “Think different”, quel modo diverso di approcciarsi alle cose da anni si riflette anche nella politica ambientale dell’azienda.

Il CEO di Apple nel 2007 non gradì di essere finito all’ultima posizione di una classifica stilata da Greenpeace in cui si accusava la casa di Cupertino di essere la peggiore tra le aziende mondiali in fatto di riciclo, così scrisse una lettera aperta e intavolò un dibattito con gli ambientalisti prendendosi le colpe di una mancata campagna di sensibilizzazione e impegnandosi per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e la maggiore efficienza dei suoi prodotti.Politiche-sostenibili-steve-jobs-bIl primo passo fu quello di un’attenta analisi del Life Cycle Assestment dell’azienda nel suo complesso, il risultato fu abbastanza scontato: il 90% dei consumi era diviso equamente tra la produzione del prodotto e il suo utilizzo durante la vita utile, il 5% era attribuito ai trasporti, il 3% alle strutture e l’1% al riciclo. Questo evidenziò bene quali erano i settori in cui intervenire.

Nel processo di produzione si puntò prima all’eliminazione di sostanze tossiche dai componenti (come ad esempio i monitor LCD di vecchia generazione ad alto contenuto di sostanze come arsenico e mercurio) e successivamente alla sostituzione con nuove tecnologie meno dannose per l’ambiente. Il PVC e gli altri tipi di materiali termoplastici vennero utilizzati sempre meno a favore del vetro e dell’alluminio, materiali più facili da riciclare. Inoltre vennero ridotte le quantità di materie prime utilizzate grazie al design interno dei prodotti.

Oggi con imballaggi ridotti, alimentatori più efficienti, e programmi di smaltimento in tutto il mondo la Apple diventa un vero modello di sviluppo sostenibile che ha il suo punto di arrivo nel grande Campus di Cupertino, struttura circolare per 12.000 dipendenti interamente alimentata da fonti energetiche rinnovabili e da combustibili ecologici presentata dallo stesso Steve Jobs al consiglio cittadino della città californiana.

Un nuovo modo di vedere lo sviluppo che ancora una volta ci ricorda quanto grande sarà la sua assenza.

Fonti | Apple.com |