Report Smart City 2016: la riconferma di Bologna

Pochi giorni fa è stato pubblicato da EY con il patrocinio dell’Agenzia per l’Italia Digitale e con il supporto di Ericsson, TIM e Indra, il report 2016 che analizza quanto siano smart le città italiane. Anche quest’anno la città di Bologna si conferma prima nel ranking nazionale sulle Smart Cities.

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Gli indicatori dell'analisi e il primato di Bologna

Anche nel 2014, il report pubblicato da Between, proponeva la città emiliana come prima tra le città italiane per qualità e innovazione. In particolare Bologna si distingueva per le sue politiche di innovazione legate alla estensione della banda larga, a sistemi sanitari di tipo smart, ad un alto livello di innovazione educativa e per i servizi legati alla mobilità.

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Quest’anno la città di Bologna si conferma innovativa per la sua infrastruttura delle reti (banda larga, diffusione del wifi pubblico, politiche energetiche e smart buildings), la presenza di sensoristica in grado di capire le evoluzioni e i comportamenti della città (tra questi sono stati valutati i sensori per il monitoraggio dell’aria ma anche quelli di videosorveglianza); per la sua Service Delivery Platform, ovvero la piattaforma che permette di svolgere numerose attività direttamente online, ma anche per la visione e la strategia a lungo termine della municipalità.

Dietro la città di Bologna si posizionano altre città importanti, come Milano, Torino, Mantova, Parma e Trento, tutte città che stanno facendo dell’innovazione una politica forte e prioritaria. Perché attraverso lo sviluppo di visioni a lungo termine, di strategie e infrastrutture di tipo smart, è possibile migliorare la vita dei cittadini e la qualità dei servizi. 

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Le principali strategie che la città smart deve mettere in campo per raggiungere l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini sono: 

  • Migliorare la qualità dei servizi alla popolazione (ad esempio con le piattaforme online dei comuni);
  • Migliorare la mobilità (ad esempio permettere ai cittadini di scegliere tra percorsi ciclabili, mezzi pubblici efficienti, oppure sistemi di car sharing);
  • Migliorare la qualità dell’aria (per questo è importante avere i sensori: perché forniscono i dati reali, giorno per giorno dell’aria e delle sue componenti. In questo modo è possibile avere una chiara visione realistica di ciò che accade e sulla base di questa adottare misure opportune);
  • Migliorare l’efficienza energetica degli edifici costruiti. Forse non tanto costruirne di nuovi, ma migliorare in maniera prioritaria le prestazioni energetiche di quelli che già esistono.

In conclusione, una smart city non è solo una città che implementa una serie di tecnologie nel suo sistema come strumenti per proporre miglioramenti reali e sostanziali alla vita pubblica. Il tutto secondo una strategia chiara e precisa di lungo termine.

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Saveria Boulanger

Saveria Boulanger Architetto

Di origini franco-italiane, trascorre il suo tempo conciliando il dottorato di ricerca in architettura e l’amore per la lettura, il teatro e i gatti. Viaggia in treno tra il basso ferrarese e il cesenate. Ama gli autori ottocenteschi, cucinare ricette dal mondo e scrivere articoli e bozze di romanzi.