Microeolico in edilizia: leggende e strategie di marketing che ne ostacolano l’integrazione (Seconda parte)

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Nella prima parte dell’articolo sul microeolico integrato nell’edilizia, abbiamo elencato le principali cause che stanno frenando il decollo del microeolico nel mercato italiano nonostante possiamo tranquillamente dimostrare che si tratta ormai di una tecnologia matura, sostenibile e particolarmente competitiva rispetto alle altre fonti energetiche disponibili nel mercato. Per completare il quadro, passiamo in rassegna altri importanti

fattori, leggende urbane, miti e ideologie di marketing che ostacolano l’integrazione dell’eolico di piccola potenza nell’edilizia.

Dati falsi e pregiudizi in rete

In internet spesso si trovano dei forum di discussione dove emergono pregiudizi fondati su credenze popolari piuttosto che su principi tecnici. Un’opinione diffusa è credere, come se fosse un dogma di fede, che le turbine ad asse verticale ”siano migliori” di quelle ad asse orizzontale (ma cosa vuol dire “migliori”?). Oppure che le turbine di miglior qualità devono essere fabbricate in fibra di carbonio, materiale assolutamente insostenibile per impatto ambientale della sua produzione ed impossibilità di riciclaggio, il cui impiego si giustifica solo per la costruzione di pale di grandi dimensioni, ma certamente non per le piccole turbine. Altro esempio: su You Tube proliferano i video di improbabili “inventori” che propongono “soluzioni” innovative che, invariabilmente, non sono altro che riscoperte di idee abbandonate ormai da decenni.
Altro mito da sfatare sono le proprietà quasi magiche attribuite ai magneti al niobio. È facile trovare, sempre on–line, fabbricanti, non solo cinesi ma anche nostrani, che offrono micro turbine dalle prestazioni incredibili, poiché a conti fatti violano i principi della fisica.

Piccoli mulini firmati da grandi designer

Creano ulteriore confusione nei consumatori, perfino Aziende del calibro dell’ENEL. Ebbene recentemente troviamo da ENEL Green Power piccoli mulini firmati da grandi designer, dalle prestazioni aerodinamiche dubbiose e decisamente sottodimensionati per i regimi dei venti più frequenti nel Bel Paese. A tal proposito vedasi il mulino griffato Philippe Starck.

L’ENEL ha sponsorizzato e promuove anche il bipala griffato da Renzo Piano, spacciandolo per un aerogeneratore capace di erogare potenze rilevanti anche con venti deboli. A questo punto è lecito chiedersi quale sia stato il criterio progettuale alla base della scelta di un bipala, dato che tale tipologia fu scartata dalla NASA già negli ’80 per una serie di limitazioni aerodinamiche e non solo. Ci si chiede anche quali prestazioni si possono ottenere quando l’elica è piazzata, come si evince dall’immagine, a ridosso di una struttura tutt’altro che aerodinamica? L’efficienza vantata dai suoi creatori è facilmente attaccabile. È veramente sostenibile porre il criterio estetico della “griffe” al di sopra di quello funzionale di produrre energia pulita a basso costo?

Un consiglio per l'investimento sul microeolico

A coloro che si accingono all’investimento in un impianto di produzione di energia elettrica da aerogeneratori di piccola potenza diamo un consiglio: valutare attentamente con senso critico determinati slogan pubblicitarie ed esigere le schede tecniche dell’apparecchio che si desidera acquistare in modo da sottoporle a consulenti tecnici indipendenti. È anche possibile documentarsi attraverso libri in materia, o mediante corsi di specializzazione, (se ne trovano anche on–line) utili a fornire almeno i rudimenti necessari per comprendere le leggi fisiche che regolano le prestazioni delle turbine eoliche ed i criteri di selezione degli aerogeneratori. Sulle modalità di misurazione delle prestazioni va detto che ancora non esiste una normativa né un criterio univoco per tale scopo.

Nella prossima ed ultima puntata spiegheremo un semplice metodo per fare una verifica delle affermazioni di fabbricanti e distributori. Continuate a seguirci!

Mario Rosato

Mario Rosato Ingegnere

La sua passione sono le soluzioni soft tech per lo sviluppo sostenibile, possibilmente costruite con materiale da riciclaggio. Un progetto per quando andrà in pensione: costruire un'imbarcazione a propulsione eolica capace di andare più veloce del vento in ogni direzione.