Smart Cities: i “six steps” per capire cos’hanno in più delle normali città?

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Si parla tanto di Smart City ma fino ad ora i requisiti, che in qualche modo definiscano con chiarezza quali caratteristiche siano necessarie ad una città perché sia annoverata nel ristretto circolo delle Smart Cities, non sono molto chiari. Lo scorso 15 novembre il City Council di Barcelona, GDF SUEZ, Cisco assieme ad altre 30 adesioni tra organizzazioni universitarie ed istituzioni diffuse a livello mondiale, ospiti della splendida città spagnola

in occasione della seconda edizione dello Smart City Expo World Congress, ha presentato City Protocol, primo sistema di certificazione per le Smart City: la gestione sarà affidata alla City Protocol Society e sarà operativo da aprile 2013. Il dibattito però è ancora aperto: anche la Commissione Europea ha voluto esprimersi in merito e lo ha fatto condividendo i “‘six steps” di Rick Robinson, responsabile per lo sviluppo e la fornitura di soluzioni intelligenti a favore delle città per i clienti di IBM, nonché appassionato sostenitore dell’idea di Smart City.

I SIX STEPS DELLE SMART CITIES

"Le città in tutto il mondo si trovano ad affrontare sfide quali la performance economica, la coesione sociale, la sostenibilità. E la sicurezza della fornitura di risorse: il cibo, l’energia e l’acqua. Le risposte a queste sfide si troveranno all’interno di ogni singola disciplina – urbanistica, ingegneria delle infrastrutture o tecnologia: le troveremo lavorando insieme in tutti questi settori professionali“ afferma Robinson che individua in sei passaggi – six steps, appunto – la realizzazione di una Smart City: vediamo quali sono.

Definire l’espressione “Smart City”

Cosa si intende, dunque, per “Smart City”? Nell’immaginario collettivo probabilmente esiste un’ idea legata a questa espressione che tuttavia non è stata ancora ufficialmente espressa: pertanto Robinson sottolinea l’importanza di definire una sorta di area di applicazione entro la quale individuare poi gli obiettivi da raggiungere.

Creare una visione comune

Robinson ritiene di fondamentale importanza che la visione comune sulle Smart City sia frutto di un brainstorming che coinvolga rappresentati dell’economia e politica, religione e società civile, università ed imprenditoria il cui scopo sarà anche quello di stabilire tempi e modi per ciascun progetto proposto.

Qualità delle risorse umane

Come precedentemente sottolineato, l’integrazione fra discipline è un aspetto fondamentale dal quale non si può prescindere per la risoluzione dei problemi: alla stessa maniera, secondo Robinson, è importante riconoscere l’esistenza di un ‘sistema di sistemi’ unico per ciascuna città: un insieme di relazioni tra ambiti – economia, trasporto, natura, infrastrutture, servizi ecc. – che sottenda ad altrettante relazioni tra persone che abbiano specifiche competenze in tali ambiti. Condizione fondamentale è che i componenti di questa rete di relazioni, che Robinson definisce “infrastruttura soft”, abbia fiducia delle istituzioni.

Definizione di una tabella di marcia

Ogni programma che si rispetti deve avere un cronoprogramma: è importante però che esso comprenda obiettivi a lungo ma a anche – io direi soprattutto – a breve termine: in generale, il raggiungimento di un obiettivo, seppur di minore importanza, genera entusiasmo nel gruppo e, più in particolare, contribuisce a creare un insieme di “micro smart town” capace di migliorare parti di tessuto urbano.

Ottenere finanziamenti

L’aspetto economico non può essere trascurato in un’operazione dal carattere così particolare: secondo Robinson, prima di richiedere fondi è opportuna una valutazione delle risorse disponibili, oltre che dell’intera cifra necessaria, così da poter richiedere il giusto. Lo sponsor può essere anche privato.

Thinking beyond the future, pensare oltre il futuro

Una volta raggiunti gli obiettivi, occorre che essi rimangano costanti pertanto non è possibile abbassare la guardia: l’insieme di sistemi e relazioni che ha consentito il raggiungimento di uno scopo va costantemente curato così da mantenere alto il livello in tal senso.

Maria Leone

Maria Leone Architetto

Vive e lavora a Napoli, dove si interessa di progettazione e grafica, collaborando con siti del settore. Assieme a tre colleghe ha costituito un’associazione culturale per promuovere la cultura d’architettura. Sogna di imparare a cucinare, per la gioia del marito, figlia e cane!