Riti funerari e rischi per l’ambiente. La convenienza di un funerale ecologico

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Ogni anno si calcola una media di 57 milioni di decessi in tutto il mondo: per ogni salma, come da usanza, vengono eseguite quelle che sono le pratiche funerarie, che oltre la cerimonia in sé comprendono tutta una serie di funzioni che variano a seconda del culto di appartenenza. Quali insidie si nascondono dietro un rito funerario dei giorni nostri, per la nostra salute e per quella del nostro pianeta? Dellasostenibilità dei cimiteri ci siamo già occupati e abbiamo valutato quali potessero essere i loro riflessi sull’ambiente. Dalla manutenzione di questi luoghi fino al loro allestimento vi sono una serie di azioni che rischiano di danneggiare irreversibilmente i luoghi che si trovano nelle loro vicinanze e che ancora ad oggi non sono controllate né tantomeno vi è una definizione per la loro conversione in chiave eco.

A proposito di riti però, si sente parlare sempre più di frequente del cosiddetto “funerale verde” (o “funerale ecologico”) il cui polo principale di diffusione sono gli Stati Uniti. Una fra le più importanti associazioni di sostenitori delle esequie eco–solidali è la Green Burial Council che sul proprio sito web riceve intorno alle 120.000 visite al mese. Sebbene le intenzioni siano positive e l’interesse sempre più in crescita, il “funerale verde” è consentito al momento solo in nove stati americani.

Per gli operatori coinvolti in questo giro di affari c’è da riscontrare un aumento del fatturato del 30% annuo, e da una recente ricerca risultache ben il 25% della popolazione statunitense opterebbe per una funzione eco: con l’intentodi far si che il proprio funerale o quello di un proprio caro sia unmomento in cui l’uomo torna a far parte integrante della natura da cui ha avuto origine.

OPTARE PER LE “BARE VERDI” CONVIENE?

Le cosiddette “bare verdi” sono utilizzate già da qualche anno in diversi paesi europei e asiatici e la sepoltura mediante il loro impiego, sebbene parta con l’intento di essere ecologica tuttavia nasconde risvolti piuttosto gravi per l’ambiente: le salme in decomposizione producono infatti sostanze che se non contenute all’interno di spazi confinati possono andare a infiltrarsi nel terreno fino a intaccare i livelli di falda sottostanti.

È plausibile che una volta sepolto, è giusto che il corpo ritorni alla propria natura, senza alcun tipo di disturbo causato da sostanze chimiche volte alla sua conservazione, ma è anche vero che la quantità innumerevole di cadaveri avrebbe sull’ambiente un potere impattante enorme!
Le opinioni sul loro impiego sono tuttavia discordanti. Certo è che le classiche bare sono spesso su richiesta costruite con legni pregiati e costosi ricoperti da vernici tossiche e questo oltre ad essere uno spreco di risorse è anche un pericolo per l’ambiente poiché tali sostanzesi disperdono facilmente nelsuolo, come d’altronde i liquidi della decomposizione dei corpi.
Inoltre c’è da aggiungere che le bare moderne sono spesso costituite da materiali non biodegradabili e per questo prolungandosiil tempo necessario al loro decadimento viene automaticamente rallentato il rinnovo delle risorse per la loro realizzazione.

QUALI SONO GLI OBIETTIVI DI UN FUNERALE VERDE?

Coloro che propendono per un “funerale verde” contribuiscono alla soluzione di due problemi: l’ingombro e l’inquinamento dei terreni cimiteriali. Casi tipo ve ne sono in grande quantità e giungono non solo dagli USA ma anche dall’Europa.
In Inghilterra per esempio è sorto il primo cimitero ecosostenibile che si trova a Blackley, vicino Manchester. Nel cimitero di Blackley troviamo lapidi di marmo sostituite da una pietra grezza o da un albero, su cui viene incisa una cifra, in modo che le esequie di ogni defunto siano univocamente rintracciabili.
Altra particolarità è il carro funebre elettrico e quindi ad emissioni quasi azzerate.
Inoltre nei cimiteri ecologici non servono i giardinieri, dal momento che si punta sulla riduzione della manutenzione edella quantità di rifiuti prodotto: tutto ciò attraverso semplici regole come ad esempio quella dei fiori che possono essere portati al defunto solo durante la prima settimana per poi essere aboliti; d’altronde è anche logico visto che le tombe sorgono all’interno di giardini spontanei che offrono una gran varietà floreale.

QUAL E’ LA TENDENZA IN ITALIA?

L’aspirazione al “funerale ecologico” non è molto diffusa ma non per diffidenza bensì per mancanza di conoscenza. Sebbene le “bare verdi” siano state dichiarate legali nel nostro paese da oltre cinque anni, esse vengono prodotte solo da un’azienda, piemontese, specializzata nella realizzazione di ornamenti sacri in plastica di mais, un materiale fortemente ecologico.

CHE COSTI HA UN FUNERALE ECOLOGICO?

Il funerale di per sé è un business che secondo una recente ricerca della Camera di Commercio di Monza e Brianza, conta 25.000 imprese che fatturano circa un miliardo di euro all’anno e che rispetto al 2010 ha incrementato dell’1,2% il proprio volume di affari. L’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc), stima che occorrano circa 5.600 euro, per un funerale, in media, fra spese di allestimento della camera mortuaria,carro funebre, certificati, annunci etc.., compresa latassa di tumulazione, la lapide e la concessione del loculo al cimitero. Con un funerale ecologico – se le imprese che se ne occupano si diffondessero in tutta la nostra penisola –, così come sono diffuse in Danimarca o in Inghilterra per esempio, si calcola che il risparmio potrebbe arrivare fino al 30% con un ulteriore effetto che è il riscontro positivo sull’ambiente.
Per cui, anche se non piace mai parlare di funerali, è il caso di aprire occhi e orecchie per vagliare le proposte più convenienti.

Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.