Bilancio green job nel 2011: alla Green Economy è legato il 38% delle nuove assunzioni

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L’attuale crisi economico–finanziaria sembra non frenare la crescita del quarto settore, la green economy. Nel nostro Paese, in termini occupazionali, abbiamo un buon margine di crescita poiché c’è ancora molto da fare. Basti pensare che dobbiamo completare il processo di recepimento delle direttive europee in materia di sviluppo sostenibile e le scadenze a medio termine sono ben definite nella Direttiva 2009/28/CE (obiettivi 2020:“Riduzione uso fonti fossili del 20%, aumento uso fonti rinnovabili del 20% e riduzione gas serra del 20%). Termina il 2011: è tempo di bilanci e strategie. Passiamo dunque in rassegna i principali segnali positivi, con il fine d’incoraggiare a intraprendere nuove sfide al passo con i tempi.

LETTERATURA SU GREEN ECONOMY E GREEN JOB
E’ già lunga la lista di personaggi nostrani – più o meno noti – come giornalisti o dirigenti delle divisioni “green economy” – di agenzie di risorse umane – che scrivono di lavoro legato al quarto settore. Taluni azzardano stime sulla capacità di quest’ultimo di assorbire occupazione dai settori minacciati da una nuova recessione. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente il pluripremiato Marco Gisotti, coautore di una ricerca scientifica, pubblicata nel 2009, fatta non solo di dati statistici ma anche di interviste ai personaggi, più rappresentativi di allora, dei settori legati alla green economy. Rinvio alla “Guida ai green jobs” di Edizioni Ambiente per consultare 100 diverse schede sulle professioni più richieste, dettagliate in termini di: mansioni tipiche, attitudini, formazione e relativo mercato del lavoro. Ciascuna scheda è anche corredata da sitografia web. Insomma tutte informazioni utilissime, non solo per coloro i quali si avvicinano per la prima volta al turbolento mondo del lavoro, ma anche per coloro i quali, per svariati motivi, intendono riqualificarsi professionalmente. Un e–book utile strumento di supporto per individuare e selezionare nuovi collaboratori, professionalità spesso altamente specializzate, è l’ “Atlante delle risorse umane. Speciale nuove professioni" realizzato dalla società Comunicazione italiana in collaborazione con AIDIP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale).

RAPPORTO GREEN ITALY 2011 SUL MERCATO DEL LAVORO GREEN
Sono incoraggianti i numeri illustrati durante il convegno «Green economy e futuro dell’economia italiana. Una prospettiva importante anche per il prossimo governo» svoltosi a metà novembre a Milano nell’ambito della seconda edizione di “Green Italy” di Unioncamere.Ecco i dati raccolti dalla fondazione Symbola grazie al contributo prezioso di esperti di vari organismi – pubblici e privati – in temi socio–economici e ambientali. Lo studio è stato realizzato su un campione rappresentativo dell’universo di oltre un milione e mezzo di imprese industriali e terziarie con almeno un dipendente. Il rapporto ci evidenzia che il 23,9% delle imprese e servizi analizzati, 370.000 unità,sta guidando la riconversione in chiave ecosostenibile del made in Italy,ovvero ha investito negli ultimi tre anni o ha programmato, nel medio periodo, di investire risorse umane e finanziarie in prodotti e tecnologie che assicurano un maggior risparmio energetico e quindi un minor impatto ambientale in tutto il ciclo di vita (LCA). Inoltre, un terzo del totale vantano anche una presenza sui mercati esteri (34,8%) quasi il doppio delle imprese che non puntano sulla sostenibilità ambientale (18,6%).

