Le conseguenze dell’elettromagnetismo sul nostro benessere all’interno degli edifici

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La terra può essere considerata un grande magnete e come tale influenza tutti gli organismi viventi. Le influenze biologiche sugli animali, anche per piccole intensità del campo elettromagnetico, sono ampiamente dimostrate: uccelli, api, chiocciole e termiti si orientano grazie all’elettromagnetismo naturale. La presenza di questa energia ha conseguenze che incidono anche sul benessere all’interno degliedifici. Esiste ad esempio un fenomeno che riguarda i bambini, la cosiddetta “fuga dal letto”: la posizione del loro lettino in corrispondenza di campi magnetici particolarmente intensi li induce ad allontanarsi durante il sonno.

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A proposito di elettromagnetismo e delle sue conseguenze sul benessere dell’uomo, già Plutarco ne Il declino degli oracoli scriveva: “(…) gli uomini sono influenzati da correnti di diversa potenza emesse dalla Terra. Alcune di esse li rendono folli, o sono causa di malattia; altre hanno un buon effetto, calmante e benefico”.

In tempi più recenti lo studioso Hartmann, fondatore dell’Istituto di ricerca tedesco per la geobiologia, è giunto alla conclusione che in tutto il nostro pianeta si riscontrano emissioni elettromagnetiche.

Si tratterebbe di un irradiamento proveniente dall’interno del globo, che si propaga secondo un reticolo regolare su tutta la superficie terrestre ma anche oltre. Nell’area europea la griglia si configura con strisce est–ovest aventi una distanza assiale di circa 2 m, mentre quelle nord–sud di circa 2,50 m.
Le strisce sono dette anche muri perché irradiano verso l’alto e hanno uno spessore di 20 cm circa di larghezza, perciò lo spazio libero da loro delimitato è di circa 1,80 x 2,30 m. Ad ogni settima striscia della griglia si produce un’azione più forte pari ad un multiplo della prima: un secondo ordine di intensità maggiore seguito da un terzo ordine di intensità ancora maggiore con maglie distanti centinaia di metri.

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I punti di incrocio delle maglie presentano le intensità più elevate. In tutti i casi comunque ogni sito presenta caratteristiche che possono scostarsi dal reticolo generale, in base alla conformazione degli strati del terreno e ai materiali di cui è composto. Le aree corrispondenti alle strisce del reticolo, e in particolare i punti di incrocio detti “nodi”, sono caratterizzate da un’ eccesso di energia che in certi casi può essere patogena.

Se ai nodi vengono sovrapposti ulteriori elementi di disturbo l’effetto può diventare ancora più dannoso: ad esempio vene d’acqua o rivoli sotterranei, faglie, crepe o vuoti nel sottosuolo. Si tratta di elementi che, creando una forte discontinuità nell’intensità energetica media del sito, destabilizzano l’equilibrio degli esseri viventi che vi abitano; alcuni studi stabiliscono che vengono percepiti in modo inconscio dalla sfera emozionale.

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Geopatologie 

Da uno studio del 1990 promosso in Austria e denominato “Fattore di rischio del sito. Ricerca scientifica sul problema dell’influsso dei siti sugli esseri umani” si è arrivati a stabilire che la permanenza in zone perturbate dall’elettromagnetismo può determinare negli organismi perfino cambiamenti dello stato ormonale, con conseguenze sull’umore e la salute.

L’indagine si basa sull’analisi di una ventina di parametri biologici, eseguendo quasi settemila esami su un campione di 985 persone, giungendo alla conclusione che: ”(…) in seguito a permanenza nella zona di disturbo la serotonina si riduce mentre il suo precursore metabolico, il triptofano, si alza. La serotonina è il neurotrasmettitore del sistema parasimpatico che ha un ruolo importante nel predisporre l’energia. Le ricerche non possono spiegare in modo preciso come si arriva a una riduzione di questa sostanza ma si basano su un’analisi approfondita dei sintomi di malessere verificati nelle persone che permangono nelle zone perturbate: irritabilità, insonnia, cefalea, nervosismo, spossamento, tutti tipici disturbi da carenza di serotonina. L’effetto del sito non conduce inevitabilmente a malattia ma può intensificare l’effetto di altri fattori patogeni; il conseguente cambiamento del sito non può sostituire la terapia medica ma può essere di sostegno alla terapia.”

