I fatberg, nuovi mostri ambientali delle megalopoli

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Un’ennesima dimostrazione dell’insostenibilità delle megalopoli arriva questa volta da Londra. La catastrofe ecologica è stata sfiorata nel quartiere periferico di Kingston upon Thames, dove in un punto preciso della rete di fognatura si sono accumulate ben 15 ton (circa la massa di un autobus!) di grassi, pannolini, assorbenti ed altre materie non biodegradabili. I mostri ambientali ribattezzati fatberg dai giornalisti della CNN hanno causatoparecchi danni alla rete di fognatura. L’ente gestore delle fognature londinesi, Thames Water, ha dichiarato che ci vorranno sei settimane per ripristinare la capacità del tratto di fognatura in questione, ridotta a solo il 5% della sua portata nominale.

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Se non si fosse intervenuto in tempo, i liquami avrebbero iniziato a sgorgare dai tombini, inquinando strade, giardini e la rete di scolo delle acque piovane. Il fatberg di Kingston è il più grande ammasso di grasso mai riscontrato nella storia delle fognature della megalopoli londinese.

PERCHÉ SI FORMANO I FATBERG
I nuovi mostri ambientali sono fatti di grassi che vanno a finire in fognatura come risultato del lavaggio delle stoviglie e del versamento diretto da parte di utenti sconsiderati, nella credenza che sciogliendoli con i soli detersivi sia già sufficiente per evitare ingorghi. Niente di più sbagliato: i detersivi abbassano la tensione superficiale dei grassi e oli, rendendoli più fluidi nell’acqua calda, ma non ne alterano sostanzialmente la composizione chimica.

Grassi e oli sono composti in prevalenza da trigliceridi, ed in minore quantità da acidi grassi liberi a catena lunga, formatisi per idrolisi dei trigliceridi in presenza di acqua e alta temperatura, specialmente durante il processo di frittura. I saponi invece sono il risultato della saponificazione dei trigliceridi o degli acidi grassi liberi. La saponificazione è una reazione chimica dei grassi in presenza di acqua, calore e un alcali forte (le condizioni tipiche del lavaggio in lavastoviglie) che ne riduce le dimensioni della molecola del trigliceride, aumentandone in parte la biodegradabilità.

Grassi e saponi sono comunque difficilmente biodegradabili: in condizioni di laboratorio sono necessari almeno 60 giorni per la loro biometanizzazione, e ciò a condizione che non vengano superate certe soglie di concentrazione. Infatti, alcuni batteri fermentativi possono degradare grassi e saponi grazie all’azione di enzimi che loro stessi producono. I problemi ambientali risiedono nella concentrazione: una grande quantità di grassi e saponi in un mezzo acquoso forma un’emulsione che copre le membrane cellulari dei batteri, impedendo loro gli scambi di materia e portandoli alla morte.

Quando si supera una certa concentrazione critica di grassi, le fosse Imhoff e altri dispositivi di pretrattamento biologico degli scarichi fognari diventano inefficaci, ed i grassi cominciano ad accumularsi in punti particolarmente critici della rete fognaria dove i liquami ristagnano, consentendo l’adesione alle pareti dei condotti. La presenza di sostanze fibrose come assorbenti, pannolini, filo interdentale, ecc., gettate da coloro che pensano che il WC sia una pattumiera, peggiora ulteriormente la situazione, in quanto i grassi tendono a solidificare con le basse temperature e fanno da “cemento”, legando le fibre degli altri detriti. L’effetto “palla di neve” porta all’accumulo di grumi via via crescenti fino alle raggiungere le proporzioni di fatberg.

In alto: operazioni di pulizia del grasso da una fognatura.

Oltre il problema comportamentale che porta alla formazione dei fatberg, forse risolvibile con una campagna di informazione e sensibilizzazione degli utenti, sussistono tre problemi molto gravi, conseguenza dall’insostenibile stile di vita dei paesi industrializzati e delle megalopoli: la dieta eccessivamente ricca in proteine animali, di cui lo scarto dei grassi è la naturale conseguenza, l’utilizzo crescente di prodotti usa e getta come i pannolini, e la pressione di una popolazione rapidamente in crescita su reti fognarie concepite per portate decisamente più basse.

Le stime pubblicate da Thames Waters sono allarmanti: durante il periodo natalizio, la quantità di grassi, risultato della preparazione del classico tacchino arrosto, che i londinesi scaricano nelle fogne alimentando i mostri sfiora le 500 ton. Basti considerare che Londra e la sua periferia conta con 109.000 km di fognature, nelle quali Thames Waters deve rimuovere ogni anno 80.000 ingorghi, causati nel 50% dei casi da grassi, oli e pannolini, con un costo di intervento di circa 1 mln £/mese.

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In alto: fotogramma tratto dal filmato d’ispezione delle condotte realizzato a mezzo CCTV, che mostra la massa di grassi e detriti incollata alla volta dela fognatura.

AAA

DAL PROBLEMA ALL’OPPORTUNITÀ
Con il pragmatismo caratteristico degli anglosassoni, Thames Water ha sottoscritto un contratto con 2CO, una impresa del settore delle FER, per costruire l’impianto di cogenerazione ad olio e grassi residui più grande al mondo e far diventare il problema una opportunità di risparmio energetico. La centrale sorgerà a Beckton, nella periferia Est di Londra, con una capacità nominale di 19 MW elettrici, oltre 90% di efficienza complessiva, ed un quasi incredibile 55% di efficienza elettrica. Parte di questa energia elettrica sarà acquistata direttamente da Thames Water per il suo impianto di potabilizzazione ad osmosi inversa posto nelle vicinanze, il resto andrà venduto alla rete.

Il calore verrà utilizzato in parte dalla vicina centrale di riduzione di pressione del gas naturale che arriva a Londra e l’eccesso per teleriscaldamento. Almeno la metà del combustibile necessario sarà olio e grasso proveniente dalle operazioni di pulizie delle fognature di Londra e la sua periferia: 30 ton al giorno! Il resto sarà olio e grasso proveniente dalla normale manutenzione dei disoliatori dei ristoranti, mense e industrie.




Mario Rosato

Mario Rosato Ingegnere

La sua passione sono le soluzioni soft tech per lo sviluppo sostenibile, possibilmente costruite con materiale da riciclaggio. Un progetto per quando andrà in pensione: costruire un'imbarcazione a propulsione eolica capace di andare più veloce del vento in ogni direzione.