I bonsai solari di Vivien Muller: sculture intelligenti che accumulano energia

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Vivien Muller è il designer parigino a cui si deve l’invenzione del bonsai a pannelli solari. L’idea nacque qualche anno fa allo scopo di creare sculture intelligenti capace di accumulare energia e ricaricare batterie e dispositivi mobili quali cellulari, lettori mp3 e qualsiasi altro apparecchio dotato di porta USB, oppure, all’occorrenza, essere dotato di tecnologia wireless per ricaricare dispositivi senza fili.

Pannelli solari: il giocattolo eco che funziona senza batterie

L’ispirazione di Vivien Muller è nata osservando gli alberi che si nutrono della luce recepita da ogni singola foglia. L’eco–bonsai ha infatti delle foglie solari che captano la luce ed è dotato di rami snodabili e orientabili a seconda della direzione della radiazione solare. Se esposto alla luce, ricarica piccoli dispositivi elettrici senza ricorrere ad energia elettrica.

Le sculture di Muller hanno un’altezza complessiva di 42 centimetri e ognuna dispone di 27 celle solari che simulano le foglie del bonsai per una superficie totale di circa 2000 centimetri quadrati, che consentono di ricaricare completamente una batteria da 13.500 mAh (milliampere per ora) impiegando circa 36 ore di luce solare.

La tecnica di assemblaggio è quella tipica dei comuni giochi da costruzione: il bonsai infatti è composto da elementi intercambiabili che possono essere smontati e rimontati in forme diverse.
Lo scopo è stato, in primis,quello di educare le persone al fatto che produrre energia solare è molto semplice e il dispositivo esser facilmente nascosto in un grazioso e insolito oggetto di design.

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Muller ha affermato di avere delle nuove idee per trasformare tale oggetto e trasferirlo alla macro scala: fare del bonsai un apparecchio di illuminazione stradale, ipotizzando un prototipo di solar tree a grandezza reale.




Romina Muccio

Romina Muccio Architetto

Ha intrapreso la libera professione e non ne è ancora pentita. A Napoli si occupa di restauro di vecchi edifici ed è fondatrice di un’associazione di donne architetto. Nel tempo libero evade verso la natura incontaminata da plotter e pc e gestisce un piccolo zoo sfamando 2 cani, 2 gatte e una tartaruga.