Gli ecomusei e il loro sviluppo nel mondo

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L’ecomuseo detto anche “museo diffuso” è un sistema museale situato su un territorio esteso dove spiccano patrimonio naturalistico e storico–artistico, e dove insistono ambienti di vita tradizionali particolarmente caratteristici, il tutto degno di salvaguardia e valorizzazione. In genere per

definire efficacemente cosa è un ecomuseo si adotta la definizione risalente agli anni ‘70 di (direttore ed ex–direttore e consigliere permanente dell’ICOM – The International Council of Museums N.d.r.), che cita: “Un patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un territorio”.

Si trattava di aprire una nuova strada alla museologia e legare lo sviluppo dei musei con la difesa dell’ambiente. Antoine, nelle sue vesti di consigliere del ministro, si disse reticente a legare un concetto che sapeva di passato come quello di museo, con quelli di nuovo interesse come lo sviluppo e difesa ambientale. Fu durante un incontro volto a pianificare gli aspetti della nona conferenza generale ICOM che si sarebbe tenuta nel 1971 tra Parigi, Digione e Grenoble che Henri Riviére e Hugues de Varine si resero conto che si doveva abbandonare la parola museo e pensarne una nuova che la contenesse, ma che ne desse un’immagine diversa: combinando le due parole “museo” e “ecologia” venne da sé il termine Ecomuseo. Il ministro dell’ambiente, pochi mesi dopo, davanti a 500 museologi di tutto il mondo pronunciò e ufficializzò il termine.

Una serie di termini di cui il Laboratorio Ecomusei del Piemonte ha voluto dare un’interpretazione approfondita:

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Patto”: non norme che obbligano o proibiscono qualcosa, ma un accordo non scritto e generalmente condiviso.
Comunità”: i soggetti protagonisti non sono solo le istituzioni poiché il loro ruolo propulsivo, importantissimo, deve essere accompagnato da un coinvolgimento più largo dei cittadini.
Prendersi cura”: conservare ma anche saper utilizzare, per l’oggi e per il futuro, il proprio patrimonio culturale in modo da aumentarne il valore anziché consumarlo.
Territorio”: inteso non solo in senso fisico, ma anche come storia della popolazione che ci vive e dei segni materiali e immateriali lasciati da coloro che lo hanno abitato in passato.

Quando venne coniata la definizione, nel 2005, gli ecomusei già istituiti erano stati pensati come strumenti per tutelare i segni delle società rurali dall’urbanizzazione a volte troppo spinta, dalle nuove acquisizioni tecnologiche e dai cambiamenti sociali che seguivano a queste evoluzioni.

Per meglio comprendere il senso di ecomuseo ponendo come termine di paragone il museo tradizionale, andrebbe rivista, tra le tante definizioni, quella di Patrick Boylan che nel 1992 schematizzò una checklist per marcare le differenze fra ecomusei, musei orientati all’ambiente e al paesaggio e musei tradizionali.

CRITERI

MUSEO

ECOMUSEO

Spazio di riferimento

Edificio

Territorio

Focus dell’interpretazione

Collezione

Patrimonio in senso olistico

Priorità organizzative

Disciplinari

Interdisciplinari

Pubblico di riferimento

Visitatori

Comunità

Controllo politico

Museo e suoi organi

Collettività

Per ognuno dei criteri Boylan propone di assegnare un punteggio da 1 a 5, a seconda della minore o maggiore vicinanza alle caratteristiche della colonna “ecomuseo” e di considerare l’istituzione un ecomuseo solo se la somma supera il punteggio di 20.

La forza innovativa del concetto dimuseo sostenibile ha dato slancio a questa concezione di museo che va oltre l’ambito abituale di spazio espositivo. Infatti un ecomuseo agisce nel contesto di una comunità, sulla sua evoluzione, dove non ci si limita ad essere spettatori ma ad interagire con quelli che possono essere gli oggetti della vita quotidiana fino alle architetture, i paesaggi ed entrare in contatto con testimonianze pratiche della tradizione locale.

Un ecomuseo però si occupa anche di promuovere la cultura e la didattica proprio grazie a questa sua specifica maniera di coinvolgere chiunque ne entri in contatto: dal singolo visitatore (di tutte le età) fino alle istituzioni locali. Costituire un ecomuseo ha lo scopo di ridefinire le identità territoriali rivalorizzando i beni culturali, paesaggistici e della tradizione.

La nascita di forme museali innovative ed alternative risale alla fine del XIX secolo, è stato l’inizio di una lenta riflessione in campo culturale che ha visto il cambiamento del concetto di patrimonio. Proprio alla nascente sensibilità verso la tutela delle testimonianze fino a quel momento considerate “minori”, come l’edilizia tradizionale, i costumi tipici, le tradizioni eno–gastronomiche, fino alle lingue, i dialetti, le testimonianze storiche narrate, gli aneddoti ed i proverbi.

L’ecomuseo di prima generazione, creato da Georges Henry Rivière, era un parco regionale francese che presentava aspetti antropici e ambientali in stretto collegamento fra loro. Un altro ideatore fu Hugues de Varine, che realizzò il modello di ecomuseo in una miniera francese, dando vita così alla prima esperienza di ecomuseo in una comunità industriale. Il Canada realizzò un’iniziativa sperimentale di tipo ecomuseale nel Quebec fra il 1974 e il 1979, ed in seguito l’ecomuseo si estese a una piccola comunità, conosciuta come “museo socio–ecologico”.

In seguito gli ecomusei fecero la loro apparizione in Europa, America, Africa e Australia, fino all’inizio degli anni ‘90 quando anche in Giappone cominciarono ad essere istituiti e a partire dal 1995 in Cina dove il primo esempio di ecomuseo fu quello di Suojia, in Guizhou, con il supporto dell’Amministrazione provinciale locslr, un’equipe di museologi, composta da membri cinesi e norvegesi fra i quali John Gjestrum, museologo noto a livello mondiale.

Gli ecomusei in molti stati esteri sono una realtà già da tempo radicata sul territorio. Attualmente ve ne sono oltre 300 nel mondo. I cosiddetti ecomusei di terza generazione, che realizzano la protezione del patrimonio storico e delle culture locali, appaiono solitamente in comunità e insediamenti con una caratterizzazione etnica. Dal momento che il prefisso “eco” è usato in modo molto estensivo, un modello formale unico di ecomuseo non è ancora emerso ma l’idea sul suo valore a livello di sostenibilità è assai diffusa.

Per approfondire | Ecomusei.net