Ma la vera notizia per tutti è: i settori in stallo, fino a ieri piuttosto ostili ai principi dell’ecosostenibilità, ora puntano all’economia verde come nuovo “paradigma produttivo”. Sembra che la green economy possa costituire da volano per il rilancio dell’economia, finalmente, secondo un modello di sviluppo sostenibile più equilibrato, in cui profitto, ambiente ed equità sociale possono convivere in armonia. Ci auguriamo che, per il benessere diffuso, i cambiamenti in atto siano dovuti ad una rivoluzione di tipo “bottom up” e non al più superficiale fenomeno “green washing (l’adozione di politiche verdi di facciata attuata da aziende, industrie, entità politiche o organizzazioni con scarsissima reputazione ambientale per lavare la propria immagine pubblica).

Vediamo in sintesi i dati del rapporto Green Italy 2011.

EFFETTI DELLA DIRETTIVA UE 28/2009 SULLO SVILUPPO DI INVESTIMENTI IN ITALIA

  • 5,5% dei 219 progetti di smart grid (Italia è al 3° posto in UE per il coordinamento dietro a Germania con 11,1% e Danimarca con il 22%)
  • 2 miliardi di euro di finanziamenti (Italia è al 1° in UE con il 55% delle risorse impegnate, prima di Germania con il 5,8% e di Finlandia con il 5,6%)

SETTORI CATALIZZATORI DI INVESTIMENTI IN PRODOTTI E TECNOLOGIE GREEN (IL 23,9% DEL TOTALE)

  • Public utility 42,6%
  • Chimico, farmaceutico e petrolifero 41,5%
  • Gomma e plastica 37,6 %
  • Meccanica, trasporti, elettronica, medicali e strumentazione di precisione 30,7%
  • Minerali non metalliferi 30,5%
  • Carta e stampa 28,4 %
  • Metallurgia 28, 1 %
  • Industria manifatturiera 27,7 %
  • Alimentare e bevande 27,2%
  • Legno e arredo 26,1%
  • Costruzioni 25,7 %
  • Riparazione e manutenzione 25,4%
  • Tessile, abbigliamento e calzature 22,2 %
  • Servizi 22,1%
  • Beni per la persona e il tempo libero 21,8%

CLASSIFICA REGIONALE PER INCIDENZA DELLE IMPRESE GREEN SUL TOTALE
Il citato rapporto illustra che nel 2011 il 38% delle assunzioni programmate dalle imprese è riconducibile alla sostenibilità ambientale. Si tratta di più di 227.000 assunzioni sul totale di quasi 600.000 previste nel corrente anno. Di queste circa la metà, 97.600 assunzioni, sono legate a professioni green in “senso stretto”. In testa c’è il Trentino Alto adige con il 29,5%, all’ultimo posto c’è la Sardegna con il 21,3 % mentre la media nazionale è attorno al 24%. Vediamo la classifica sintetica per macro aree:

  • Nord–ovest 107.330 (24,4%)
  • Nord–est 81.800 (24,2 %)
  • Centro 72.980 (22,4%)
  • Sud e isole 105.320 (24,1 %)

Incidenza delle imprese che hanno investito o investiranno tra il 2008 e il 2011 in prodotti e tecnologie “green” sul totale, per provincia.
Incidenza percentuale sul totale provinciale

Imprese con almeno un dipendente dell’industria e dei servizi che hanno investito tra il 2008 e il 2011 o hanno programmato di investire nel 2011 in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale.
Fonte | Centro Studi Unioncamere

SETTORI DELLA GREEN ECONOMY
Lo studio del COE (Understanding the Green Economy in California. A community college perspective, June, 2009) individua le “professioni verdi” a partire dai sei ambiti:

  1. Energie rinnovabili ( produzione e stoccaggio di energia; installazione di impianti )
  2. Edilizia sostenibile ed efficienza energetica
  3. Mobilità sostenibile
  4. Acqua, gestione dei rifiuti e dei reflui
  5. Produzione e coltivazione di biocombustibili
  6. Tutela ambientale e sviluppo sostenibile

AMBITI A MAGGIORE POTENZIALE DI “INFLUENZA” DA GREEN ECONOMY
Sono gli ambiti dove trovano occupazione le professioni riconducibili alla green economy quindi non i green job in “senso stretto”. La spendibilità, attuale o potenziale, delle competenze professionali in materia di sviluppo sostenibile riguarda i seguenti due macroambiti:

