- scritto da Ester Dedè
- categoria Curiosità ecosostenibili
Rifiuto con affetto. Cassonetti come luoghi di incontro e pezzi di vita
fine della vita di un oggetto ma punto di partenza di un nuovo percorso.
Uno stimolo a superare il consumismo imperante degli ultimi anni. Un gesto di lotta allo spreco. Un richiamo al senso civico. Un modo per aiutare a riflettere su stili di vita maggiormente consapevoli.
Così, quando per le ragioni più diverse, un oggetto non viene più usato, al posto che diventare un rifiuto, al posto che gravare sulla mole di indifferenziato che riempie le nostre discariche, può essere depositato in questi armadietti dotati di una vetrina trasparente, in attesa di diventare di proprietà di qualcun altro che ne ha bisogno e che gli si possa nuovamente “affezionare”. In questo modo è possibile restituire una dignità funzionale a oggetti che sono stati pezzetti della nostra vita: quello che per qualcuno è inutile può essere “buono” per qualcun altro.
E in un periodo storico in cui la crisi economica incide sulle scelte di vita di molte famiglie italiane, un’idea quasi buttata lì, un tentativo che poteva essere considerato dai più come un’installazione temporanea destinata a sparire, si sta pian piano diffondendo nella nostra penisola.
Forse perché in una parte di noi, magari nascosto al di sotto di quella spessa scorza che una società cinica ci ha costretto a costruirci, c’è ancora uno spirito di condivisione, c’è una desiderio di superare l’individualismo imperante: soprattutto se, come si augurano le ideatrici del progetto, gli “armadi pubblici” del RCA diventassero luoghi di incontro e di scambio di esperienze oltre che di piccoli o grandi pezzi di vita.
Per informazioni sulle città in cui il progetto è stato attivato e per sapere come diffonderlo, visitare il sito Rifiuto con Affetto
Foto | Rifiuto con Affetto