Impianto mini-idroelettrico al castello di Windsor. Svolta green per la regina Elisabetta

Mini-idroelettrico-windsor-a

La regina Elisabetta ha deciso di dare una svolta eco al castello di Windsor installando un impianto mini–idroelettrico. Il progetto, risalente al 2007, ha finalmente preso il via ad inizio settembre quando sono arrivate, tramite chiatte lungo il Tamigi, le due grandi turbine che prenderanno servizio a Novembre.

Anche se difficilmente l’impianto riuscirà a soddisfare fin da subito l’intero fabbisogno energetico della residenza reale, l’obiettivo è quello di arrivare ad alimentare con energie rinnovabili l’intero complesso storico entro un anno. Un grande passo in avanti per la famiglia reale che oltre a guadagnare in consenso pubblico potrà rivendere alla rete nazionale l’energia prodotta in eccesso.

I NUMERI DELLE TURBINE

Le turbine a vite di Archimede, attribuite al grande scienziato greco ma probabilmente risalenti ad un’epoca precedente, sfruttano il concetto di rotazione della vite per portare materiali fluidi o sabbiosi, in questo caso l’acqua, da un altezza ad un’altra creando il dislivello indispensabile per il principio della produzione di energia idroelettrica. Fabbricate in Olanda e costate 700.000£, a cui Mini-idroelettrico-windsor-bbisogna aggiungere un milione di sterline per le spese accessorie, ridurranno le emissioni di diossido di carbonio di 790.000 kg ogni anno. Le turbine di Windsor, lunghe 12 metri e con un diametro di quattro, solleveranno di due metri l’acqua dal Tamigi fino al generatore producendo circa 17 mila chilowattora annui, sufficienti ad alimentare 400 abitazioni.

Il progetto è stato a lungo sotto studio per non incidere negativamente sulle attività fluviali come la navigazione e soprattutto sull’ecosistema: verranno infatti creati due tunnel per garantire ai pesci, in particolare ai salmoni, la risalita del Tamigi.

Fonti | Corriere.it | Dailymail.co.uk













Isabella Gerenzani

Isabella Gerenzani Industrial designer

-