Biocarburanti, la situazione in Italia. Un’alternativa è il grasso di pollo

Biocarburanti-martellotta

In Italia come si comporta il governo in tema di biocarburanti? E i cittadini sono al corrente delle peculiari caratteristiche dei biocarburanti? Fin’ora le critiche sono arrivate dalle associazioni Legambiente e Chimica Verde che hanno puntato il dito verso l’uso di pesticidi e fertilizzanti per la produzione massicciadelle materie prima e soprattutto la deforestazione nei Paesi in via di sviluppo. Si prevede che se non dovessero intervenire delle politiche intelligenti i biocarburanti potrebbero “costare” (non solo in termini di denaro liquido) anche più CO2 di quelli fossili.

Secondo gli studi delle associazioni ambientaliste entro il 2020 l’Italia sarà il quarto produttore in Europa di gas serra legati ai biocarburanti, con una produzione di emissioni che potrà variare dai 2,6 ai 5,2 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Quale soluzione dovremo adottare per mitigare questo danno? Si auspica alla cosiddetta produzione a rotazione e, non destinando i terreni a una monocultura, si eviterà l’impoverimento del terreno e la necessità di utilizzare fertilizzanti.

Se non verrà tenuto in considerazione questo metodo non solo non si otterrà questa mitigazione dei danni ma i biocarburanti saranno dall’81 al 167% più inquinanti dei combustibili fossili – prima o poi in fase di esaurimento – di cui prenderanno il posto.

La soluzione insomma pare essere una sola: non trovare forme alternative o sostitutive ai carburanti fossili ma imparare a vivere secondo logiche di produzioni che sappiano essere scaltre e intelligenti ed essere in grado di far evolvere la nostra società riducendo il fabbisogni di carburanti, di qualsiasi genere, optando per forme di mobilità sostenibili ed evitando sprechi energetici di qualunque tipo! Privilegiare prodotti da terre non utilizzate in precedenza, dalla rotazione o ancora da materiali di scarto non solo delle colture.

Tutto il grasso animale non adatto al consumo umano infatti può essere utilizzato per produrre biodiesel, e in Australia sono stati avvitai diversi progetti che puntano a riciclare gli scarti della lavorazione dei mattatoi.

Negli USA alcun scarti di origine animale – in particolare una miscela di grasso di pollo e manzo impiegata in via sperimentale come combustibile per i jet – che i test della NASA sembrano dare notizie rincuoranti per l’ambiente: i biocarburanti di origine animale risulterebbero più puliti e rilascerebbero una quantità minore di inquinanti nell’atmosfera, in particolare per quanto riguarda gli ossidi di azoto (particolarmente nocivi in quanto contribuiscono allo smog e aumentano i problemi respiratori e cardiovascolari), le particelle di nerofumo e gli idrocarburi incombusti.

Un esperimento – quantitativo e qualitativo – dell’uso della miscela di grasso di pollo e manzo, alla base del carburante Hydrotreated Renewable Jet Fuel [Hrj] per alimentare un motore è stato fatto mettendolo a confronto e con il Jet Propellant 8 (Jp–8) (simile al carburante utilizzato per aerei commerciali). Un secondo test è stato effettuato con una miscela al 50% dei due carburanti. Secondo il capo degli sperimentatori della Nasa nel motore che ha bruciato l’Hrj le emissioni di nerofumo sono state inferiori al 90% con il motore al minimo e del 60% alla massima potenza di decollo, e inoltre sono state rilevate emissioni minori anche di solfati, aerosol organico e altre particelle pericolose.

Questi esperimenti della Nasa, come altri effettuati su altre sostanze di scarto per creare biocarburanti, non sono bizzarrie di scienziati, basti pensare all’impianto da 2.500 barili al giorno di biodiesel derivato dagli scarti della lavorazione dei polli, aperto a Geismar (Louisiana) lo scorso ottobre con un’iniziativa congiunta tra la Tyson Food (che alleva polli) e la Syntroleum, e le ricerche per ricavare biocarburanti dal burro di scarto, come riportato nel luglio dello scorso anno sul Journal of Agricultural and Food Chemistry: un’ottima iniziativa che funge anche da veicolo per creare nuovi posti di lavoro!

Fonte | Il Fatto Quotidiano
Illustrazione | Mariangela Martellotta