La crisi del mercato dell’auto non fa bene all’ambiente

crisi-mercato-auto-emissioni-CO2

Il mercato dell’auto è in crisi: le autovetture nuove vendute in Italia sono sempre meno e la flessione si verifica anche a livello europeo seppure con livelli più contenuti. “Beh da un punto di vista economico è una situazione critica, ma dal punto di vista ambientale, ben venga una riduzione dei consumi, soprattutto se si tratta del settore metalmeccanico che ha un impatto ambientale significativo” può essere stato il primo pensiero di un lettore attento alle tematiche ambientali. Spesso, però, bisogna analizzare il tema in maniera più approfondita per capirne veramente il senso.

Le normative europee impongono alle case automobilistiche limiti di emissioni sempre più severe: siamo arrivati alla norma euro 6!

Riduzione delle emissioni garantite dalle norme europee. Valori per autovetture per trasporto di persone.

Nel corso degli anni, quindi, a partire dall’ormai lontano 1992, è stato creato un sistema in grado di garantire una riduzione delle emissioni di sostanze nocive, facendo ricordo a politiche di incentivazione alla rottamazione per stimolare l’anticipato ritiro dei veicoli usati. Con questo tipo di politica si sono visti contrapposti due effetti: un effetto negativo dal punto di vista ambientale legato alla riduzione dell’età media dei veicoli; dall’altro lato un effetto positivo per l’ambiente a causa delle misure sempre più stringenti delle norme sui limiti imposti per le emissioni inquinanti.

Quanto sono valse queste misure adottate dall’Europa può essere apprezzato nelle immagini che seguono.

crisi-mercato-auto-emissioni-NOX

Come si può notare, è proprio il 1992 l’anno in cui si è verificato il picco di gas nocivi (NOx e CO nelle immagini) immessi in atmosfera dal settore dei trasporti, dopo il quale è iniziata una rapida discesa dei valori. Per i dati più aggiornati si può consultare la banca dati dell’ISPRA. Se ne deduce quindi che le normative di cui sopra, hanno permesso di ottenere un risultato importante, a vantaggio della salute di tutti noi.

Oggi sembra che le autovetture abbiano raggiunto un livello tecnologico difficile da migliorare, ma le richieste europee sulla riduzione delle emissioni procedono sulla stessa linea, ovvero una riduzione costante degli inquinanti più significativi. A ciò va aggiunto lo sviluppo che si sta registrando negli ultimi anni sul fronte dei combustibili.

Tornando alla crisi del mercato automobilistico, è evidente come acquistare meno autovetture nuove equivale a farne circolare di più vecchie, e quindi più inquinanti.

Per valutare se la crisi del settore automobilistico sia a vantaggio o meno dell’ambiente, bisogna valutare due aspetti: le emissioni evitate per la produzione di una nuova autovettura e quelle emesse in più nella fase d’uso per il fatto che si continua ad utilizzarne una meno performante.

Considerando che la fase d’uso di un’automobile è quella che ha l’impatto più significativo, in tutto il ciclo di vita del prodotto, la soluzione è intuibile.

A togliere ogni dubbio ci ha pensato uno studio dell’ENEA “Incentivazione alla rottamazione: emissioni di Gas Serra nel ciclo di vita delle auto”. Nella pubblicazione si analizzano vari studi internazionali del settore e si conclude con una simulazione che dimostra come il ricorso ad un rinnovo accelerato del parco auto, proprio degli incentivi alla rottamazione, tale da ridurre da 12 a 10 anni la vita media del parco circolante, sia indifferente dal punto di vista delle emissioni di CO2e e dei consumi energetici.