  • Sviluppo di nuovi prodotti/tecnologie/servizi green.
    Sostenibilità applicata ai nuovi processi produttivi e ai comportamenti sociali. Le figure professionali possono essere occupate sia nelle strutture di ricerca, sia nelle imprese con green marketing;
  • Attività di greening.
    Riconversione dei processi produttivi e dei consumi in chiave sostenibile, tramite l’impiego di nuovi prodotti/tecnologie/servizi green. Le unità professionali possono essere occupate nelle imprese che hanno interesse a rendere sostenibili i propri processi produttivi e a offrire prodotti o servizi a basso impatto ambientale.

LA DOMANDA DI FIGURE PROFESSIONALI PER IL 38,9 % E’ GREEN
Particolarmente dinamiche risultano essere le figure green in “senso stretto”, per le quali le imprese hanno espresso a consuntivo una domanda che ha raggiunto le 97.000 unità, con un incremento relativo di circa un punto e mezzo percentuale all’anno (dal 2008) sul totale delle assunzioni programmate.

OCCUPAZIONI VERDI EMERGENTI

  • Progettista edilizia ecosostenibile
  • Esperto in LCA di prodotti e servizi
  • Esperto in sostenibilità ambientale nell’industria Legno arredo
  • Manager emergenze ambientali
  • Economista ambientale
  • Auditor emissioni gas serra
  • Certificatori di materiali e di procedure sostenibili
  • Risk Manager ambientale
  • Operatori di marketing etico e ambientale

PERCENTUALE DELLA DOMANDA DISATTESA DI PROFILI VERDI

  • Profili riconducibili alla green economy 24,2 %
  • Profili Green job in “senso stretto” 30,3 %

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FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE NELLA GREEN ECONOMY
È in aumento la domanda di corsi di alta formazione (post diploma o post laurea) o abilitanti non solo presenziali ma anche in modalità on–line, dove i docenti portano le loro esperienze pratiche direttamente dal mondo del lavoro.
Gli ambiti più richiesti sono:

  • Energie rinnovabili ( progettazione impianti a biogas e minieolico)
  • Diagnosi energetiche (industria, servizi e residenziale)
  • Progettazione di edifici ad alto risparmio energetico (materiali ecosostenibili, efficienza energetica e uso sostenibile delle risorse naturali)

Poi ci sono i corsi “terapeutici” che avvicinano la gente a nuovi valori di benessere psico–fisico come ad esempio:

  • Educazione ambientale non solo per adulti
  • Come riconoscere piante selvatiche commestibili
  • Green marketing e marchi di sostenibilità
  • Nozioni di consumo consapevole per ridurre il proprio impatto ambientale.
  • Work–life balance

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STRATEGIE VINCENTI
In ultima analisi, dobbiamo ammettere che ormai la qualità e l’innovazione non sono più le uniche parole chiave per la strategia vincente di un’impresa o di un servizio. Il punto di svolta, già marcato con il rapporto Burtland, è e sarà la sostenibilità non più vista come l’antitesi della crescita. La creatività dunque non potrà prescindere dall’uso responsabile delle risorse naturali e umane.

Fonti | M. Gisotti, T. Gelisio, Guida ai Green Jobs, come l’ambiente sta creando il mondo del lavoro, 2010 Ed. Ambiente, Milano.
Grafico tratto dalla presentazione della ricerca di Symbola per Green Italy 2011, Milano.












Giovanna Barbaro

Giovanna Barbaro Architetto e Tecnologo

Deve il suo carattere cosmopolita a Venezia, dove si laureò in architettura (IUAV). Dal 2008 europrogettista nei settori green economy e clean tech. Nel 2017 ha realizzato uno dei suoi più importanti sogni: fondare Mobility-acess-pass (MAP), un'associazione no profit per la certificazione dei luoghi pubblici per le persone con disabilità motorie. Tra i suoi hobby preferiti: la fotografia e la scrittura