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Un geobiologo di nome Kunnen ha elaborato un’altra teoria: egli afferma che quando le cellule del nostro corpo sono colpite da una forte radiazione elettromagnetica iniziano ad attrarre polarità inverse a quelle naturali, come se si nutrissero di ciò che le nuoce. L’influenza elettromagnetica di un ambiente si imprime sul corpo delle persone, soprattutto nelle ore di sonno quando le reazioni immunitarie sono minori.

Metodi di indagine e precauzioni

Prima di procedere alla realizzazione di nuove costruzioni o ristrutturazioni sarebbe opportuno quindi effettuare un rilevamento della rete energetica, in modo che l’edificio eviti o cerchi di schermare i nodi patogeni, in particolare nei punti della casa caratterizzati da permanenza prolungata (letti, divani, poltrone, scrivanie, tavoli) in favore delle zone neutre (le superfici non disturbate di 1,80 x 2,30 m, che si trovano fra le strisce della griglia principale di Hartmann.

Le radiazioni al limite terreno–aria (quindi sulla superficie della terra) vengono rifratte ad angolo retto, ma altre rifrazioni avvengono per effetto di materiali intermedi, in particolare di solai armati in edifici multipiano. Il rilevamento effettuato al piano terra perciò non sempre corrisponde a quello ad un piano più alto dello steso edificio perché l’intensità delle radiazioni può risultare deviata e amplificata.
Molte radiazioni elettromagnetiche possono venire smorzate dai materiali di costruzione; in particolare le strutture metalliche racchiudono al loro interno uno spazio determinando un effetto di isolamento elettrico (effetto “gabbia di Faraday”).
Negli edifici in calcestruzzo armato si determina invece un doppio fenomeno:

  • Inquinamento elettrico: le cariche elettriche generate artificialmente all’interno non riescono a disperdersi all’esterno.
  • Parziale schermatura e alterazione dell’elettromagnetismo naturale.

Le strutture murarie realizzate in corrispondenza di zone perturbate sono più soggette alla formazione di crepe e all’umidità di risalita; le piante possono attirare più facilmente i fulmini, possono presentare strani rigonfiamenti e deformazioni del fusto e il loro legno è più attaccabile dai parassiti e dall’umidità.

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Per ottenere un’isolamento dal campo elettrico esistono in commercio vari materiali: vernici, intonaci, tessuti e lamine metalliche, gli ultimi due impiegati per isolare le zone di maggior permanenza, come ad esempio il letto. Questi però non neutralizzano la componente magnetica per un maggiore benessere; per questo esiste lo Skudotech, una lega ferromagnetica disponibile in lamine anche molto sottili (0,4 mm), la cui efficacia è certificata da enti accreditati.

Strumenti di indagine

Siccome le azioni correttive in geobiologia si effettuano in modo non solo oggettivo e tengono conto anche di una certa sensibilità individuale, si consiglia di richiedere consulenze a più persone di provata esperienza e successivamente confrontare i risultati.
Per un’indagine geobiologica gli strumenti utilizzati sono:

Geomagnetometro: strumento di misura analogico o digitale del campo magnetico terrestre che rileva onde tra i 20 e i 50 mila Nanotelsa (unità di misura dell’induzione magnetica). Esso segnala la presenza di anomalie, crepe, vuoti, faglie che possono trovarsi nel sottosuolo.

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Bacchetta da rabdomante: può essere di legno, metallo o nylon di solito a forma di Y. Viene tenuta tra le mani ai due estremi della Y, senza stringerla, e il terzo estremo deve puntare dritto davanti al corpo: se comincia ad oscillare e puntare verso il basso mentre si cammina significa che siamo in presenza di una variazione sostanziale di energia, ciò che può avvenire in corrispondenza di un nodo di Hartmann o di acqua sotterranea.

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È utilizzata dai rabdomanti, persone sensibili, che hanno imparato a sviluppare una particolare capacità di concentrazione e sanno applicarla mentre compiono queste ricerche.

Federico Da Dalt

Federico Da Dalt Architetto

Vive a Colle Umberto (Treviso) e Venezia, città dove si è laureato con la tesi Abitazioni sostenibili in Bangladesh: un progetto di alloggi in bambù e terra cruda adatti a convivere con le alluvioni. Si diletta nella poesia, nel canto e nel teatro, ama i giri in bicicletta e le escursioni in montagna.